di mons. Emanuele Merra
Castel del Monte, regnando Giovanna I, regina di Napoli, continuò a far parte del demanio regio. Troviamo infatti carcerati in esso prima Pietro e poi Giacomo Rogadeo di Bitonto. Rilevasi ciò da un mandato della regina, dato in Napoli il 16 dicembre 1346, l’anno quinto del suo regno, e sottoscritto da Adinolfo Cumano di Napoli. Con questo mandato diretto al giustiziere di Terra di Bari, ed in sua vece al capitano di Bitonto, Giovanna fa sapere di essersi innanzi alla sua maestà presentato Pietro Rogadeo di Bitonto con una commovente supplica, in cui le esponeva come per innata malizia e scaltra astuzia del giudice Giacomo de Ferrariis di Bitonto, il quale non voleva pagare ai suoi creditori Baucio di Buczanis e Bartolomeo di Bardis la somma di cento trentatré oncie, che loro doveva; egli era stato arrestato dal milite Giacomo dei Cavalcanti, allora ufficiale in dette parti; e dalla sua gente, che cercava ricuperare il detto debito, era stato percosso a morte nell’atto dell’arresto, e per comando di esso milite era stato per più giorni carcerato. Però se era stato liberato dal carcere, aveva rimasto, per suo ostaggio e per suo cambio, prigioniero nel castello di Santa Maria del Monte il suo fratello Giacomo, con grave pregiudizio e danno di entrambi. Per la qual cosa umilmente supplicava la sua real maestà a farli indennizzare sopra dei beni mobili ed immobili di esso giudice, di venti e più oncie, che essi fratelli avevano consumate nel tempo della loro carcerazione, e per varie altre spese portate dopo. In vista di tale supplica Giovanna I ordinò al giustiziere di Terra di Bari che immediatamente, senza presentazione di libello, senza strepito forense, ma sommariamente si facesse giustizia ai fratelli Rogadeo. In tal modo Giacomo poté uscir subito dal carcere di Castel del Monte (1).
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In tempo della dominazione di Giovanna, troviamo Nicola Acciajuoli fiorentino, signore di Corinto e gran maggiordomo del regno di Sicilia, feudatario di Castel del Monte. Facendo egli nel 1358 il suo testamento, nomina eredi dei numerosi feudi i tre figli Angelo, Benedetto e Lorenzo. Tra le altre disposizioni lascia a Benedetto i feudi di Canosa, Orta e le provvisioni delle gabelle di Barletta e Bitonto, se sposando la contessa di Ascoli, avrà i feudi di lei. Se non la sposerà non avrà i suoi feudi; lega all’istesso Benedetto il Castello di Santa Maria del Monte, la terra ed il castello di Corato, il castello di Palo ecc. (2). Se poi Benedetto sposerà la contessa d’Ascoli, allora questi beni, cioè Castel del Monte, Corato, Palo ecc. andranno al terzo figlio Lorenzo (3).
Però il Castello, come castello, restò nel Demanio regio fino al 1507.
In quale anno Giovanna I abbia concesso il feudo di Castel del Monte all’Acciaiuoli, né lo dice il Buchon, il quale nelle sue ricerche storiche riporta solo il decreto delle concessioni di Matera, Corato, Canosa, Orta ecc. fatte al Gran Siniscalco da Luigi di Taranto, marito di Giovanna, nel 1349; né si trova nei registri Angioini, molti dei quali andarono sventuratamente smarriti!
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In seguito questo feudo passò ai varii duchi di Andria. Infatti nei quinternioni della provincia di Bari si legge come nel 1448, fra le terre, che Montuber aveva ingaggiate pel pascolo vernotico del Tavoliere di Puglia, vi fu la matina di Castel del Monte, ove venne formata una delle poste della locazione di Andria, pagandosi dal regio fisco un’annua corresponsione al duca, che rimase padrone dell’intero pascolo statonico (4).
A cominciare pertanto dai Del Balzo sino ai Carafa, pare che l’estesissimo territorio feudale di Castel del Monte sia stato proprietà dei duchi di Andria.
[Tratto da: Emanuele Merra, "Castel del Monte - presso Andria", 3ª edizione, Scuola Tip. Istituto Apicella per Sordomuti, Molfetta, 1964, pp. 90-93.]
NOTE - (Nell'originale la numerazione è di pagina e non progressiva dell'intero capitolo)
(1) Vedi Documento XLII.
(2) «Ligavit eidem Benedicto castrum Sancte Marie de Monte, terram et castrum Caurati castrurn Pali etc.».
(3) Buchon, Recherches historique sur la principauté française de Morée et ses hautes baronies, pag. 388, tom. sec. de la première époque. Paris, 1845.
(4) Repertorii dei quinternioni della Provincia di Bari, fol. 106. Grande Archivio di Napoli.