[nicchia della "Madonna di Costantinopoli" - foto, 2018]
[iscrizione sulla soglia della nicchia della Madonna di Costantinopoli]
[affersco "Madonna di Costantinopoli" - foto Sabino Di Tommaso, 2021]
Questo affresco sovrastava il primo altare di destra presso l'ingresso, finché nella chiesa ve ne furono tredici, ridotti poi a cinque nel rifacimento settecentesco.
Scrive nel sotto citato testo Mons. Merra:
"... La Cappella della Madonna di Costantinopoli. A questa Cappella Sebastiano Tupputi, con istrumento fatto da notar Francesco Giacomo Petuso nel 1625, lasciò ducati 100 per la celebrazione di una messa ogni martedì, e di alcuni anniversarii. Detta somma fu presa in censo dagli eredi di Gian Lorenzo di Riso, per la quale nel mese di ottobre, pagavano duc. 10 annui. Nunzio La Ghezza sopra una sua casa, sita nella seconda Ruga longa, alla trasonda di mastro Natale Vurchio, lasciò un censo annuo di grana 10 a questa Cappella. L’Antica Immagine di questa Madonna, dipinta a fresco sul muro, nell’ammodernarsi la Chiesa, venne conservata, e nel 1773 fu chiusa in una cornice di marmo, con una lastra innanzi, a divozione d’un certo Saverio Zotti, come si legge sopra d’una piccola lapide marmorea: «Xaverius Zotti summo affectu aere suo decoravit. A. D. MDCCLXXIII»."
[da "La Chiesa e il Convento di S. Domenico" in Monografie Andriesi, di E. Merra, tip. Pontificia Mareggiani, Bologna, 1906, Vol. II, pagg. 8-9]
La nicchia in cui è affrescata questa Madonna della tenerezza (Έλεούσα) è in buona parte coperta da un muro che si discosta da quello portante il dipinto di circa 15 centimetri; ciò impedisce di vedere l'insieme pittorico che è molto più ampio di quanto appare dalla elegante cornice settecentesca di marmi mischi.
Nell'aprile del 2021 ho effettuato una non facile ripresa dell'affresco restaurato (foto a destra). Osservando la foto si tenga presente che la evidente non linearità della cornice dipende quasi esclusivamente dalla irregolarità della superficie dipinta, ripresa con una accentuata angolazione ed elettronicamente riquadrata.
Quando nel 1980 in visita d'istruzione con i miei alunni vidi l'immagine per la prima volta, i penetranti tratti dei visi e il loro accostarsi accorato m'ispirarono il seguente semplice e fugace pensiero.
Nell’indefinito sfondo dell’affresco
chiarori di un’elezione divina
lumeggiano
severe tinte del mondo
che attende incosciente
la Luce.
Visi composti
in sublimi reciproche intese,
d’ amore e sacrificio supremi,
raccontano un Bimbo
una Mamma
e di un sovrumano progetto:
la Redenzione alla vita
celeste.
Si propone qui sotto un confronto con la Madonna della tenerezza affrescata in Santa Croce ai Lagnoni, in quanto le due immagini presentano identici atteggiamenti dei due personaggi, stesse coloriture dello sfondo e degli abiti, ed una postura esattamente simmetrica.
[confronto tra l'affresco della Madonna in S. Domenico (particolare ante
restauro - foto restauratori) e l'affresco della Madonna in Santa Croce ai Lagnoni (foto Sabino Di Tommaso 2013)]