Alle spalle delle mura della città, dove sorgeva il bastione di Porta del Castello e a pochi passi dal luogo dove un tempo si elevava il castello Normanno-svevo, corre una stradina con edifici, più volte restaurati e modificati, che conservano tracce rilevanti della loro vetustà.
Sull'architrave in pietra locale della porta che immette nell'abitazione contrassegnata dal n. 1 troviamo incisa una triplice cinta: segno adottato dai Templari per indicare luoghi della città aventi particolare sacralità.
Il portoncino che immette al piano rialzato dell'abitazione n.7 ha nella chiave una bella maschera apotropaica.
I balconi inoltre della stessa abitazione e di quella confinante n. 15 hanno delle artistiche mensole figurate di pregio.
Mi è piaciuto soffermarmi su questi elementi architettonici e scultorei
per tentare di leggerli, di carpirne il significato e le radici storiche.
La triplice cinta rimanda la mia immaginazione ai tempi degli svevi, quando
nella nostra città diversi luoghi erano sede dell'ordine monastico-cavalleresco dei Templari,
protetti dal potente Federico II; a gomito di questa abitazione (dicevo sopra) sorgeva il castello svevo.
Gli elementi rinascimentali e barocchi, ornamento dei balconcini,
e le maschere apotropaiche propiziatorie e protettive sull'ingresso, rimandano
ai periodi successivi, quelli della dominazione aragonese e spagnola; il vicino fortilizio del quale
resta il bastione sporgente sulla strada Chiavara (Via Alcide De Gasperi) è
databile appunto tra il XV e il XVI secolo.