La seguente Visita Pastorale del 1659, effettuata da mons. Alessandro Egizio alla Cappella del Palazzo Ducale che si affaccia nel cortile dello stesso, fornisce informazioni tali da far ipotizzare, quasi con certezza, che tale Cappella, tutt’oggi esistente, era una parte non modificata del precedente Palazzo della famiglia Del Balzo.
L’insieme di questi dati, quindi, invita a dedurre che l’attuale Cappella, nelle sue strutture essenziali, con molte probabilità è ancora quella originaria del Palazzo Ducale dei Del Balzo, nonostante qualche alterazione stilistica barocca, la scomparsa (o copertura) degli affreschi e alcuni nuovi accessi (sulla parete destra entrando) aggiunti dagli Spagnoletti, dopo la loro acquisizione (nel 1862), conseguentemente alla divisione del palazzo tra i due fratelli Onofrio e Pasquale.
Grazia Maria Roberto, a p. 35 del suo “Palazzo Ducale di Andria” edito nel 2001, scrive:
“La Cappella è dedicata alla Vergine Immacolata senza macchia, dipinto su tavola
collocato sull’altare. Sempre su tavola, nel presbiterio, vicino al Vangelo, un dipinto
raffigurante S. Andrea di Avellino. Sulla parete opposta si trova una porticina che conduce al piano
nobile: infatti i Duchi potevano assistere alle celebrazioni dallo stesso matroneo.”,
affermando di aver ciò letto nella “Visita Pastorale nel Sacello sito nel Palazzo Ducale”
scritta nel 1690.
Tuttavia tale documento da me non è stato trovato nell'archivio della Biblioteca Diocesana.
di † Alessandro Egizio (vescovo di Andria dal 1657 al 1689)
Die 18 m.s Iulij 1659 hora 12.ª
Ill.mus, et R.mus D.nus Visitator cũ suis adiunctis accessit ad Palatiũ Exc.mi Ducis Carafæ in quo est Ecc.[lesi]ª sub invocat.[io]ne S. Georgij, cuius Imago inspicit.[ur] in pariete de picta a latere dextro ingressus nimis antiqua et devota;
Dicta Ecc.[lesi]ª est in atrio dicti Palatij à conspectu ingressus eiusdem, habet unũ altare quod a pavim.[ento] elevat.[ur] per duos gradus lapideos, et per pradellã ligneã cũ suo pãno ex lana viridis coloris.
Altare est lapideũ et adsunt omnia necessaria ad celebratione eleganter, et venustè accomodata,
adsunt sex candelabra ex ligno de aurato, carta textus in principio, et lavabo cũ cornicibus
pariter ex ligno de aurato, ac pulvinaria duo ex serico rubri coloris,
Icon est SS.mi Crucifixi per vetusta, et muro depicta cũ imaginibus B. M.[ariæ] V.[irginis]
S.i Io:[annis] Evangelistæ, ac S.[ancto]rũ Ap[osto]lorũ Petri, et Pauli hinc inde ad stantium.
A lateribus dicti altaris hinc inde adsunt duo genuflexoria pro sacerdotũ celebrantiũ præparat.[io]nẽ, et ante altare candelabra magna cũ suis cereis in elevat.[io]ne sagratiss.mæ hostiæ deservientia.
Dicta Ecc.ª est fornicata, et in sũmitate adsunt insignia familiæ Exc.mæ De Baucis.
In medio Ecc.ª adest genuflexoriũ p[er] ampliũ, cũ pulvinaribus, et tapeto laneo.
A latere verò sinistro adest fenestra cũ cancellis ferrei pro comoditat.ẽ Ecc.mi Ducis in auscultandam missam, et alia similis, sed tàm parva super altare.
A latere verò dextro adest confessionale ad recipiendas sacram.les confessiones Exc.mi Ducis ac familiæ … deserviens.
Quæ omnia descripta D.nus Visitator pleno ore laudavit.
Mandavit tamen stante quod lapis sacratus dicti altaris est amovibilis, et multũ ab altari elevet.[ur], quod fabricet.[ur], et equi paret.[ur] cũ altari.
Nec non cũ Imagines S.mi Crucifixi ac B. M. V. et S.i Petri ex antiquitate, et humiditate sint corrosæ idem Ill.mus D.nus Vis.or mandavit quod accomodent.[ur], et restauret.[ur] iuxtà devot.nẽ Ex.mi Ducis, ac Ill.mi D.ni Hectoris Carafæ eius Patrui.
Et ad effectũ ut d.ª Ecc.ª in atrio existens pro talis cognoscat. mandavit in atrio eiusdem confici
bussulam ligneã arbitrio dicti Ex.mi Ducis et in finestra supra atriũ posita confici inpannatã ex tela cera illinita,
vel ex vitro ad arbitriũ pro arcendo vento, ac pulvere, et omnia ad libitũ Ex.mi Ducis, et Hectoris sui Patrui.
Et … mandavit mihi.
Il [venerdì] 18 luglio 1659 alle ore 12
l’Ill.mo e Rev.mo Visitatore con i suoi convisitatori si recò nel Palazzo dell’Ecc.mo [7°] Duca [Fabrizio] Carafa, nel quale c’è una Chiesa intitolata a S. Giorgio, la cui immagine si osserva dipinta sulla parete a destra dell’ingresso molto antica e pia.
Detta Chiesa si trova nell’atrio del Palazzo, di fronte all’entrata dello stesso; ha un solo altare che è sollevato dal pavimento con due gradini di pietra e una predella lignea coperta da un tappeto di lana color verde.
L’altare è di pietra ed è arredato di tutto il necessario per la celebrazione con grazia ed eleganza;
vi sono sei candelieri di legno dorato, le carte [gloria] “in principio” e “lavabo”
[3]
ugualmente in cornici lignee dorate e due cuscini di seta rossi.
[Nel dossale] c’è un affresco molto antico della Crocifissione con la Beata Vergine Maria
e S. Giovanni Evangelista, e, ai lati,in piedi i Ss. Apostoli Pietro e Paolo.
Ai due lati di detto altare stanno due inginocchiatoi per le orazioni preparatorie dei sacerdoti celebranti e davanti all’altare ci sono dei grandi candelieri con i loro ceri, utilizzati nell’elevazione dell’Eucarestia.
Questa Chiesa è centinata con volta ad archi, nell'alto della quale vi sono le insegne della Ecc.ma famiglia Del Balzo.
In mezzo alla Chiesa c’è un inginocchiatoio molto ampio, con cuscini e tappeto di lana.
Sul lato sinistro c’è una finestra protetta da ringhiera di ferro donde l’Ecc.mo Duca può ascoltare la messa, un’altra simile, ma molto piccola, è al di sopra dell’altare.
Sul lato destro poi c’è il confessionale per ricevere il sacramento delle confessioni ad uso dell’Ecc.mo Duca e familiari.
Il Sig. Visitatore espresse molte parole di lode per ogni cosa.
Tuttavia poiché la lapide sacra amovibile sporge dal piano dell’altare, ordinò che fosse fissata al suo stesso livello.
Inoltre poiché l’affresco della Crocifissione con la Beata Maria Vergine e S. Pietro per la loro vetustà e per l’umidità erano corrose, l’Ill.mo Sig. Visitatore ordinò che fossero riparati e restaurati, in conformità alla devozione dell’Ecc.mo Duca e dell’Ill.mo Sig. Ettore Carafa suo zio paterno.
Infine affinché detta Chiesa presente nell’atrio sia individuata come tale ordinò che sull’ingresso fosse dotata
di una bussola lignea a discrezione dell’Ecc.mo Duca, e all’interno della finestra verso l’atrio si applicasse
un riparo dal vento e dalla polvere di tela cerata o, a scelta, di vetro, il tutto a piacere dell’Ecc.mo Duca e di Ettore suo zio paterno.
Tanto mi comandò.
NOTE
[1]
Questa Visita Pastorale è stata letta e trascritta, dall'originale
"Acta Sanctae Visitationis Episcoporum Andriensium" (ASVEA),
presso la Biblioteca Diocesana "S. Tommaso d'Aquino" di Andria.
[2]
Le parentesi quadre indicano lettere non presenti per abbreviazione.
I puntini di sospensione (…) o ___ indicano lettere, parole o gruppi di parole di difficile lettura sul manoscritto,
non solo molto antico ma anche non perfettamente riprodotto.