[trascrizione del testo originale in latino] [2] | [traduzione] |
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Eccl.a S. M.æ de Alto Mari.Die 28 9mbris [1694] Ill.mus [F. A. Triveri] cum Vic.° P.i, ex assumptis profectus est ad eccl.a S. Mariæ de Alto Mari. Est autem hæc eccl.a sita extra portam Civitatis d.a della Barra ad 200 circiter passus ad ea per plures gradus descenditur, et in presentiarum custoditur a duobus religiosis ordinis Carmelitanum, cui concessa fuit ab Ill.mo P. Alexandro Egittio olim eiusdem Civitatis Ep.o, usque quò eccl.a, et Conventus ord. ædificatus fuerit. Ad hanc cum pervenisset Ill.mus visitator ministrante aspersorio P. Priore dicti ord.is aqua Benedicta pro se accepit, aliisq. tradidit. Invenitq. quod pro tabula, adest Imago Beatæ M.æ Virginis in pariete depicta, quod Altare est decenter ornatum sed sup.a mensam duæ tantum erant mappæ, seu tobaleæ, et Alt.e portabile erat nimis parvum, imò et mensa ipsa, non de lapide ut decet, sed de ligno, et qui … multis parvis tabulis inepte dispositis. Aliud Altare sub eodem titulo B. M. situm est in eadem eccl.a a latere epistulæ in quo pulcra adest tabula, in qua depicta est Beata Virgo puerum Iesum ad sinum tenens. Altare portatile est pariter alteri sup.a descripto et sup.a mensam duae tantum sunt mappæ, ob dictum fuit, quod pro 3a aderat tela Altari ipso fixa. A latere Evangelij adest quidam locus deserviens pro Sacristia, sed cum sit valdé humidus, ibi sacra suppellectilia non servantes detur fuit. Quod alt.[ari]a portatilia amoveantur et maiora postaquam fierint consecrata ponantur, ita aptentur quod a pectore celebrantis non tantum distentur, et a plano mensæ parum sup[er]emineantur[?]. Quod dum sacrum agitur tres omninò sint mappæ quorum duæ infreք. saltem totam mensam operiant superiori et autem a lateribus etiam pendeat. Quod a mensa p.i Altaris tollantur tabulæ, et ea lateribus cœmento unitis fiant. |
Chiesa di Santa Maria dell'Alto mare.Il giorno 28 novembre 1694 l'Ill.mo [visitatore mons. Triveri], col Vicario P. tra gli assunti, si recò alla Chiesa di S. Maria dell'Alto mare. Questa Chiesa si trova a circa 200 passi fuori della Città andandovi per la porta chiamata "della Barra"; in essa si scende per molti gradini, e attualmente è custodita da due religiosi dell'ordine Carmelitano, ai quali fu concessa dall'allora vescovo della Città Alessandro Egizio, finché la loro Chiesa e Convento non fossero stati edificati. Giunto alla Chiesa l'Ill.mo asperse di acqua benedetta se stesso e gli altri con l'aspersorio ricevuto dal ministrante P. Priore di detto ordine [carmelitano]. Trovò l'altare [principale] decentemente ornato con due sole tovaglie, sul dossale del quale c'è una immagine della Beata Maria Vergine dipinta sulla parete; l'altare era di tipo portatile molto piccolo e la stessa mensa non era di pietra, come dovrebbe essere, ma di legno e realizzata con molte tavole mal connesse. Sul lato dell'epistola [a destra del precedente] c'è un altro altare, portatile e di legno come il precedente, sul dossale del quale è affisso un quadro della Beata Vergine recante in grembo Gesù Bambino [probabilmente è il bel quadro della Vergine del Carmelo, attualmente collocato sull'altare maggiore della chiesa del Carmine, come si evince anche dalla successiva visita pastorale di mons. A. Ariano del 12 settembre 1697]; poiché sulla mensa stanno solo due tovaglie, fu detto di fissarvi una terza tela. Sul lato dell'Evangelo [a sinistra del primo altare] c'era un ambiente che serviva da sacrestia, ma essendo molto umido, in esso non si conservavano gli arredi sacri. Il vescovo ordinò: di eliminare gli altari portatili e di porvi altri più grandi dopo averli consacrati, inoltre si realizzassero in modo che non fossero distanti dal petto del celebrante e non superassero di molto il piano mensa; che quando vi si celebrava sugli altari ci fossero tre tovaglie che coprissero tutto il piano e pendessero dai lati; che l'altare principale non avesse tavole e si ergesse su mattoni cementati. |
[trascrizione del testo originale in latino] | [traduzione] |
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Eccl.a seu Orat.um S. Mariæ della NovaEadem die successivé Ill.mus accessit ad eccl.ā S. M.æ dictæ della Nova pené sup.a d.ā eccl.ā positam, quæ deservit pro habitatione duum Religiosorum ord. Carmelitanum, qui assistunt ædificationi novæ eccl.æ, et Conventus sui ordinis. Adest parvum Altare, in quo dictum fuit quod celebratur in quodam festo. Ex una parte constructæ sunt cameræ pro habitat.ne duum Religuisorum; ex alta.e facta est coquina, media verò deservit pro refectorio, ideò decret.um fuit. Quod moneatur Procurator equitum Hyerosolimitani ad quo dicta eccl.a spectat ad dimittendis illos religiosos ex illo loco, alias alt.e demolietur, et intereà sit suspensum. |
Chiesa o Oratorio di Santa Maria della Nuova.Successivamente nello stesso giorno l'Illustrissimo [visitatore] si recò alla Chiesa di Santa Maria detta della Nuova, posta appena sopra l'Altomare; essa è utilizzata come abitazione da due Religiosi dell'Ordine Carmelitano, che assistono alla costruzione della nuova chiesa e convento del loro ordine. C'è in piccolo altare, sul quale, ci fu detto, si celebra in qualche festa. In una parte della chiesa ci sono le stanze usate come abitazione dei due religiosi; dov'è l'altare si è realizzata la cucina, la stanza di mezzo serve da refettorio; perciò fu deciso quanto segue. Che si richiami il Procuratore dell'Ordine dei Cavalieri di Gerusalemme, a cui spetta la cura di questa chiesa, perché allontani quei religiosi da essa, altrimenti si demolisca l'altare e, nel frattempo, sia interdetto. |
[trascrizione del testo originale in latino] | [traduzione] |
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Orat.um S. Viti
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Oratorio di S. Vito,
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[pianta schematica della cripta dell'Alto mare nel 1694, secondo la descrizione di mons. Triveri - elab. Sabino Di Tommaso]
NOTE
[1] Le Visite Pastorali sono state lette e trascritte, dall'originale, "Acta Sanctae Visitationis Episcoporum Andriensium" (ASVEA), presso la Biblioteca Diocesana "S. Tommaso d'Aquino" di Andria (grazie alla disponibilità e competenza delle dott.sse Silvana Campanile e Tonia Del Mastro).