Visita Pastorale di mons.Egizio del 18/07/1659

Contenuto

Cappella pubblica: navata
[L'interno della Cappella oggi
foto di. Sabino Di Tommaso - 2004]

Premessa

La seguente Visita Pastorale del 1659, effettuata da mons. Alessandro Egizio alla Cappella del Palazzo Ducale che si affaccia nel cortile dello stesso, fornisce informazioni tali da far ipotizzare, quasi con certezza, che tale Cappella, tutt’oggi esistente, era una parte non modificata del precedente Palazzo della famiglia Del Balzo.

Gli elementi che inducono a considerare la suddetta ipotesi come una certezza sono diversi:
- gli affreschi presenti sulla parete di sinistra presso l’ingresso e quello nel dossale dell’altare sono dichiarati nel 1659 antichissimi, quindi certamente non realizzati nei circa cento anni trascorsi dall’acquisizione del Palazzo da parte dei Carafa (nel 1552);
- nella volta è stato conservato lo stemma della famiglia Del Balzo;
- la localizzazione della cappella nel cortile esattamente identica all’attuale (compresa la finestrella sull’ingresso).

Inoltre tale localizzazione (e includendo le caratteristiche della più antica scalinata sul lato nord), portano anche a ipotizzare che il cortile dei Del Balzo nel Quattrocento avesse all’incirca l’attuale ampiezza.

L’insieme di questi dati, quindi, invita a dedurre che l’attuale Cappella, nelle sue strutture essenziali, con molte probabilità è ancora quella originaria del Palazzo Ducale dei Del Balzo, nonostante qualche alterazione stilistica barocca, la scomparsa (o copertura) degli affreschi e alcuni nuovi accessi (sulla parete destra entrando) aggiunti dagli Spagnoletti, dopo la loro acquisizione (nel 1862), conseguentemente alla divisione del palazzo tra i due fratelli Onofrio e Pasquale.

Grazia Maria Roberto, a p. 35 del suo “Palazzo Ducale di Andria” edito nel 2001, scrive:
La Cappella è dedicata alla Vergine Immacolata senza macchia, dipinto su tavola collocato sull’altare. Sempre su tavola, nel presbiterio, vicino al Vangelo, un dipinto raffigurante S. Andrea di Avellino. Sulla parete opposta si trova una porticina che conduce al piano nobile: infatti i Duchi potevano assistere alle celebrazioni dallo stesso matroneo.”,
affermando di aver ciò letto nella Visita Pastorale nel Sacello sito nel Palazzo Ducale” scritta nel 1690.
Tuttavia tale documento da me non è stato trovato nell'archivio della Biblioteca Diocesana.


(stralcio da "Acta Sanctæ Visitationis Episcoporum Andriensium")

“ Visita Pastorale” del 18 luglio 1659 [1]
alla Cappella pubblica del Palazzo Ducale

di Alessandro Egizio (vescovo di Andria dal 1657 al 1689)


[trascrizione del testo originale in latino] [2]

Die 18 m.s Iulij 1659 hora 12.ª

Ill.mus, et R.mus D.nus Visitator cũ suis adiunctis accessit ad Palatiũ Exc.mi Ducis Carafæ in quo est Ecc.[lesi]ª sub invocat.[io]ne S. Georgij, cuius Imago inspicit.[ur] in pariete de picta a latere dextro ingressus nimis antiqua et devota;

Dicta Ecc.[lesi]ª est in atrio dicti Palatij à conspectu ingressus eiusdem, habet unũ altare quod a pavim.[ento] elevat.[ur] per duos gradus lapideos, et per pradellã ligneã cũ suo pãno ex lana viridis coloris.

Altare est lapideũ et adsunt omnia necessaria ad celebratione eleganter, et venustè accomodata, adsunt sex candelabra ex ligno de aurato, carta textus in principio, et lavabo cũ cornicibus pariter ex ligno de aurato, ac pulvinaria duo ex serico rubri coloris,
Icon est SS.mi Crucifixi per vetusta, et muro depicta cũ imaginibus B. M.[ariæ] V.[irginis] S.i Io:[annis] Evangelistæ, ac S.[ancto] Ap[osto]lorũ Petri, et Pauli hinc inde ad stantium.

A lateribus dicti altaris hinc inde adsunt duo genuflexoria pro sacerdotũ celebrantiũ præparat.[io]nẽ, et ante altare candelabra magna cũ suis cereis in elevat.[io]ne sagratiss. hostiæ deservientia.

Dicta Ecc.ª est fornicata, et in sũmitate adsunt insignia familiæ Exc. De Baucis.

In medio Ecc.ª adest genuflexoriũ p[er] ampliũ, cũ pulvinaribus, et tapeto laneo.

A latere verò sinistro adest fenestra cũ cancellis ferrei pro comoditat. Ecc.mi Ducis in auscultandam missam, et alia similis, sed tàm parva super altare.

A latere verò dextro adest confessionale ad recipiendas sacram.les confessiones Exc.mi Ducis ac familiæ … deserviens.
Quæ omnia descripta D.nus Visitator pleno ore laudavit.

Mandavit tamen stante quod lapis sacratus dicti altaris est amovibilis, et multũ ab altari elevet.[ur], quod fabricet.[ur], et equi paret.[ur] cũ altari.

Nec non cũ Imagines S.mi Crucifixi ac B. M. V. et S.i Petri ex antiquitate, et humiditate sint corrosæ idem Ill.mus D.nus Vis.or mandavit quod accomodent.[ur], et restauret.[ur] iuxtà devot.nẽ Ex.mi Ducis, ac Ill.mi D.ni Hectoris Carafæ eius Patrui.

Et ad effectũ ut d.ª Ecc.ª in atrio existens pro talis cognoscat. mandavit in atrio eiusdem confici bussulam ligneã arbitrio dicti Ex.mi Ducis et in finestra supra atriũ posita confici inpannatã ex tela cera illinita, vel ex vitro ad arbitriũ pro arcendo vento, ac pulvere, et omnia ad libitũ Ex.mi Ducis, et Hectoris sui Patrui.
Et … mandavit mihi.

 
 


[traduzione]

Il [venerdì] 18 luglio 1659 alle ore 12

l’Ill.mo e Rev.mo Visitatore con i suoi convisitatori si recò nel Palazzo dell’Ecc.mo [7°] Duca [Fabrizio] Carafa, nel quale c’è una Chiesa intitolata a S. Giorgio, la cui immagine si osserva dipinta sulla parete a destra dell’ingresso molto antica e pia.

Detta Chiesa si trova nell’atrio del Palazzo, di fronte all’entrata dello stesso; ha un solo altare che è sollevato dal pavimento con due gradini di pietra e una predella lignea coperta da un tappeto di lana color verde.

L’altare è di pietra ed è arredato di tutto il necessario per la celebrazione con grazia ed eleganza; vi sono sei candelieri di legno dorato, le carte [gloria] “in principio” e “lavabo[3] ugualmente in cornici lignee dorate e due cuscini di seta rossi.
[Nel dossale] c’è un affresco molto antico della Crocifissione con la Beata Vergine Maria e S. Giovanni Evangelista, e, ai lati,in piedi i Ss. Apostoli Pietro e Paolo.

Ai due lati di detto altare stanno due inginocchiatoi per le orazioni preparatorie dei sacerdoti celebranti e davanti all’altare ci sono dei grandi candelieri con i loro ceri, utilizzati nell’elevazione dell’Eucarestia.

Questa Chiesa è centinata con volta ad archi, nell'alto della quale vi sono le insegne della Ecc.ma famiglia Del Balzo.

In mezzo alla Chiesa c’è un inginocchiatoio molto ampio, con cuscini e tappeto di lana.

Sul lato sinistro c’è una finestra protetta da ringhiera di ferro donde l’Ecc.mo Duca può ascoltare la messa, un’altra simile, ma molto piccola, è al di sopra dell’altare.

Sul lato destro poi c’è il confessionale per ricevere il sacramento delle confessioni ad uso dell’Ecc.mo Duca e familiari.
Il Sig. Visitatore espresse molte parole di lode per ogni cosa.

Tuttavia poiché la lapide sacra amovibile sporge dal piano dell’altare, ordinò che fosse fissata al suo stesso livello.

Inoltre poiché l’affresco della Crocifissione con la Beata Maria Vergine e S. Pietro per la loro vetustà e per l’umidità erano corrose, l’Ill.mo Sig. Visitatore ordinò che fossero riparati e restaurati, in conformità alla devozione dell’Ecc.mo Duca e dell’Ill.mo Sig. Ettore Carafa suo zio paterno.

Infine affinché detta Chiesa presente nell’atrio sia individuata come tale ordinò che sull’ingresso fosse dotata di una bussola lignea a discrezione dell’Ecc.mo Duca, e all’interno della finestra verso l’atrio si applicasse un riparo dal vento e dalla polvere di tela cerata o, a scelta, di vetro, il tutto a piacere dell’Ecc.mo Duca e di Ettore suo zio paterno.
Tanto mi comandò.

1ª pagina della Visita Pastorale di mons. Egizio del 1659

NOTE

[1] Questa Visita Pastorale è stata letta e trascritta, dall'originale "Acta Sanctae Visitationis Episcoporum Andriensium" (ASVEA), presso la Biblioteca Diocesana "S. Tommaso d'Aquino" di Andria.

[2] Le parentesi quadre indicano lettere non presenti per abbreviazione.
I puntini di sospensione (…) o ___ indicano lettere, parole o gruppi di parole di difficile lettura sul manoscritto, non solo molto antico ma anche non perfettamente riprodotto.

[3] L'insieme delle "carte-gloria" è un trittico di carte incorniciate che, dal Seicento a norma del Concilio di Trento, e fino al Concilio Ecumenico Vaticano II, erano poste sull’altare contenenti alcune formule rituali recitate a voce bassa (perciò dette anche “secrete”) dal celebrante in vari momenti della messa:
- quella sul lato dell’epistola, chiamata “Lavabo”, riportava le formule recitate appunto alla detersione delle mani ed alla benedizione dell’acqua;
- quella sul lato dell’Evangelo, chiamata “In principio” riportava l’inizio del Vangelo di Giovanni da recitare a fine messa;
- quella centrale, detta “Gloria”, perché riportava il canto del “Gloria in excelsis Deo” e le formule del Canone dell’offertorio e della consacrazione, il Credo e altre della comunione.
Carta-gloria detta "lavabo", della Chiesa di S. Nicola di Andria   Carta-gloria detta "Gloria", della Chiesa di S. Nicola di Andria
[Carte-gloria un tempo esposte sull'altare della Chiesa di S. Nicola di Andria]