Quando, poco prima del 1100, la Città di Andria fu dal conte normanno protetta da mura, a sud di Porta della Barra sulla sponda meridionale dell'Aveldio probabilmente già esisteva un eremo con la Chiesa di Sant'Onofrio (di tale preesistente eremo e chiesa di S. Onofrio ne parlano gli storici dell'Ottocento; l'autore della pagina [Sabino Di Tommaso] a tutt'oggi [2023] non ha trovato documenti che ne facciano menzione!); il complesso sorgeva quasi a gomito della chiesa dell'Annunziata e del suo ospizio. Gli agglomerati - casali che insistevano intorno a questi pii edifici non potettero rientrare nella cinta muraria in quanto posti al di là della lama percorsa da quel torrentello.
Ai primi del Seicento, nel 1605, fondata la congrega della Morte (composta soprattutto da artigiani e in parte da alcuni fratelli di quella del Gesù esistente presso la Chiesa di Porta Santa) (1) la Chiesa fu da tale confraternita chiamata “del Purgatorio”, e dal popolo detta anche “della Morte”, mutuando tale denominazione da quella di tale sodalizio.
Una lapide del 29 gennaio 1636, ai tempi del Borsella (metà Ottocento) affissa "sopra la porta che conduce in piccolo discoperto", (attualmente a destra di tale porta) ci fa sapere che l'adiacente Oratorio era stato eretto e completato con i fondi del fondatore della Congregazione della Morte, il sacerdote Gian Donato Aybar.
cioè
IO[ANNI] DONATO AYBAR ANDRIEN.
MIRÆ PROBITATIS SACERDOTI
QVI VERBO ET EXEMPLO AD CRISTI OBSEQ[VIVM]
MVLTOS PERDVXIT.
CVIUS OPERA ORATORIŨ HOC ET INCŒPT[VM]
ET PERFECTVM EST.
HVIVS CONGREGATIONIS CONFRATRES
PARENTI IN SPIRITV OPTIMO BENEMER[ENTI]
POSVERVNT
IV. KAL. FEB. M.D.C.XXXVI.
Non sappiamo quando questa Chiesa fu intitolata a San Sebastiano;
forse in una delle periodiche pesti (probabilmente in quella del 1528 nella
quale fu implorato e ringraziato San Sebastiano, in quanto in quella
precedente del 1503/1504 fu invocato e ringraziato il patrono della Città
San Riccardo) o quando in essa si stabilì la suddetta confraternita
della Morte intitolata alla Natività di Maria.
Il primo documento da me trovato è
il manoscritto "Confraternita
della Morte sotto il titolo di Santa Maria della Natività nella Chiesa di
San Sebastiano di Andria - Reale assenso alle nouve regole del 1754",
nel quale si descrivono le regole e
la fondazione di detta Congrega nella Chiesa di S. Sebastiano, nel luglio del 1605.
Vi si dice:
“ … alli 23 Luglio di detto anno 1605 si die’ principio a questa nuova Confraternita Estaurita e Congregazione, con assegnarsi tanto da essi, quanto da tutti i nuovi confratelli radunati nella Chiesa di S. Sebastiano alla Congregazione predetta il titolo della Morte, sotto il patrocinio e tutela della Nascita di Nostra Gloriosa Vergine Maria, e dopo si procedé alla elezione degli altri Uffiziali, e si formarono le regole, e stabilimenti della opera pia da esercitarsi in detta Congregazione”.
Il secondo documento rinvenuto è un trafiletto nella relazione sullo Stato della Chiesa di Andria inviato alla Santa Sede per la Visita ad limina del 1644 dal vescovo Ascanio Cassiano; questi enumerando le dodici confraternite allora esistenti in Città scrive:
“Adsunt quoq[ue] duodecim Confraternitates Laicorum, … … … S.[anc]ti Sebastiani in alia [Ecclesia] propria similiter extra mœnia, quæ circà pia opera, precipue verò subveniendo pauperibus, carceratis, et egenis puellis subsidia dotalia praebendo versant”.
Un documento iconico che associa la venerazione della Madonna del Carmine, la confraternita "del Purgatorio" ed il culto di San Sebastiano in questa Chiesa è il dipinto datato 1601, nel quale la Vergine del Carmelo su nuvole e tra angeli salva le anime purganti raffigurate in basso tra i protettori della Città, San Sebastiano (con-protettore secondario) e San Riccardo (protettore principale insieme dalla Madonna dei Miracoli).
[Il quadro del 1601 della Vergine del Carmelo tra S. Sebastiano e S. Riccardo e particolare sx. - foto Sabino Di Tommaso, 2017]
Il quadro, che fino a metà Novecento era in questa Chiesa come dossale
dell'altare (oggi posto sulla
parete d'ingresso all'oratorio del SS. Sacramento in Cattedrale),
mostra nell'angolo in basso a sinistra lo stemma della Città di Andria al centro di una scritta nastriforme:
"TEMPORE SINDICATVM MAGN.CI [stemma]
IOAN.IS DOM.CI VITALIANI A.D. 1601"
(→ Nel 1601, durante l'amministrazione del magnifico Gian Domenico Vitaliani)
A metà Ottocento il Borsella vede il quadro affisso sulla parete absidale sopra il coro allora esistente dietro l'altare maggiore di questa Chiesa; scrive:
"Sul coro di noce messo dietro l’altare [maggiore] è appeso un grande quadro della Vergine del Carmine che sostiene il parto delle sue viscere e ai di Lei santi piedi S. Riccardo e S. Sebastiano."
[tratto da "Chiesa di San Sebastiano o della morte" in "Andria sacra", di Giacinto Borsella, Andria, tip. F. Rossignoli, 1918, pagg. 247-256].
Un altro documento iconico è un particolare della veduta prospettica della Città di Andria realizzata da Cassiano de Silva probabilmente a fine Seicento e pubblicata il 1703 nell'opera del Pacichelli "Il Regno di Napoli in Prospettiva diviso in dodeci Provincie ... - ANDRIA"; eccone la riproduzione (con alcune note chiarificatrici):
[particolare della veduta prospettica di Andria di Cassiano de Silva, con l'aggiunta dell'indicazione dell'Aveldio]
Nella litografia originale i luoghi sono indicati con lettere che richiamano la relativa
sottostante annotazione;
in essa non sono inoltre tracciati né l'Aveldio né la strada per Canosa.
Il disegno della Chiesa di San Sebastiano in questa veduta non rappresenta
la prospettiva attuale,
in quanto l'edificio fu totalmente ristrutturato intorno al 1759, data scolpita due volte nel prospetto della Chiesa.
Si noti anche che, mentre per la Chiesa dell'Annunziata il campanile è come
attualmente a vela e posto a sinistra del presbiterio,
per l'antica Chiesa di San Sebastiano è posto a destra della zona presbiteriale, prospiciente la strada per S. Maria Vetere.
Inoltre nella prospettiva dell'Annunziata si evidenzia un "viridarium"-giardino sul retro, attuale
cortile con uscita su Via S. Maria Vetere; nella prospettiva di San Sebastiano si evidenzia un "viridarium" (ancor oggi in parte esistente) sul lato sinistro della Chiesa
e con una recinzione muraria verso l'attuale via San Sebastiano.
(1) Cfr. Ceci G., "Le Istituzioni di beneficenza ..."; si legga anche la nota nella quale dichiara del tutto inattendibile la narrazione dei fatti riportata dal D'Urso nel cap.IX della sua "Storia di Andria".