Nell'immagine, ripresa dalla finestra rettangolare praticata nel pavimento prima del transetto, si possono osservare resti della pavimentazione quando (intorno al 1657) la navata della cripta si estendeva sino alla curva dell'affresco della crocifissione (con una superficie non superiore a 8mx16m).
"La rimozione del pavimento, a quadroni, ha evidenziato la traccia
di tre pilastri di roccia tufacea, di varia forma e sezione,
segati quasi tutti alla medesima quota 0,92 - 0,93 - 0,97;
tangente ai bordi dei tre tronchi di pilastri si apre una vasca circolare
del diametro di circa m 4,50 profonda circa m 1,20 a forma di catino
e completamente rivestita con un impasto di coccio pesto a frammenti grossolani.
La posizione della vasca, e la presenza dell’affresco di un santo vescovo,
sulla concavitą della residua grotta adiacente,
lasciano pensare all’originario impianto di un luogo di culto formato,
quanto meno, da due ambienti tra loro comunicanti.
Il piano di calpestio di questo primo luogo di culto
doveva essere ad una quota media di m -1,60.
La vasca č risultata priva dell’ugello di scarico
ma piena di frammenti fittili acroni di anfore"
[di Mauro Civita, dalla rivista "Tema", n.2 - 1993, pag. 8]
Nei restauri della chiesa operati negli anni ottanta (1986-1989) č stata ritrovata la sottostante porzione di affresco, frammento probabilmente determinato dall'ampliamento effettuato dal Santacroce a fine '800 (1875-1877).
Che personaggio rappresentasse č difficile
individuarlo, per l'esiguitą degli elementi iconografici leggibili.
Le linee dell'abbigliamento, il taglio dei capelli, fanno
pensare ad un personaggio contemporaneo alla
Santa Cecilia e alla
Maddalena affrescate in Cristo Misericordia (nel Cinquecento).