L'edicola, come il 22/6/2015 ha segnalato il dott. Giuseppe D'Ambrosio in "Andria in vernacolo e le foto storiche" (gruppo pubblico su Facebook), versa in condizioni pietose.
Effettuando un confronto con la foto realizzata nel 1993 e pubblicata dalla Cestari
a pag. 45 del sotto citato "Le edicole sacre di Andria" si nota nell'attuale stato
un rilevante degrado dell'insieme, in gran parte irrecuperabile:
- sono spariti il piccolo frontone e le relative paraste complete dei coordinati plinti e capitelli;
- il suo timpano aveva centrale in bassorilievo in monogramma di Maria, anch'esso scomparso;
- la lastra di zinco che supporta la pittura ad olio va inesorabilmente deteriorandosi,
è parzialmente ripiegata verso l'esterno alla base e la sua corrosione sembra che in molti punti
stia "rigettando" la sovrapposta pittura ad olio raffigurante la Madonna di Andria.
Nel 1993, data del rilevamento dichiarato dalla Cestari, lo stato di conservazione
fu dichiarato discreto, oggi (06/2015) è, per quanto rilevato de visu, pessimo,
al limite del suo completo decadimento e distruzione.
È interessante e commovente la "storia" che la stessa autrice annota nel suo libro.
“Nella casa sulla cui facciata era ubicata l'Edicola sacra qui illustrata, abitavano due vecchiette di nome Savinuccia e Lallina che ogni sera provvedevano ad alimentare il lumicino davanti l'immagine della Madonna sporgendosi da una finestra attigua e aiutandosi con un palettino di ferro. Esse vivevano dal ricavato della vendita di dolciumi vari e dall'aiuto di qualche abitante del vicinato per cui le loro condizioni economiche erano così precarie da non permettere una buona manutenzione della casa che, alla loro morte, poiché pericolante, fu abbattuta [in nota: Testimonianza della signora Maria Assunta Capogna di Andria]. Al momento dell'abbattimento gli abitanti della strada, per conservare l'antica devozione, chiesero di lasciare il segmento di muro con l'edicola della Madonna.”
[tratto da "Le edicole sacre di Andria", di Beatrice Adriano Cestari, Sveva Editrice, Andria, 1995, pag. 45].
Altrettanto commovente è il meraviglioso e sapido racconto “I la Madònn crrò stè a fè”, scritto e pubblicato da Vincenzo D'Avanzo il 27 agosto 2017, sulla stessa edicola e le due vecchiette Savinuccia e Lallina che abitavano nella casa accanto pericolante, poi demolita.