[a sx: sacrestia dell'800 - fotoR. Sellitri 2010 - a dx: ambiente
"armarium" adiacente il coro della Chiesa - foto Sabino Di Tommaso 10/2017]
[la sacrestia dietro l'altare maggiore - foto di Sabino Di Tommaso - 2017]
Attualmente è adibito a sagrestia (foto a lato) la spazio presbiteriale, un tempo occupato dal coro e retrostante l'altare maggiore; in un primo tempo chiusa da due porte a vetri tra altare e pareti, dopo i restauri del 2017 è stata divisa dal presbiterio da un muro minimale.
L'ambiente con volta a crociera (foto in alto a destra), dal quale attualmente
si sale alla cantoria e pone in comunicazione il vano coro-sacrestia
sia col chiostro che con la ex sala capitolare con volta a schifo,
dall'Ottocento ad oggi è essenzialmente adibito a disimpegno del presbiterio e della sacrestia.
Ai tempi degli Agostiniani, quando cioè in questo cenobio si svolgeva la vita claustrale
(almeno dal Cinquecento fino agli inizi dell'Ottocento),
questo grazioso e piccolo ambiente (separato dal vano scala per la cantoria ma con esso comunicante attraverso una porta),
molto probabilmente era adibito ad armarium, a luogo cioè dove i frati riponevano
i libri usati quotidianamente nel coro, per le preghiere o la meditazione.
Dalla pianta d'insieme della chiesa con l'annesso convento, ripresa da un documento dell'Ottocento quando la struttura era utilizzata dal capitolo della Collegiata dell'Annunziata, è invece possibile desumere che era utilizzata come sagrestia la parte del chiostro adiacente la chiesa.
Non sappiamo dove erano collocati i dipinti dell' "Incoronazione della Vergine Maria" e il "S. Pietro pentito". Mentre è facile ipotizzare che l'Incoronazione della Vergine Maria, olio su tela (cm 140 x 138) di fine Cinquecento, fosse in una lunetta della sacrestia, per "San Pietro pentito" (anch'essa olio su tela di cm 96 x 75) può essere un posto qualsiasi delle pareti. Si è in cerca di individuare la loro collocazione da fonti documentarie o da testimonianze.
Attualmente (2015) sulla parete che affianca la chiesa
è affissa una tela dell'Annunciazione, un tempo posta
nel dossale del secondo altare di destra; essa tuttavia è sagomata in modo
da non potersi collocare su tale altare, se non inserendo delle aggiunte,
come fu attuato agli inizi dell'Ottocento dal Capitolo della Collegiata dell'Annunziata quando si trasferì in questa Chiesa.
L'appassionato di storia locale, Michele Monterisi, mi ha fatto notare che
il vaso di fiori, dipinto sulla tela in basso a sinistra, porta la firma del pittore
francavillese Domenico Carella e una
data: Dom.[eni]cus Carella / F.[ecit] 1768.
Maria, in preghiera su un genuflessorio settecentesco con la Sacra
Scrittura nella destra e la sinistra sul petto, rivolge il capo al
messaggio che l'angelo alla sua destra gli porta; questi le mostra il
giglio per indicarle che comunque non perderà la sua illibatezza mentre
con la sinistra addita il Cielo di cui è portavoce. I due protagonisti
sono circondati da vari angioletti.
Sulla stessa parete per qualche tempo agli inizi del 2015 è stata
esposta anche una copia fotografica del suddetto "S. Pietro pentito"
(utilizzata come sfondo nella esposizione eucaristica del Giovedì Santo del 2014)
il cui originale è collocato nel Museo Diocesano "San Riccardo".
Un breve studio di questo dipinto è realizzato nella
pagina dedicata ad alcune tele di Cesare Fracanzano.