Descrizione: Su uno sfondo verde scuro il
Cristo crocifisso
appare di dimensioni maggiori rispetto alle altre figure, reclina il volto
alla sua destra verso la Madre; alla sua sinistra gli si protende
San Giovanni, mentre ai suoi piedi
la Maddalena,
abbraccia la croce.
Centrale nel dipinto e imponente, Gesù ha il capo nimbato e coronato di spine, il volto
sofferente emaciato e gli occhi chiusi; il corpo, lacerato in più punti e grondante
sangue, è cinto in vita da un perizoma diafano che (rispettando le leggi
della gravità non ancora enunciate) pende sulla sua sinistra.
[Lo svenimento di Maria nella Crocifissione in Santa Croce
ad Andria e in quella di Cimabue ad Assisi]
A destra del Figlio crocifisso, Maria, abbandonata
in svenimento nelle braccia delle pie donne, chino il capo sulla spalla destra, i capelli raccolti in
lunghe trecce chiare e chiusi gli occhi esprime intensa sofferenza interiore.
Le pie donne, invece, reclinano il capo verso di lei, la sorreggono con lo sguardo fisso
sul suo stato quasi a volerne sorbire e
alleviare il dolore. Le figure hanno il capo in nimbi luminosi e perlinati, in parte sovrapposti tra loro ad esaltarne la vicinanza affettiva e l’unisona angoscia.
Qui sopra si propone un confronto con un particolare della crocifissione di Cimabue presente nel transetto destro della basilica superiore di San Francesco ad Assisi, onde evidenziare gli influssi toscaneggianti presenti in molti degli affreschi della chiesa rupestre di Santa Croce, come, ad esempio, oltre a questa espressione di Maria, il rendere diafano il perizoma del Cristo.
[La Maddalena sotto la croce nella Crocifissione di Giovanni di Corraduccio a Foligno e
in quella in Santa Croce ad Andria]
Da non trascurare la posizione della Maddalena: induce a pensare che
sotto la croce rinvenga sicuro rifugio e protezione.
Ella è totalmente prostrata
ai piedi della croce che abbraccia, mentre con occhi tristi guarda lontano oltre la
scena, profondamente pensosi; il capo nimbato è proteso verso le caviglie del Cristo, le gote stirate dalla
sofferenza, le trecce bionde sciolte quasi per addolcire ed ombrare i tratti di un viso
bello e attraente.
Su un abito scuro indossa una mantella rossa che tutta la ricopre sì
che l'osservatore, come ella, sia indotto a mirare solo la croce e l'estremo
sacrificio del Cristo.
Anche per la Maddalena si propone un confronto con quella dipinta da Giovanni di Corraduccio nel 1430 nell'Oratorio della beata Angelina del Monastero di Sant'Anna a Foligno. Si vuol porre in evidenza come nella Maddalena in Santa Croce ad Andria, al pari delle altre figure presenti nell'intero affresco, i tratti siano non solo più essenziali, ma più umani e di una incomparabile dolcezza; caratteristiche che invece nella crocifissione del Corraduccio (come in quasi tutte le altre non meridionali di quel periodo) cedono il posto ad una certa rigidezza, e stereotipia, pur presentando tratto più deciso ed elevata eleganza formale.
[elaborazione elettr. su foto di. Sabino Di Tommaso - 1979]
Alla sinistra del Crocifisso, quasi sollevato sulla punta dei piedi
(non visibili perché distrutti o nascosti dalla Maddalena) è proteso verso Gesù il prediletto Giovanni,
con la mano sinistra alzata e l'altra sulla guancia esterrefatto per l'agghiacciante scena;
con affranto stupore ed evidente riflessione sembra stia accogliendo e interiorizzando il messaggio appena ricevuto dal Cristo morente.
Anch'egli ha il capo in un nimbo luminoso dal contorno perlinato; veste un mantello chiaro, molto drappeggiato, su
una tunica rossa. I capelli piuttosto corti e castani, lasciano scoperte le orecchie
e l'ampia fronte, quasi a voler esaltare l'attenzione del discepolo al dramma che si svolge.
La dinamica d'insieme sembra invitare
Giovanni a meditare sulle
frasi appena pronunciate dal Cristo.
«’Ιησΰς οΰν ’ιδών τήν Μητέρα καί τόν μαθητήν παρεστώτα όν ηγάπα, λέγει τη Μητρί: —Γύναι, ίδε ο υιός σου.»
(Gesù allora, vedendo la Madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla Madre: — Donna, ecco tuo figlio!)
Εΐτα λέγει τω μαθητή: — Ίδε η Μήτηρ σου.»
(Poi disse al discepolo: — Ecco tua Madre!»)
[brano tratto dal "Vangelo secondo Giovanni" (cap.19, v. 26-27): il testo greco dal "Nestle-Aland, 1993, XXVII edizione", il testo italiano dalla "Nuova CEI 2008"
Le figure debordano in più punti dalla cornice e affollano lo spazio disponibile.
Per una più approfondita lettura inseriamo due diverse analisi dell'affresco;
la seguente è contenuta a pag. 58 del sotto citato testo:
"Atrio: a sinistra entro un archivolto è affrescato un Cristo Crocifisso, con la Vergine sorretta da due pie donne da un lato, e S. Giovanni Evangelista dall'altro. Ai piedi dei Cristo è protesa a terra la Maddalena. Le figure, grossolanamente dipinte, si affollano nello spazio che mal le contiene sì che paiano volerne uscire, interrompendo una mano del Cristo e la figura di una delle pie donne il bordo di contorno.
La Vergine si abbandona alle braccia che la sorreggono, chino il capo su di una spalla, ad occhi chiusi, le pie donne piegano verso di lei i volti dal fisso sguardo intento, i nimbi si toccano, si sovrappongono in certi punti.
Dall'altro lato S. Giovanni alza una mano in cenno di accorato stupore, si tiene il volto con l'altra, il Cristo al centro ci appare di grandi proporzioni in confronto alle altre figure, nel capo reclinato nel volto scarno dagli occhi chiusi, «è il vago ricordo dei più diffusi prototipi dugenteschi bizantini».
La modellazione assai povera, i contorni indicati da tratti terrosi, fanno risalire questo affresco presumibilmente al primo trecento."
[tratto da “SANTA CROCE IN ANDRIA - NOTIZIE STORICHE E IPOTESI DI RESTAURO”, di F. Nicolamarino, A. Lambo e A. Giorgio, Tip. D. Guglielmi, Andria, 1981, pag. 58]
Il Prof. Giuseppe Brescia ci fornisce la seguente lettura dell'affresco:
"Una tipologia bizantina più mossa e addolcita, non priva di una calda e parlante sensitività popolaresca, si nota nella Crocifissione dell'archivolto dell'atrio, e maggiormente nel Compianto del Cristo in croce, con le Marie a sinistra S. Giovanni a destra e la Maddalena ai piedi di Gesù stillante copioso sangue da ogni parte del corpo: in un impianto prospettico già dinamico e ruotante, mercè i gesti trepidi delle figure, la vivacità intensa delle espressioni e degli sguardi che correggono in una tonalità più naturalistica la rigida frontalità dell'iconografia bizantina (sulla parete di fondo della navata destra). «Anzi nel più di questi dipinti si è costretti a presentire non lontana l'alba che precedé allo splendido giorno del rinascimento dell'arte», eloquentemente vedeva e voleva lo Spagnoletti (p. 23). E chi ricordi il pathos eloquente della masaccesca Crocifissione, dal polittico già al Carmine di Pisa (1426) poi a Capodimonte di Napoli, può anche indursi audacemente a sospettare nell'accoratezza del ductus lineare e dinamico del compianto andriese la mano di un artista còlto o non ignaro d'arte rinata, o partecipe e comunque coevo delle sue prime prove, che abbia ritradotto sermo illustris in sermo cotidianus: negli stessi anni, allora, di Francesco II Del Balzo, riformatore di molteplici altri usi civili e religiosi e «reinventore» - con operazione culturale non dissimile - della leggenda di S. Riccardo, patrono locale."
[tratto da “Una politica di beni culturali in Andria”, di Giuseppe Brescia, in "ANDRIA FIDELIS - quaderni di storia andriese" di AA. VV. Tip. D. Guglielmi, Andria, 1982, pag. 18]
Condizioni: erano discrete nel 1968, epoca della foto in alto; qualche anno dopo la parte di affresco rappresentante la Maddalena rovinò a pezzi non ricomponibili .
Epoca del Dipinto: presumibilmente il Trecento; i segni iconografici sono molti, come, ad esempio, il velo diafano ai fianchi di Gesù e la figura francescaneggiante del Christus patiens.
Non è infine fuori luogo operare un confronto tra le varie crocifissioni affrescate nelle cripte rupestri della città di Andria, per datarle nell'ideazione, negli eventuali restauri, radicali o conservativi.
Musica di sottofondo: "Davanti al Re" di Steven Fry - dal volume "Cantate Domino" del 1998 - coro polifonico "Farinelli" diretto da Graziano Santovito.