LE CHIESE D’ITALIA - ANDRIA, di G.Cappelletti

Contenuto

da LE CHIESE D’ITALIA
dalla loro origine sino ai nostri giorni”

opera del canonico Giuseppe Cappelletti, veneziano (1802-1876)
stralcio

… … …

ANDRIA

Città di qualche importanza, nella Peucezia, fu Andria, detta anche Andri, nella provincia di Bari, discosta otto miglia dall’Adriatico, situata frammezzo a Trani ed a Ruvo, da entrambe di sei miglia discosta, popolata da circa quattro mila famiglie, rinomatissima per le manifatture di argilla. Fa grande traffico di olio, di vino, di amandorle, di cedri e di altre simili produzioni degli orti della sua amena campagna. Se ne ignora l’origine, sì per la troppa antichità, sì per lo silenzio degli scrittori, tranne qualche moderno, a cui piacque vagare in traccia di supposizioni e di favole.

Se vogliasi prestar fede agli atti della vita di S. Ricardo, che ne fu il primo vescovo, parrebbe che la fede cristiana vi fosse stata predicata dall' apostolo s. Pietro, nel suo andare o nel suo ritornare da Roma.

Certo, la sede vescovile n’è antica; si ha notizia de’ suoi vescovi sino dal declinare del quinto secolo. La cattedrale n’è intitolata alla Vergine Assunta ed all’apostolo sant’Andrea. Vi riposa il corpo di san Ricardo, primo vescovo e protettore della città e diocesi; ed è ricca di un’infinità di altre reliquie. La uffiziano intorno a sessanta preti e diaconi e suddiaconi, privi di prebenda e che l’aspettano nella progressione di anzianità. Presiedono a questo clero le cinque dignità di arcidiacono, di arciprete, di cantore, di primicerio e di priore di S. Ricardo. La cura delle anime vi è amministrata dall’arciprete. Un’altra sola parrocchia esiste in città.

La diocesi quasi vi manca, al pari degli altri vescovati della Puglia. Essa è l’unica suffraganea, che sia rimasta alla metropolitana di Trani, ed ha oggidì con sé anche la soppressa diocesi di Minerbino. I vescovi, che la ressero, sono questi:

  1. San Ricardo, inglese, ordinato vescovo dal papa Gelasio I nell’anno 492. Con le sue virtù e co’ suoi miracoli si procacciò la venerazione di santo. La sua vita, che serve alle sacre uffiziature, è contenuta nella leggenda pubblicatane dall’Ughelli, ove parla di lui.
  2. Gregorio ci si presenta, benchè in anno ignoto, ad interrompere il vuoto di tre secoli, che ci lasciò l’Ughelli. Di lui si trova memoria nel necrologio dell’Avellana, sotto il dì 22 agosto [1]: Obiit dominus Gregorius sancti Andrii episcopus commissus noster. Non saprei dare ragione della denominazione di Sancti Andrii attribuita a questa città: né al certo sappiamo, che vi fosse altra città di tal nome, la quale potesse averlo avuto a suo vescovo. — L’Ughelli notò un Cristoforo, intervenuto nel 787 al concilio Niceno II; ma questi apparteneva alla sede Andriacense nella Tracia; nè d’altronde tra i vescovi di quel concilio ve ne fu alcuno degli occidentali.
  3. Un anonimo, vescovo di Andria, nel 1143, si trovava presente in Trani alla traslazione delle sacre spoglie di S. Nicolò Pellegrini.
  4. Ricardo II era nel 1179 al concilio lateranese del papa Alessandro III; e nel 1196 celebrava la traslazione delle ossa de’ santi martiri Erasmo e Ponziano.
  5. Un altro anonimo reggeva questa chiesa, circa l’anno 1200; a cui ed al clero e popolo andriese scriveva lettera il papa Innocenzo III.
  6. Fr. Placido è commemorato in atti pubblici del 1290; assisteva, cinque anni dopo, alla consecrazione della cattedrale di Bisceglia; concedeva, nel 1304, indulgenze alla chiesa di S. Maria del Mercato, in San Severino.
  7. Giovanni, commemorato nel 1318.
  8. Domenico, successore di lui, è commemorato nell’anno seguente.
  9. Egidio, ignorato dall’Ughelli, viveva nel 1322, e concedeva, con altri nove vescovi, quaranta giorni d’indulgenza alla chiesa di S. Giovanni di Rapollano, diocesi di Spello.
  10. Fr. Giovanni II di Alessandria, eremitano dell’ordine di sant’Agostino, fu eletto vescovo dal clero e ne fu consecrato dall’arcivescovo di Salerno. Ma poichè il papa Clemente VI non ne volle confermare l’elezione, vi rimase alcun tempo in qualità di amministratore; finchè poi lo stesso pontefice, a’ 10 dicembre 1348, glie ne concesse la conferma. Mori l’anno dopo.
  11. Fr. Andrea, eremitano di sant’Agostino, gli fu sostituito nel 1349 il dì 14 marzo.
  12. Giovanni III era vescovo nel 1356.
  13. Nicolò moriva nel 1376.
  14. Fr. Benedetto, francescano da Negroponte, ne fu successore in quell’anno.
  15. Lucido n’è commemorato circa il 1381.
  16. Francesco da Sorrento era vescovo circa il 1385.
  17. Fr. Melillo, agostiniano, gli fu sostituito a 24 settembre 1390, e morì dopo il 25 febbrajo 1418.
  18. Fr. Francesco II de’ Negri, francescano, venne qui il giorno 12 agosto successivo, trasferito dalla sede di Salpe.
  19. Fr. Andrea II de Aurea, domenicano, vi fu eletto a’ 5 aprile 1427.
  20. Giovanni IV Dondeo, monaco celestino, gli venne dietro a’ 14 novembre 1435. Fu al concilio di Firenze nel 1439. Morì nel 1451. — Furono trovate a’ suoi giorni le sacre spoglie di S. Ricardo, primo vescovo e patrono della città e diocesi, delle quali s’era perduta ogni traccia, e furono decorosamente collocate in cattedrale. Ne fece il racconto storico Francesco del Balzo, duca contemporaneo di Andria; dal manoscritto, ch’esiste in Roma nella biblioteca Vallicellana, ne trasse copia e la pubblicò l’Ughelli [2].
  21. Fr. Antonello, francescano, vescovo di Gallipoli, venne eletto al vescovato di Andria il dì 20 settembre 1452; e lo fu in pari tempo di Monte-Peloso, congiunto sino dalla sua origine a questo. Le due chiese rimasero unite alquanti anni.
  22. Fr. Antonio de Giannotto, fu anch’egli vescovo di entrambe, eletto nel 1460, morto nel 1463. Giace sepolto nella cattedrale di Andria.
  23. Rogerio de Atella gli venne dietro in quell’anno: giace in cattedrale.
  24. Francesco III Bertini ebbe questa sede nel 1465 a’ 7 di ottobre. Nell’anno poi 1469 a’ 20 di ottobre, egli era stato designato per l’arcivescovato di Brindisi, e qui doveva essergli sostituito Nicolò vescovo di Venosa; ma poichè quella traslazione non ebbe luogo, Francesco III passò a’ 18 settembre 1471 alla sede di Capaccio, e qui venne il seguente.
  25. Martino de Soto maggiore, spagnuolo; non già succeduto a Rogerio, come disse l’Ughelli, ignaro dell’esistenza di Francesco III. Morì nel 1477 e fu sepolto con onorevole iscrizione nella sua cattedrale.
  26. Angelo Floro, nobile di Andria, gli fu sostituito l’anno stesso. Morì nel 1495. L’epigrafe sepolcrale ne commemora le virtù e lo zelo, con cui esercitò il suo ministero.
  27. Gerolamo de’ Porcari, romano, gli venne dietro a’ 28 aprile del medesimo anno. Morì in Roma, nel 1503 e fu sepolto a S. Maria sopra Minerva, nel sepolcro gentilizio.
  28. Fr. Antonio II de Roccamoro, francescano spagnuolo, ne fu successore a’ 22 dicembre 1503. Visse dodici anni, poi rinunziò la sede.
  29. Andrea III Pastore, andriese, lo susseguì a’ 3 di marzo 1515. Ma poscia, resosene indegno per la sua condotta, ne fu deposto, circa un anno dopo, dal papa Leone X.
  30. Simone de Nor, andriese anch’egli, vi sottentrò in sua vece il dì 5 dicembre 1516. Pria di compiere un anno di episcopato, morì. — Fu data allora la chiesa in amministrazione al card. Nicolò Fieschi, il quale ben tosto la rinunziò a favore di un suo nipote.
  31. Gian Francesco Fieschi ne ottenne quindi la sede a’ 13 novembre 1517. Visse lungamente. Intervenne al concilio di Trento. Rinunziò il vescovato nel 1565.
  32. Luca Fieschi sottentrò in sua vece a’ 30 gennajo dell’anno seguente; e nel 1582 fu trasferito al vescovato di Albenga.
  33. Luc’Antonio Resta, della diocesi di Zara, vescovo di Nicotera, gli fu sostituito a’ 30 aprile del medesimo anno; e morì nel 1597.
  34. Vincenzo Bassi, cremasco, ne fu successore, trasferitovi da Sebenico il di 25 maggio 1598. Morì cinque anni dopo.
  35. Antonio III de’ Franchi, napoletano, vescovo di Ravello, venne a questa sede il 23 gennajo 1604. Morì nel 1625. Giace in cattedrale.
  36. Vincenzo II Caputo, da Ruvo, dal vescovato di San Severo fu promosso a questo il dì 1.° marzo dell’anno stesso, ed in cui anche morì.
  37. Alessandro Strozzi, patrizio e canonico fiorentino, fatto vescovo di Andria a’ 24 maggio 1626, dopo sei anni, fu trasferito a Samminiato in Toscana, il dì 8 marzo 1632.
  38. Fr. Felice Franceschini, minor conventuale, gli venne dietro a’ 25 aprile. [Nato a Usigni (PG) vestì l’abito dei Minori Conventuali di S. Francesco nel convento di Santa Maria di Loreto ad Ocosce di Cascia.] Morì nel 1641 [morì invece nel maggio 1639; così scrisse mons. Ascanio Cassiano, suo successore, nella relazione allegata alla visita ad limina del 1644] ed ebbe sepoltura in cattedrale
  39. Ascanio Cassiano lo susseguì a’ 19 novembre [è invece a gennaio 1642, scrive egli stesso nella relazione citata del 1644], e morì nel 1657.
  40. Alessandro II Egitti, arcidiacono di Minervino sua patria, ne fu successore a’ 17 dicembre dell’anno stesso. Morì, in età di 95 anni, ai 2 di aprile 1689.
  41. Pietro Vecchia, veneto, abate cassinese, uomo di vaglia, venne dietro a lui nel 1690, addì 6 marzo: dopo breve tempo fu trasferito alla chiesa di Molfetta.
  42. Fr. Francesco Antonio Triveri, da Biella, conventuale, gli fu sostituito a’ 24 gennajo 1692; e dopo quattro anni passò alla sede di Melfi.
  43. Andrea IV Ariano, napoletano, ebbe la sede di Andria a’ 14 gennajo 1697. Ristaurò a sue spese la cattedrale, comperò un palazzo e vi piantò il seminario de’ chierici, rifabbricò di pianta il palazzo vescovile. Morì a’ 17 agosto 1706 e fu sepolto con onorevole epigrafe nella sua cattedrale.
  44. Nicolò II Adinolfo, napoletano, gli venne dietro a’ 6 dicembre, e prese il possesso a’ 28. Fu benefico e zelante verso ogni classe di cittadini e di bisognosi, e lasciò onorevoli monumenti di sé. Morì in patria a’ 13 luglio 1715, ed ivi fu sepolto nel sepolcro di famiglia in sant’Agnello; ed il cuore ne fu estratto e trasferito in Andria e sotterrato dinnanzi all’altare maggiore in cattedrale. Tuttociò aveva egli ordinato nel suo testamento.
  45. Gian Paolo Torti, abate benedettino, cospicuo per pietà e per dottrina, sottentrò nel pastorale governo agli 11 maggio 1718. Ristaurò ed abbellì a proprie spese la cattedrale ed il palazzo di sua residenza.
  46. Pietro Paolo Torti, monaco della congregazione di Montevergine, fu successore di lui nel 1724; e due anni dopo, a’ 9 dicembre, passò alla chiesa di Avellino.
  47. Fr. Cherubino Tommaso Nobilio[ne], domenicano da Sorrento, alternò lo stesso giorno con lui il vescovato di Avellino, che da alcuni anni possedeva.
  48. Domenico II Anelli, andriese, venne vescovo in patria il dì 20 maggio 1743, trasferitovi dalla chiesa di Acerno.
  49. Francesco IV Ferrante, nato a Reggio di Calabria, il dì 9 dicembre 1702, fu promosso a questa sede il giorno 3 gennajo 1757.
  50. Saverio Palica, nato a Barletta il dì 12 febbrajo 1714, venne successore del Ferrante agli 8 di marzo 1773. Era monaco della congregazione de’ celestini.
  51. Salvatore Maria Lombardi, nato a Maddaloni, diocesi di Caserta, vicario generale di Matera, ebbe questa sede a’ 27 febbrajo 1792. — A questi ed ai successivi tempi appartengono le controversie tra la corte di Roma e quella di Napoli, le quali finirono con la nuova sistemazione delle diocesi del regno, per la bolla 27 giugno 1818. In questa occasione fu soppressa la chiesa di Minerbino e fu concentrata con questa di Andria. Visse ancora il vescovo Salvatore Maria alcuni anni.
  52. Giuseppe Cosenza, napoletano, gli venne dietro a’ 2 luglio 1832.
  53. Giovanni Giuseppe Longobardi, nato in Castellamare, fu vescovo dopo di lui a’ 18 marzo 1852. Egli vive tuttora.

… … …

[stralcio tratto da “LE CHIESE D’ITALIA dalla loro origine sino ai nostri giorni”, opera del canonico Giuseppe Cappelletti, veneziano, vol. XXI, Venezia, ed. Giuseppe Antonelli, 1870, pagg. 77-82. – Dall’originale della "Harvard College Library" di New York, digitalizzato da Google]

NOTE

[1] Annales Camaldulenses ordinis sancti Benedicti, Venetiis, Aere Monasterii Sancti Michaelis de Muriano, 1758, tom. III, pag. 84.
[Il testo completo scritto a pag. 84 degli "Annales" è il seguente:
"ANN. CHR[ISTI]. 1099. - Ad diem vigesimam-secundam augusti habetur: Obiit domnus Gregorius Sancti Andrii episcopus conmissus noster. Insignis lacuna, qua a seculo VIII. ad XII. in episcopis Andriensibus protenditur, Gregorii sede aliquatenus impleri potest."]

[2] Ughelli, Italia sacra, tom. VII, pag. 927 e seg..