[Porta Sant'Andrea: olio su tela 40x50 del prof. Angelo Gazzilli, 1983]
Detta anche Porta di Federico, secondo la leggenda fu edificata dai Normanni e ricostruita dagli Svevi intorno al 1230.
Di essa scrive Vincenzo Zito nel sotto citato studio su "L'antica Porta del Castello di Andra":
«La porta di S. Andrea è l’unica delle porte urbiche sopravvissuta. Si apre
sul lato ovest della città, nel letto della lama Ciappetta, e da essa partiva
la vecchia strada per Canosa. Da questa porta si accedeva anche alle
“fornaci di S. Lorenzo” ed infatti è conosciuta anche sotto il nome di
“Porta delle fornaci”. La porta attuale è il risultato della ricostruzione
eseguita nel 1593, in conseguenza del ritrovamento dell’immagine di S.
Maria dei Miracoli (D’Urso, 1842, pag. 141), anno inciso al disopra della
chiave di volta dell’arco frontale. Nulla sappiamo della precedente porta
tardo medievale, aperta forse con l’ampliamento delle mura che sarebbe
avvenuto dopo il XIII secolo. La porta attuale, in chiaro stile
rinascimentale, è formata da una parte basamentale in leggero bugnato e
da un secondo livello scandito da quattro paraste. Nelle specchiature tra
le paraste sono visibili le tracce lasciate dalla presenza di tre stemmi, dei
quali non ci sono pervenute notizie o descrizioni, neppure relativamente
alla data della loro rimozione. Forse lo stemma centrale, di maggiori
dimensioni, riportava l’arma dei Carafa, duchi di Andria al tempo della
costruzione della porta. ...»
[testo tratto da "L'antica Porta del Castello di Andria" di V. Zito, 2a ed. dell'Autore, 2014, pagg.30-34]
Questo il testo del D'Urso, richiamato da Vincenzo Zito nella su riportata citazione:
"Anni 1582. ...
Non è da trasandarsi una osservazione sulla Porta delle Fornaci, o
sia di S. Andrea.
Trovandosi essa in questo tempo molto deteriorata, e quasi
collabente, si pensò da questa Università rifarla; anche per la
comodità del traffico accresciuto a motivo della fondazione del
Monistero de' Benedettini di S. Maria de' Miracoli.
Siccome tale ristauro, o riforma successe nel 1593.; così si segnò
questo millesimo, il quale è molto posteriore a quello di Federico
II., senza ripetere il primo: mentre quello esametro:
«Andria Fidelis nostris Affixa medullis»
pronunciato dall'Imperatore in uscendo di qui, stava già con lettere
grandi inciso sull'antica porta colla indicazione dell'anno 1230."
[testo tratto da "Storia della Città di Andria" di R. D'Urso, tip. Varana, Napoli, 1842, Libro VII, cap. IV pagg. 140-141]