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Castel del Monte ai primi del Novecento

Castel del Monte

presso Andria

di mons. Emanuele Merra


I
Il Castello di Santa Maria del Monte

Sotto il lucentissimo zaffiro del cielo di Puglia cosi bellamente ricco d’incanti, di sole, e di luce; in mezzo ad una lunga ed ondulata catena di dolci e deliziose colline, dette Murge, presso la città di Andria; una fra esse si eleva quasi piramide, incoronata da un solitario monumento d’un grande passato.

È il Castello del Monte, che grandiosamente severo e sublime posa sopra un sodo maestoso da sfidare i secoli, e torreggia su quella sommità, tra le amene delizie d’una natura paradisiaca.

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Dai tempi dell’imperatore Federico II di Svevia (1), fino a Giovanna I, regina di Napoli, questa splendida reggia ed insigne fortezza fu sempre denominata Castello di Santa Maria del Monte (2). La prima volta che trovasi senza l’appellativo di Santa Maria, ma è detto semplicemente Castello del Monte, è in un decreto di re Ferdinando d’Aragona, datato dal Castello di Altamura, il l° dicembre 1463 (3). D’allora in poi fu chiamato sempre così.

Sembra che questo splendido edificio abbia preso un tal nome da un’antichissima Badia di Benedettini, appellata Santa Maria del Monte, esistente come dicono il Forges Davanzati (4) ed il Gregorovius (5). nel villaggio di Castro, il quale forse è quello che nei Registri di Carlo I d’Angiò, vien detto Casale di Castro, sito nel Giustiziariato di Bari (6).

Forges-Davanzati (7) pel primo, seguito poi da Schulz, Minieri - Riccio, Huillard-Bréholles, Gregorovius, Salazaro e da altri, opinò che il monastero di Santa Maria del Monte fosse quello che dal 1221 fino al 1292, fu soggetto agli arcivescovi di Trani, come è registrato nelle Bolle loro dirette da vari Pontefici nel determinare i confini della metropoli Tranese. Ma tate opinione è erronea, perché questo monastero fu soggetto alla diocesi di Trani fin dal 6 novembre 1121, un secolo prima inoltre in dette Bolle si dice troppo chiaramente che questo monastero di Santa Maria del Monte era costruito nel territorio della città di Trani: «Monasterium Sanctæ Mariæ de Monte quod in territorio Tranensis civitatis situm est» (8). Ora il territorio di Trani, dalla parte del Castello del Monte, non si estende al di là del campo di Sant’Elia, ove il 13 febbraio 1503 avvenne il celebre combattimento del tredici Italiani con i tredici Francesi (9). Né pare possa ammettersi l’opinione dell’egregio G. Beltrani, il quale vorrebbe che Santa Maria del Monte fosse l’antico tempio di Santa Maria fuori le mura di Barletta (10). Infatti nelle Bolle pontificie si dice che questo monastero era costruito nel territorio della città di Trani, il quale certamente non doveva arrivare fin sotto le mura di Barletta. Inoltre in quelle Bolle si parla di monastero, e la Chiesa di Santa Maria di Barletta nessun ha detto mai che fosse stato un monastero. Finalmente il tempio di Santa Maria di Barletta chiamavasi Santa Maria de Auxilio (11), non già Santa Maria del Monte. Per la qual cosa io penso che la Badia, la quale senza dubbio ha dovuto dare il nome al Castello, sia stata quella di Santa Maria del Monte, di cui Cencio Camerario parla nel suo Censo, e che dice nel 1192 appartenere al Vescovado di Andria, e di pagare alla Curia Romana l’annuo censo di mezz’oncia d’oro (12).

Castel del Monte ai primi del Novecento

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Di questo monastero di Santa Maria del Monte si fa parola in un decreto del 24 ottobre 1317, col quale re Roberto ordina al Capitano di Barletta, ed al maestri portuari di Puglia di far trasportare in Napoli due colonne di marmo, che un tempo giacevano sul suolo di Santa Maria del Monte, non che una vasca parimente di marmo, che stava nel Palazzo del Pantano, cioè di Foggia, per porle nel monastero del Santo Corpo di Cristo, ora di Santa Chiara, che egli con la sua carissima consorte Sancia, regina di Gerusalemme e di Sicilia, stava edificando (13). Queste due colonne lavorate a spira, con un’aquila vicino al capitello, ivi si ammirano presso al maggiore altare. Non sono dunque, come dicono alcuni, le colonne del tempio di Gerusalemme, né come scrive il Salazaro, le Colonne tolte a Castel del Monte (14); sibbene quelle dell’antichissimo monastero di Santa Maria del Monte.

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Questa Badia di Santa Maria del Monte pare avesse un Ospedale annesso. Infatti nella Cronaca delle cose memorabili del Monastero di S. Stefano Protomartire in riva al mare, presso Chieti, scritta dal monaco Rolando che viveva negli anni del Signore 1157 (a meno che con Michelangiolo Schipa non voglia ritenersi per apocrifa) (15), si legge come nel 1137, un corto Leone Vescovo di Andria, con pubblico atto, confermava al detto Monastero la donazione dell’Ospedale di Santa Maria chiamato del Monte Bagnuolo (16).

E veramente nelle vicinanze di Castel del Monte esiste un territorio, che tuttora porta il nome di Bagnuolo. Leone poi sarebbe il nome di un Vescovo anonimo, segnato nel Catalogo dei Vescovi di Andria dall’Ughelli al numero terzo.

Nella medesima Cronaca (17) leggesi pure che nei pressi di questa Badia, e propriamente nella Selva Andriese, vi fosse costruita una Chiesa, sacra ai santi martiri Nicandro e Marziano, la quale con l’intero stato e dritto suo, nel 1144, dal medesimo Vescovo Leone veniva donata al detto monastero, per amore e devozione, che portava al Protomartire, e che il Cellerario Roberto, a nome dell’Abate e del Monastero, con carta di notaio ne prendeva possesso.

[Tratto da: Emanuele Merra, "Castel del Monte - presso Andria", 3ª edizione, Scuola Tip. Istituto Apicella per Sordomuti, Molfetta, 1964, pp. 15-19.]


NOTE - (Nell'originale la numerazione è di pagina e non progressiva dell'intero capitolo)

(1) «Fridericus II etc. Cum pro Castro quod apud Sanctam Mariam de Monte etc.» Vedi documento I.

(2) «Johanna etc. In Castro Sancte Marie de Monte etc.» Vedi documento XLII.

(3) «Rex Ferdinandus etc. Castellano de lo Castello de lo Monte». Vedi documento XLIII.

(4) Dissertazione sulla seconda moglie di Manfredi e su’ loro figliuoli, cap. XIII, pag. 62, nota 2.

(5) Nelle Puglie — Castel del Monte, pag. 310

(6) «Cedule taxationis etc. In Justitiariatus terre Bari. Casale Castri, tar. XVI, gr. XVIII. Data Neapoli etc. Anno Domini MCCLXXVI etc.» Reg. 128 B, fol. 259. FORGES-DAVANZATI, Dissertazione ecc. pag. LXXV.

(7) Dissertazione ecc., cap. XIII, pag. 62, nota 2.

(8) Prologo, Le carte che si conservano neII'Arch. Metrop. di Trani, p. 72 ecc.

(9) «Mattinæ S. Eliæ intus civitatis territorium juxta Andriæ et Caurati tenimenta, idest tranensis agri, versus civitates jam dictas, extremus fìnis. et in qua illud gloriosum singulare Italorum certamen contra Gallos, sæculo XVI ineuntc, pugnatum est». Beltrani, Ces. Lambertini, pag. 817.

(10) Un paragrafo dell'opera di E. Schulz sui monumenti del medioevo nella ltalia meridionale illustrato e commentato con documenti inediti, pag. 26. Spoleto, 1879.

(11) S. Loffredo, Storia di Barletta, vol. l, pag. 112. Trani, Vecchi, 1893.

(12) «In Episcopatu Andriensi. Monasterium Sancte Marie de Monte mediam unciam auri». Conf. Fabre, Liber Censum Camerarii. Bibl. de l’École français de Rome.

(13) «Cum velimus columnas duas marmoreas nulli ædificio adherentes, sed olim in solo terre Sanctæ Mariæ de Monte jacentes nec non concam unam similiter marmoream sistentem in palacio pantan (seu terre fogie) deinde per nos Monasterio S. Corporis Christi quod Neapoli constituitur opus quidem nostrarum manum et Sancte Regine Jerusalem et Sicilie consortis nostre carissime donates». Reg. Ang. 1317 C. N. 213, fol. 334. — MINIERI RICCIO, General. di Carlo II d’Angiò. Arch. Stor. per le Prov. Nap., vol. VII, pag. 260.

(14) «Le colonne a spira grandiose che veggonsi nella chiesa di S. Chiara in Napoli presso il maggiore altare, furono tolte a Castel del Monte». Studi sui monumenti ecc. parte II, Castel del Monte, pag. 15.

(15) Arch. Stor. per le Prov. Nap., anno X, pag. 534 e seg.

(16) «XXXIX. Eodem anno 1187. Leo Episcopus Andriæ confirmavit monasterio (S. Stephani ad Rivum maris) per chartam donationem Hospitalis, quod appellatur Montis Balneoli», Chronicon Rerum memorabilium monasterii S. Stephani Protomartyris ad Rivum maris scriptum a Rolando Monacho qui vivebat. An. D. MCLVII, Arch. Stor. per le Prov. Nap., an. X, pag. 572.

(17) «XLIV. Anno MCXLIV. Supradictus Leo Episcopus Andriæ propter amorem et devotionem erga S. Stephanum et eius Monasterium, donavit Ecclesiam SS. Martyrum Nicandri et Marsiani, quæ est in Andriensi sylva constructa cum integro statu et jure suo, et Robertus Cellararius nomine Abbatis et Monasterii possessionem cepit per chartulam Notarii». Chronicon Rerum memorabilium etc., pag. 573.