Ausiliatrice negli ardui bisogni,
l’Andriese con assidua fede l’invoca
dalla mesta pentecoste del millecinquecento novantotto,
allorché una bimba, caduta in una cisterna di periferia,
già vetusta Chiesa rupestre del contado,
con miracolo si salvò.
Che il rinvenuto affresco non sia la Vergine Maria,
ma una velata Santa abbadessa orientale,
non mina affatto la devozione del popolo,
che ogni martedì le dedica e accorre ai suoi piedi,
quale ancora di salvezza nelle difficoltà della vita.
Mira la Santa monaca con occhi rassicuranti il fedele,
e non s’imbroncia allo scambio d’identità,
rafforza invece le sue preci,
che immantinente riversa alla divina Madre d’ogni grazia,
a Maria, mattutina Stella del mare.
Salve Regina
«Salve del mare stella pietosa
vita, dolcezza, speme amorosa
noi, figli d'Eva, gementi erranti;
naufraghi in questo mare di pianti;
a Te, o bell'astro, le voci alziamo,
a Te piangenti sospiriamo.
Stella del mare, deh! dunque a noi
volgi pietosa i raggi tuoi:
e il benedetto Gesù tuo Figlio
veder ne lascia dopo l'esiglio.
Del mare o stella clemente e pia,
Salve dolcissima Vergine Maria.»
Saluto a Maria
Salve, salve, o bella Maria di Altomare, eccomi ai tuoi piedi; oh!
Come sei bella! Hai un volto di paradiso, hai le gote di rose,
gli occhi tuoi sono due stelle, la tua chioma ondeggia come un campo
di gelsomini, le tue vesti sono candide, tempestate di fulgidissime gemme.
Salve, salve o Vergine Maria, venite tutte a benedirla, ché Ella
è l’incanto della bellezza e dell’Amore.
Ma tu mi guardi e sorridi, o Maria di Altomare, vuoi chiedermi qualche cosa?
Ahimè! Meschina, che posso offrirti, se non la mistica ghirlanda?
Ed eccomi pronta a recitare la seguente corona.
Ave, o figlia del principe, corona di freschi fiori vorrei comporre
sul tuo capo, Regina mia; ma il fiore a te più grato è l’Ave Maria.
Ave, o figlia di Gerusalemme, serto di vaghe rose vorrei cingerti
ai fianchi, Regina mia, ma la rosa a te più cara è l’Ave Maria.
Ave, o Letizia d’Isdraello, fascio di gelsomini vorrei darti
tra le mani, Regina mia, ma il gelsomino a te più gradito è l’Ave Maria.
Ave, o bella delle convalli, ghirlanda di bianchi gigli vorrei
aggiustarti sul seno, Regina mia, ma il giglio a te più gradito è l’Ave Maria.
Ave, o Colomba Immacolata, di viole specialissime vorrei ornare
il tuo manto, Regina mia, ma la viola a te più cara è l’Ave Maria.
Ave, o donna del paradiso, tutta di giacinti vorrei intrecciare la tua chioma,
o madre mia, ma il giacinto a te più gradito è l’Ave Maria.
Ave, o gloria del Libano e del Carmelo, di rami d’olivo vorrei
circondarti, Regina mia; ma l’olivo a te più caro è l’Ave Maria.
Ave, o ebrea fortunata, le palme più elette vorrei deporre ai tuoi piedi,
Regina mia, ma la palma a te più gradita è l’Ave Maria.
Ave, o Regina di Salomone, di gemme le più ricche ornar vorrei le tue vesti,
Regina mia, ma la gemma a te più gradita è l’Ave Maria.
[tratte da "Maria SS.
dell'Altomare ..." di Riccardo Di Gioia, Tip. Ist. Apicella, Molfetta,
1938, pagg.78, 107-110]
... nella tradizione popolare ...:
... A Kaptồẹilẹ au littẹ miẹ
sté u vồẹirẹ fiğğẹ de Ddíẹ,
da piddẹ sté san Mbíddẹ,
au kustẹ sté san Gẹuánnẹ,
au Kustồẹilẹ sté Kristẹ pẹ iẹ dẹdẹčẹ apústẹlẹ,
mezzẹ au littẹ sté l’anğẹlẹ adírtẹ,
indẹ a la kồẹisẹ sté l’arkanğẹlẹ sandẹ Raffaồẹilẹ,
saupẹ au tittẹ sté Mariẹ verğinèllẹ
vẹstíutẹ da munakèllẹ. ...
[è la Madonna dell'Altomare vestita da monaca]
[tratto da "Letteratura popolare andriese" di A. Musaico
Guglielmi, Tip. Guglielmi, Andria, 1981, pag.14]