Entrando dalla porta
d'ingresso, aperta nella parete destra della chiesa e quindi laterale
rispetto allo sviluppo dell'unica navata, lo
sguardo si posa su un'edicola (probabilmente di fine ottocento - inizi
del novecento) che nel suo incavo offre ai fedeli un insieme discreto di
statue rappresentanti una crocifissione.
Similmente a questa minuscola cappella, tutta la chiesa
presenta analoga architettura lungo ambedue le pareti laterali,
probabilmente con il duplice scopo di consolidare i muri e ricavare
contemporaneamente plurime occasioni di culto.
Se si volge lo sguardo al soffitto lo si scopre essere in un unico corpo di
roccia calcarea di media consistenza (un calcarenile piuttosto compatto e
duro) nelle cui fessurazioni biancheggia il carbonato di calcio che, gią
molto prima che la grotta fosse allargata dai primi fruitori, aveva
cicatrizzato il masso.
La notevole commistione di grigi evidenzia la presenza di una elevata
quantitą di carbonato di magnesio e scarso arenile, il che conferisce alla
roccia maggior durezza e compattezza.
č opportuno sedersi un attimo per cogliere quanto sfugge a
uno sguardo frettoloso in cerca di forti emozioni.
Si potrebbe cosģ vedere al di lą delle sovrastrutture l'antro spogliarsi
dei fronzoli e rimpicciolirsi, tornare a misura di cella cenobitica o,
pił probabilmente, di chiesa rupestre primieramente utilizzata
come punto di preghiera tra gli arcosoli scavati nelle circostanti grotte, ...
e affievolendo le luci, come simulato nella sottostante foto,
sentire le preci in compagnia dei fedeli e dell'officiante
sotto la croce, al vespro domenicale.
Esaltante ritorna la luce
riflessa dalla crocifissione, l'austero dipinto
che dą senso alle preci di chi prono s'attarda a rivivere con fede gli
ultimi attimi di vita del Cristo.
Tutto allora sembra confluire alla
Croce donde ogni cristiano discende rivitalizzato da spirito nuovo, di
misericordia e perdono.
L'ultimo arco semiellittico della navata divide la parte antica della chiesa da quella pił nuova, sul fondo.
Totalmente rinnovata appare dal presbiterio la parete di fondo, che ospita una piccola nicchia con la statua della Madonna di Lourdes e i due piccoli riquadri intermedi della via crucis.
Mons. Triveri nella sua
visita pastorale del 18 dicembre del 1694 vede su questa parete
di fondo della chiesa un altare dedicato a S. Cecilia:
"... duo adsunt Altaria unũ sub titulo S.[anctissi]mi Crucifixi in cap.[it]e alterũ sub titulo
S. Cecilię in finem eccl.[esi]ę ita ut se invicem directe respicić[n]t."
Poichč il Vescovo ritiene indecorosa la posizione di tale altare ne decide la demolizione,
ordinando di conservare il materiale asportato e porre il dipinto di S. Cecilia
sull'altare del Crocifisso: "Quod cũ nimis indecens sit quod unũ altare
contra aliud ex diametro opponatur, Altare S. Cecilię demoliatur, et lapides
in loco decenti conserventur tabula verņ S. Cecilię ponatur ad Alt.[ar]e Crucifixi,
hoc in omnibus decentius ornetur"