"A ciascuna arcata media delle due navate laterali corrispondono due cappelloni a semplice intonaco ed a colori, ciascuno dei quali ha nel fondo un altare di marmo bianco. Nell'uno a destra si vede una grandissima tela su cui da valente pennello ed in tinte e rilievo è dipinto San Benedetto maestosamente seduto, che dà la sua regola a re, e frati, e suore. Nell'altro a sinistra si vede un altro grandissimo quadro di mediocre pennello, che rappresenta il Calvario."
[testo di E.Merra, tratto da "Monografie Andriesi" tip. Pontificia Mareggiani, Bologna, 1906, Vol.II, pagg.320-321]
Cappellone sx: l'altare di Domenico Troccoli del 1745; cappellone dx: altare probabilmente del Troccoli - foto Michele Monterisi, 2010
A metà Seicento nella Chiesa superiore c'erano solo due altari, il maggiore nel presbiterio e un altro nella cappella di sinistra entrando, intitolata al Crocifisso. Tanto scrive D. Tommaso Leccisotti nella sua sotto citata relazione di quel tempo:
“In fine del choro sotto l’arco maggiore stà collocato l’altare del Santissimo col ciborio indorato et adornato di statuette di alabastro, al quale soprasta un baldacchino di damasco. Il santuario d’intorno è circondato di balaustri di marmo bianco, il pavimento di tutta la chiesa è di pietre bianche quadre. Le altre due navi sono di proportionata grandezza lomghezza alla nave maggiore di mezo con le sue lamie lavorati di tufi bianchi composti a spicolo. Nella nave di sinistra vi è una cappella dedicata al Crocefisso, e nella nave di destra vi è una stanza, che per ora serve per sacrestia. Sono dunque in questa chiesa maggiore due solo altari, cioè il maggiore, e quello del Crocefisso, e ne’ luoghi dove sono disegnate le cappelle sono li confessionarij.”
[tratto da “Relazione del Monastero di Santa Maria de Miracoli d’Andria
dell’Ordine di S. Benedetto della Congregazione Cassinense”,
in “I monasteri di S. Maria dei Miracoli di Andria e
S. Maria del Soccorso di Trani alla metà del sec. XVII”
di D. Tommaso Leccisotti,
pubblicato dall’ “Archivio Storico Pugliese” nel fasc. III – IV del 1951, pagg 149-160]
Durante il Settecento nel Santuario furono attuati molti ammodernamenti; nel 1720 l'altare maggiore descritto dal Leccisotti fu sostituito con quello monocromo realizzato da Ferdinando De Ferdinando; nel 1745 fu cambiato l'altare della cappella del Crocifisso con quello policromo di Domenico Troccoli; e intanto, diventata cappella intitolata a San Benedetto la sacrestia posta a fronte di detta cappella del Crocifisso, fu per questa nuova installato un altare quasi identico, probabilmente realizzato dallo stesso artefice, Domenico Troccoli.
Il suggerimento alle suddette argomentazioni ci perviene da Mimma Pasculli Ferrara, che nel testo sotto citato scrive:
“la ‘Relatione’ suddetta del 1650 è chiara, parla di due soli altari, il maggiore e quello del crocifisso, che saranno poi sostituiti. Il maggiore, come abbiamo già visto nel 1720 con l’opera di Ferdinando di Ferdinando, e quello del Crocifisso con il manufatto di Domenico Antonio Troccoli. Inoltre è bene specificare che data l’identità dei due altari nei due cappelloni, il Troccoli, a parer nostro, è autore di ambedue, sia di quello nel Crocifisso, sia di quello posto nell’ex sacrestia, divenuta ora cappellone di S. Benedetto.
Inoltre siamo certi di poter identificare l’altare di marmo (genericamente riportato nella polizza di pagamento del 1745 come manufatto di Domenico Antonio Troccoli) con questi succitati altari, e non con gli altri quattro nelle navate laterali, ... .”
[Tratto da: Domenica Pasculli Ferrara, “Arte napoletana in Puglia dal XVI al XVIII secolo: pittori, scultori, marmorari, architetti, ingegneri, argentieri, riggiolari, organari, ferrari, ricamatori, banderari, stuccatori”, Eduardo Nappi, “Documenti dell’Archivio Storico del Banco di Napoli”, Fasano, Schena editore, 1983, pp. 140-143, 307.]
Una esaustiva descrizione di questi altari ci perviene dall'Arch. Gabriella Di Gennaro:
"L'altare ... è in marmi policromi che vanno dall'alabastrino allo statuario ed ai marmi mischi rossi e gialli; esso presenta nel paliotto un motivo a volute spezzate in rilievo che si conclude nel medaglione ovale centrale ... Il tabernacolo, fulcro della composizione, è sormontato da tre teste di cherubini ed i capialtare terminano con due putti alati in marmo bianco ... ai lati dei pilastrini due volute fasciate completano la decorazione d'insieme. ... Sui due altari nei cappelloni di Domenico Antonio Troccoli vi sono due tele col Crocifisso e con S.Benedetto che dà la regola generalmente attribuite al pittore napoletano Alessio D'Elia, probabilmente del 1755." [Alcuni autori vedono nella pala del Crocifisso somiglianze con una analoga dipinta da Marco da Pino, pittore cinquecentesco (1525- 1587 circa), che operò per diverso tempo nel regno di Napoli.]
[testo tratto da Gli altari della Basilica di S.Maria dei Miracoli, di Gabriella Di Gennaro, - in "La Madonna d'Andria", AA.VV., Grafiche Guglielmi, Andria, 2008, pagg.265-266, testo ripubblicato con ulteriori approfondimenti ed ampliamenti nel suo studio "Altari policromi marmorei del Settecento ad Andria ed altri arredi sacri", Schena Editore, 2020, pp. 99-103.]
Infine è da tener presente che ultimamente (2020) sui due altari sono state scambiate le tele; pertanto nella cappella di sinistra c'è la tela di S. Benedetto, in quella di destra la tela del Crocifisso; tale scambio probabilmente è stato attuato avendo dedicato la cappella di destra al SS. Sacramento.