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Cariatide dal volto femmineo, con lunghi capelli sciolti e fluenti sul collo
emergente dalla muratura; pregevole serraglia della volta a soggetto
floreale.
Feritoia della torre internamente modellata a elegante monofora; mensola a
testa di fauno, evidentemente accigliato con lunga barba, orecchie appuntite
e corte corna.
Torre III, con accesso dalla Sala a Nord-Ovest del piano inferiore
"Per salire al piano superiore si ritorni nella IV sala, o attraverso la corte,
uscendo dalla VII, o ripercorrendo internamente tutte le sale in senso inverso,
in modo d'aver agio, in una compendiosa revisione, di considerare la praticità
di distribuzione degli ambienti in diversi quartieri, ponendo attenzione al verso di apertura delle porte;
e l'effetto grandioso che acquistano nella continuità rigorosa e nella loro robusta semplicità
i nessi architettonici della costruzione, nel piano superiore - si vedrà - pure
in analogo schema tanto diversamente resa lieve e slanciata.
La scala a chiocciola é ricavata nel vano cilindrico della 3a torre;
nel salirvi, si ponga attenzione alla accorta disposizione delle feritoie;
di grande profondità e di magistrale nettissimo taglio, esse conferiscono
alla raggiera spirale dei gradini un mutevole giuoco di luce
che accresce il prestigio della rara perfezione costruttiva.
Al sommo della scala, bruscamente interrotta senza alcun riparo,
si presenta un assai interessante adattamento della porta,
inserita in superficie piana nella curva della parete, incorniciata in rettangolo,
con esili colonne negli angoli. Anche molto originale ed elegante è la volta
sorretta da tre costoloni di sagoma gotica, riuniti in chiave da una rosa finemente intagliata,
e poggianti su mensole a volto umano: una di queste è corrosa,
ma le altre due si rivelano tra le più notevoli sculture
che ornano il Castello e molto importanti per lo studio dell'arte di quel tempo.
Esse mostrano infatti, in raro modo dosati, ricordi romanici,
influssi dell'arte gotica, vivi contatti classicheggianti;
la prima, dal volto pieno, ridente, con le ciocche dei capelli finemente striate,
resa in ogni parte con un forte e nuovo sentimento plastico nella sàtura stesura dei piani;
l'altra, più gotica nei tratti tortuosi nei ciuffi di barba e nei fiammei guizzi della capigliatura,
e pur nel carattere faunesco accigliata e pensosa; entrambe animatamente efficaci e suggestive,
che davvero sembrano «sprigionarsi dalle compatte pareti a esprimere urlando il fragore del vento nella chiocciola della scala».
Prima di entrare, si osservi un'altra notevole particolarità;
una delle tre vele della volta è aperta: sopra di essa,
nel vano buio si apre una piccola porta e, oltre, riprende la scala a chiocciola
che conduce alla terrazza. Quale fosse lo scopo e il modo di comunicazione,
è molto incerto; si è supposto che questa fosse la scala del falconiere;
forse si poteva praticare mediante una scala di legno o piuoli confitti nel muro
(ma non si vedon tracce) tra le due porte aperte ora sul vuoto,
a una delle quali si arriva per uno stretto passaggio interno, dal corridoio.
Questa originale soluzione poté essere suggerita dalla necessità di conservar
la maggiore ampiezza alla parte terminale della scala
(che è la principale e più diretta per l'accesso al piano superiore)
senza occuparla con la continuazione delta chiocciola
(come nella torre 5a) e senza tuttavia rinunciare alla comunicazione
tra questo piano e la terrazza."
[da "Guida di Castel del Monte" di Bruno Molajoli, Ed. Gentile, Fabriano,
1934, pagg.34-36]
La bellissima serraglia presenta tre calici concentrici: il più esterno si
compone di tre foglie a sette lobi innervati e adagiate sui tre
costoloni, intervallate da tre tonde infiorescenze a grappolo; gli altri
due calici interni sono formati ambedue da sei petali tondi, aperti come
un fiore di loto.
È anche possibile consultare
i rilievi, la pianta e la sezione della sala a Nord-Ovest, IV o N, al piano
superiore del castello, disegni realizzati nel
1933-1934 dalla “Classe delle arti della Reale Accademia d'Italia”
in “I
Monumenti Italiani ... Castel del Monte”,
onde coglierne misure e dettagli con la precisione degli esperti che tali rilievi portarono a termine.
[cariatidi-mensole della torre del Falconiere (foto Alinari), staccate durante i restauri di fine Ottocento]