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corte: figura equestre
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Nel programma ornamentale distribuito con misura ed eleganza in tutto l'edificio,
si passa ... alla figura umana assunta in funzione architettonica
(mensole e ancora chiavi di volta), per giungere alla presentazione
dell'immagine nella sua immediatezza e concretezza storica: è il caso
del cavaliere, che emerge dalla parete su una porta del cortile, e dei
busti-ritratto che spiccavano entro la cornice del timpano del portale.
In questo coerente e articolato universo figurato di accezione
radicalmente laica, trovano spazio e giustificazione il nudo, recuperato
nella sua naturalistica organicità, e il ritratto, interpretato con
particolare intensità nella testa laureata frammentaria.
... ... .
Al maestro degli ignudi sembra appartenere la figura di cavaliere nel
cortile, per la pregnanza plastica del nudo e il modo di levigare le
superfici espanse.
Come le piante si alimentano alla pura sorgente della natura, alla
verità della vita attinge con singolare potenza espressiva la testa
laureata giuntaci mutila, nota come «frammento Molajoli» dal nome di chi
la ritrovò (1928) e per primo la propose agli studi. La già proposta
relazione con la «testa bendata» di Mainz conferma la
penetrazione in area pugliese, accanto all'apporto francese, di quello
di marca germanica."
[da "La scultura in Puglia durante l'età sveva e proto-angioina"
di Maria Stella Calò Mariani, in "Civiltà e culture in Puglia", vol. II, Electa Editrice,
1980, pag.267, 272]