[1.] Lą dove finivano i colli iniziava la piccola lama
ove un tempo scorreva tranquillo un ruscello.
Dapprima era stretta chiusa da oriente a ponente
tra dolci colline assolate,
e poi si ampliava verso il borgo in una vasta conca
che in tempi remoti
ospitava uno specchio di carpe e ronchi
nelle incerte rive tra gli anfratti del contado
di Sant’Angelo al lago.
[4.] Pił in basso il rigagnolo d’acqua
ristorava quadretti di un verde pił intenso
brillante, imperlati dall’ultima pioggia
che attirava a frotte gli insetti
sui teneri ortaggi di maggio.
Risaltavano nel verde pallido delle colture
sparsi tra i colli e la lama
i trulli, i capanni, un bianco slargato casale.
[5.] Il torrentello in meandri stretti ora fluiva
avvolgendo l’abitato colle con premuroso abbraccio
da Porta la Barra ai pie’ di San Lorenzo;
stringeva da presso d’Andre l’umide dimore
mentre accoglieva dall’altra sponda
i residenti fuori mura delle grotte di San Vito
e della bassa Camaggio.
[8.] E misterioso e irreale,
in rare albe autunnali o all’imbrunire
lo sguardo si perdeva smarrito
a un lancio di pietra dagli antri del pendio
quando una nebbia leggera inattesa
saliva dai campi fasciava il paesaggio
sbordava l’immagine d’ogni contorno sincero.
da " I pensieri del Folletto", SDT
[2.] Guardando dai colli nei giorni sereni
si vedeva la distesa dei piccoli campi
degradanti verso la lama
che da un lato, a settentrione,
era interrotta dalle prime case di periferia
e dall’altro pareva non aver fine
oltre l’ultima ansa a mezzogiorno.
[3.] Sia i colli che la stretta valle
del serpeggiante duplice acclivio erano fertili:
fazzoletti contigui d’ulivi con ampie macchie di viti
qua e lą punteggiati
di mandorli e pruni, di fichi, di peschi e albicocchi.
Siepi a secco o macerie di sostegno
orlavano i campi e le carrarecce
e si coloravano del verde pił vario
con rovi e carciofi, asparago e fico d’India.
[6.] Industrioso un popolo di figuli maniscalchi carpentieri
ramai e fabbri d’ogni arnese viveva in quei recessi naturali
a monte dell'angusto speco a Sant’Andrea votato,
primo tempio cristiano di quei luoghi.
[7.] Oltre il guado s’affollavano capanne di pastori
e operai del contado in ambienti sopraelevati a grotte
per ritrovarsi insieme per le preci dei vespri
accanto ai sacri arcosoli dei primi cristiani del luogo
nel rupestre oratorio, caldo e mirabile negli affreschi
della leggendaria Sofia, la Sapienza Divina,
e dell'imponente Crocifissione
con un San Giovanni spaurito e la sconsolata Vergine.