"Al centro del paramento superiore fu praticata in un secondo tempo una grande apertura per la sistemazione di un organo a canne nella Chiesa della Crocifissione, per cui la fascia epigrafica è interrotta".
Come può osservarsi nella fotografia l'apertura nel frontone interessa sia il registro dell'Annunciazione che quello superiore, tra gli affreschi di San Placido e San Mauro. Rifacendomi ai disegni di alcuni studiosi ho elaborato una ricostruzione virtuale del frontone.
"La parte superiore si adorna di due edicole di stile rinascimentale, con gli stipiti intarsiati alla maniera comatesca, contenenti la scena dell'Annunciazione, in alto rilievo, con la Vergine in atto di umile accettazione della volontà divina a sinistra e l'Angelo annunziante a destra. L' apparato era decorato in oro e a colori, e di cui vi sono tracce in alcuni stipiti; le aperture erano quattro, divise da una fascia con la seguente iscrizione: 'Parvum in abscondito sacrum oblivioni relictum memori pietatis Virgini: piorum auxilio magnum reponitur et patens die I sabbati junii anno salutis MDLXXVI'".
[testi tratti da "il Santuario di Santa Maria dei Miracoli" di P. Petrarolo,Sveva Editrice,1996, pagg.43-44]
Nella foto su riprodotta è leggibile una parte dell'iscrizione citata, in modo parzialmente errato, dal Petrarolo. È ben visibile, infatti, in alto a destra l'ultima parte della data XXVII, che quindi non può essere MDLXXVI (1576), ma MDLXXVII (1577). Questo, insieme ad altri errori di lettura commessi nei secoli senza soluzione di continuità, sono stati messi in luce da un attento studio di Vincenzo Zito, pubblicato nel n.2 della "Rivista Diocesana Andriese", Maggio/Agosto 2011: “ Nuove ricerche sul santuario della Madonna d’Andria”.
Sull'epoca della parziale demolizione della parte centrale della facciata, Vincenzo Zito, nello stesso capitolo scrive:
“... l'epigrafe non è interamente leggibile a causa della mancanza di alcuni pezzi mediani, rimossi verso il 1849 per far posto ad un organo installato in occasione del rivestimento della facciata con una nuova sovrastruttura. [In nota poi completa l'informazione] Il rivestimento della facciata con sovrastrutture barocche non sarebbe opera del ‘700, come afferma la Gelao, ma sarebbe stata realizzata nel 1849, come attestava un’epigrafe a suo tempo esistente che si concludeva con la frase “Abbellito più degnamente con opera scultorea nell’anno del Signore 1849” (Zito 1999, p.90, nota 42: ... "D.O.M. SUB DEIPARAE MIRACULORUM INVOCATIONE ET TUTELA PARVUM IN ABSCONDITO OBLIVIONI RELICTUM PIORUM AUXILIO MAGNUM POSITUM ET PATENS DIE SABBATI PRIMI JUNII AN. DOMINICAE INCARNATIONIS MDLXXVI. OPERE PLASTICO EXORNATUM AUGUSTIUS A. D. MDCCCXLIX" ...). L’organo è opera dell’organaio napoletano Michele Sessa, autore anche dell’organo collocato nell’orchestra del 1644 nel coro della chiesa superiore, in sostituzione di quello distrutto a seguito della confisca operata nel 1806. La facciata del 1849 è stata poi rimossa nel 1911 restituendo alla vista, mutila, la primitiva ed attuale facciata (Zito 1999, p.95). ...”
Nella parte più alta del frontone, immediatamente sopra l'Annunciazione, sono affrescati, in due cornici rettangolari colorate San Placido e San Mauro (quasi del tutto degradato). Al centro del timpano superiore, in un tondo, anch'esso colorato come tutto l'insieme, emerge il bassorilievo di Dio Padre.
"Ancora agli inizi del Seicento ... le quattro finestre aperte nel prospetto della grotta erano 'a giorno' ... tompagnate ... successivamente, forse nel momento in cui furono tompagnate le finestre rettangolari del registro soprastante, per affrescarvi Santi Benedettini. Quest'ultimo registro è coronato da un frontone triangolare dipinto, con piccolo rosone nel centro. "
[testo di C.Gelao, tratto da "La Madonna d'Andria" di AA.VV., Grafiche Guglielmi, Andria, 2008, pag.109]