All'andito o ambiente di passaggio per entrare nelle sale private si può pervenire sia dalla scala principale
attraverso il vestibolo che dalla secondaria, il cui accesso esterno si trova nell'angolo sud-est del cortile.
Questo andito presenta cinque porte, oltre quella d'ingresso, ed una scala che scende nelle cucine dell'ammezzato;
due di tali porte immettono in altrettanti ambienti con finestra su via Vaglio e precisamente in un ampia sala, probabilmente da pranzo,
e in una più piccola che con quella internamente comunica. Un'altra porta poi immette in un salottino privato,
dotato di balcone con affaccio su via Vaglio e di una finestra su via La Corte, un'altra porta a fianco immette
in una sala di ricevimento o compagnia, comunicante, questa, sia col salottino che con la sala da ballo. Un'ultima porta infine si apre
in una sala, forse uno studio dotato di bagno, studio che a sua volta dà poi nella cappella privata.
[Per meglio localizzare questi ambienti può essere utile ricercarli nella pianta del piano
collocata in calce a questa pagina.]
[L'adito o ampio ambiente di disimpegno con scala di discesa alle cucine dell'ammezzato e sua volta decorata (part.)
elab. elettr. su foto
Sabino Di Tommaso, Fiera d'Aprile 2004]
L'adito di accesso all'appartamento privato non ha decorazioni sulle pareti laterali;
solo la volta a padiglione presenta pitture che sembra non siano della stessa tecnica
utilizzata nelle sale più importanti ma ottenuta utilizzando solo delle maschere normografiche (stencil) direttamente sull'intonaco;
lo stile risulta più semplice, schematico e, direi, severo.
Un'ampia cornice a riquadri concentrici, stacca le bianche pareti dalla volta;
la prima fascia è una greca di gigli bianchi in ovali alternatamente rossi e blu;
la fascia più ampia e centrale presenta invece nel mezzo di ogni lato un disegno stilizzato
raffigurante matrone intente a lavori domestici, bianche in un ottagonale campo rosso bordeaux
e in stile prettamente classico antico, come le dodici anfore disegnate a intervalli regolari tra gli stessi disegni.
Il rosone da cui scendeva il lampadario è realizzato con un ventaglio viola aperto intorno al gancio,
circondato da un tenue intreccio di rami di edera; qui sembra che, su uno schema base realizzato
con stencil, siano state eseguite gradevoli rifiniture a pennello in vari colori sfumati.
Nel salottino, come abbiam detto, si perviene prevalentemente sia dagli appartamenti privati, attraverso l'andito su illustrato, sia dalle eleganti sale di ricevimento (presentate nell'altra pagina). Nella foto di sinistra (con oggetti e quadri in esposizione perché scattata come quasi tutte le altre durante la fiera d'aprile del 2004) la finestra sulla parete di fronte dà in via La Corte, mentre l'accenno di infisso a sinistra intende ricordare la presenza di un piccolo balcone su via Vaglio, l'unico su tale strada di proprietà di Onofrio.
[Particolari del salottino e della sua volta - elaborazione elettronica su foto di
Sabino Di Tommaso, Fiera d'Aprile 2004]
Anche il salottino ha pareti a tinta unita bianca e il padiglione della volta è dipinto con la stessa tecnica dell'andito su descritto, ma con una esuberante ricchezza di decoro floreale, nei colori dominanti del verde e del blu, picchiettati verso la parte inferiore da fiori rossi e coronato nella parte più alta da folti corimbi d'un riposante indaco.
Dallo stesso ampio disimpegno su visto, attraversando una sala usata probabilmente come studio e dotata di bagno nella quale c'è una scala di discesa alla cappella pubblica, si giunge in un'altra decoratissima, i cui dipinti evidenziano la sua destinazione a cappella privata. Due grandi finestre sulla sinistra con affaccio al cortile illuminano adeguatamente l'ambiente; sulla destra una porta a vetri a tre battenti immette nella piccola e piuttosto buia ma graziosa sacrestia; sulla parete di fronte un ripostiglio a muro, ben mascherato dal decoro, utilizza il vano di una porta, che fu murata quando i due fratelli Onofrio e Pasquale Spagnoletti divisero tra loro questo piano del palazzo.
[Panoramica verso Nord della cappella privata - elaborazione elettronica su foto di
Sabino Di Tommaso, Fiera d'Aprile 2004]
Come per le sale da ricevimento così per la cappella privata e l'annessa sacrestia le pareti e le volte sono interamente dipinte a tempera su una carta pre incollata sopra un intonaco perfettamente liscio, con ampio utilizzo di maschere normografiche. In ambedue questi ambienti il colore dominante è l'azzurro; le pareti presentano un fasciato verticale con una tenue filigrana da sembrare damascate, ravvivate da ordinate croci greche nei colori rosso-marrone ombreggiate di blu. Intorno alle pareti corre una cornice a schema geometrico, anche'essa totalmente ritmata da croci greche di varia grandezza e colore.
[La cappella privata, particolari della volta - elaborazione elettronica su foto di
Sabino Di Tommaso, Fiera d'Aprile 2004]
Nei quattro fusi della volta a padiglione, tra cornici con disegno analogo a quelle delle pareti, sono dipinti quattro santi: S. Onofrio, S. Ferdinando, S. Caterina e S. Anna. I primi due sono santi onomastici rispettivamente di Onofrio, compratore di questa parte del palazzo e del figlio Ferdinando; Caterina è il nome della moglie di Onofrio nonché madre di Ferdinando; Anna infine è il nome della madre di Onofrio e moglie del defunto avo Ferdinando.
[Sacrestia della cappella privata, i tondi dello Spirito Santo e della Madonna con Bambino
elab. elettr. su foto di
Sabino Di Tommaso, Fiera d'Aprile 2004]
[Sacrestia della cappella privata, gli ovali degli arcangeli Raffaele e Michele
elab. elettr. su foto di
Sabino Di Tommaso, Fiera d'Aprile 2004]
La piccola sacrestia quadrata, che essendo interna non ha fonti dirette di luce naturale,
mostra all'ammirazione del visitatore una splendida volta azzurra punteggiata di stelle;
sul bordo inferiore di ogni fuso del padiglione è simulata la scultura di una conchiglia
affiancata da due angioletti con flauto e lira, dalla quale s'innalza, qual perla, il tondo
di un dipinto.
Nei due contrapposti tondi ovali laterali sono incassati i dipinti ad olio degli arcangeli
Michele che sconfigge Satana,
e Raffaele che accompagna Tobia; negli altri due contrapposti tondi stanno un dipinto ad olio di una
Madonna
che adora il suo Piccolo addormentato
[1]
e, in quello del fuso di fronte, lo Spirito Santo sotto forma di Colomba.
Buona appare la qualità di questi dipinti, precaria la loro conservazione.
Si riporta qui sotto la pianta del piano nobile per meglio individuare dove sono ubicati
gli ambienti descritti in questa pagina: l'adito alla zona privata, il salottino,
la cappella privata con la relativa piccola sacrestia.
In un'altra pagina sono descritte
le sale da ricevimento e delle feste.
[Pianta del piano nobile del Palazzo ducale nel primo '900, in un particolare della ottocentesca carta topografica della Città
elab. elettr. su rilievi effettuati dall'Arch. Grazia Maria Roberto (pubblicate nel testo citato)]
NOTE _
[i suddetti dipinti a confronto: Madonna con Bambino di Carlo Maratta (Kunsthistorisches Museum di Vienna)
- Madonna con Bambino dormiente del Palazzo ducale di Andria
- Il sonno do Gesù Bambino di Carlo Maratta (Museo del Louvre di Parigi)]
[il testo e le immagini della pagina sono di Sabino Di Tommaso (se non diversamente indicato)]