Nell'aprile dell'anno 1686, l'abate Pacichelli nelle sue Memorie novelle di viaggi per l'Europa cristiana, narra come venne in Puglia e si portò in Andria a visitare la Chiesa ed il Convento di Santa Maria dei Miracoli. Egli così ne descrive la visita.
«... Il tempio è grande, luminoso e colorito tutto di eleganti pitture, circondato fuori da botteghe di fabrica per la fiera. Si discende sotto per due larghe e comode scale, colme di tavolette votive in una chiesa vecchia, dove in un altare coperto di lamini e illuminato da varie lampadi d'argento, somiglianti a quel di Loreto, si scopre, e tirata la cortina, mi fu mostrata, con una torcia, quella figura che sembra a mosaico, nel volto della tribuna, con la faccia alquanto guasta dal tempo, a sedere in trono, coronata da dodici stelle con la luna ed il sole, ritenendo il figliuolo avanti al petto, ricco di gemme. L'adorai e ne ricevei copie in carta. ...» ..."Nel 1886 "Demolito l'antico tempietto, una volta ornato bellamente di arabeschi d'argento, ed alla venuta degli Agostiniani di lastra colorata; venne costruito il nuovo, che non raccoglie lo spirito come prima, ma lo divaga assai! Esso ha due colonne nel fronte ed altrettanti pilastri nel fondo. Nei lati del tempietto, quattro robusti pilastri di marmo rafforzano il cielo della Cripta, che è di tufo macino.
Il tempietto è alto metri 3 e 98, largo metri 4 e 75 e lungo metri 5 e 30. Nei tre lati la zoccolatura è di bardiglio. Le colonne sono di ravaccione, e poggiano su due piedistalli, decorati con cornici riquadrate nelle loro facce, con fascie di brulè di Francia e bugne di Portasanta; le basi e le cimasi sono scorniciate. Sopra questi piedistalli poggiano le basi attiche e le colonne superiori, alte metri 2 e 75 baccellate ed impiallicciate di broccatello di Spagna. Nell'interno del tempietto, sotto l'immagine della Madonna s'innalza un altare di marmo statuario, ornato fra le cornici di pregevoli marmi colorati, cioè giallo e verde antico, broccatello di Spagna, brulè di Francia e breccia di Sicilia; il loro disegno però non dice nulla, anzi è pessimo!. In mezzo al paliotto dell'altare vi è il nome di Maria in rame dorato, e nella fascia della zoccolatura si legge: Ferdinandus II utriusque Sicilia Rex donavit A. D. MDCCCLIX.
Il sottocielo di figura rettangolare, lungo metri 3 e 67 per metri 3 e 44, è tutto d'argento. Rappresenta un campo stellato, nel mezzo del quale sta librato lo Spirito Santo entro una grande raggiera dorata. Le stelle sono dorate, ed intorno a questa soffitta gira una cornice anche di argento; ..."
Altri autori del Novecento e contemporanei aggiungono dettagli:
"Su questo ultimo [altare], come in una nicchia, è dipinta, alla greca, un'Immagine di Nostra Signora maestosamente seduta sopra un trono, col Bambino sulle ginocchia, coronata di dodici stelle, avendo a destra e a sinistra, in alto, il sole e la luna.
Immagine veramente taumaturga, per cui i devoti, a rammemorare i continui e strepitosi prodigi, la vollero chiamare «Santa Maria dei Miracoli di Andria»; specioso titolo piamente confermato dal Sommo Pontefice Gregorio XIII."
"L'affresco fa da sfondo ad un elegante tempietto, fatto costruire dal deposto re di Napoli, Francesco II di Borbone, il 1886, per soddisfare il voto del genitore, il re Ferdinando II, pronunciato, come si è detto, nella sua venuta ad Andria il 1859. ... Esso fu progettato dall'arch. Francesco Gavaudan, eseguito da Luigi Magliulo e inaugurato il 10 marzo 1887. ...
Il paliotto d'altare a cui si riferisce il Lo Iodice [e il Merra], è quello dell'altare a muro, da non confondersi con il paliotto della mensa eucaristica.
Al centro del paliotto d'altare, della Mensa eucaristica d'argento, vi è un ovale con S. Maria dei Miracoli in trono, lavorato a sbalzo, come la porticina d'argento del ciborio, con lo sbalzo della Vergine a tutta persona."
"Una prima ma vaga menzione degli argenti di Santa Maria dei Miracoli è datata al 1606 e si deve a Giovanni di Franco, allorché descrive il soccorpo della chiesa ... In seguito all'insediamento degli Agostiniani (1837),... copiosi furono i doni preziosi pervenuti al santuario, i quali, sicuramente, rimpiazzarono gli oggetti perduti in seguito ai ripetuti saccheggi, succedutisi qualche decennio prima. Tra gli anni Trenta e Cinquanta dell'Ottocento ... qui giunsero alcuni preziosi che arricchirono l'immagine della Madonna col Bambino: due corone d'argento ... preziosissimi orecchini e il fermaglio d'oro ...nel 1857 ... un parato d'altare e due corone d'oro ... diverse lampade d'argento ... dal re di Napoli Ferdinando II di Borbone una Rosa d'oro massiccio ... nel 1876, una lampada votiva d'argento. Di tutti questi doni, purtroppo trafugati il 25 gennaio 1983, resta a documentazione solo una foto d'archivio della Soprintendenza di Bari ...del 1972; più antica è la foto pubblicata da Mariano Ferriello nel 1930. ... "