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[manoscritto - foglio 7, verso]
[traslitterazione in caratteri stampati]

egli attenersi allo stesso partito; ma nel medesimo tempo troppo li rincresceva
di allogarsi in una Cittą come straniero, e vedersi spogliato di quei diritti, e gi=
urisdizione, che esercitato avevano sopra quelle anime sin'a quei giorni a
se soggette, qual Chiesa matrice. Quindi per maggiormente assicurarsi, fece
ricorso al novello Vescovo, chiamato Desidio, cui espose la sua risoluzione, e
insieme le sue pretenzioni. Il Prelato ricevuta, ed accetta la supplica, rauna
il suo clero Andriano, e fą sentir lui quanto esposto li viene. Da questo clero
con gradimento si approva, e si accoglie il progetto, tra per che la Cittą maggi=
ormente veniva a popolarsi, come ancora per che si aumentavano gli ope=
rarj nella Religione, e nella cura spirituale delle anime, ridotte ora ad un
numero di piu, e piu migliaia: e conchiuso il trattato, ammessa venne tut=
ta l'intiera popolazione del Villaggio di Trimoggi alla cittadinanza di An=
dria, ed il suo clero collocato fu in una Chiesa per allora mediocremente fa=
bricata sotto il titolo di S. Nicola Arcivescovo di Mira, la di cui divozione e
culto tanto da per tutta la Puglia si aumentava e dilatava. Quindi per la
maggior sicurtą del predetto clero di S. Maria di Trimoggi, se ne forma un
publico stromento fra il Vescovo , Arcidiacono, Arciprete, e Sacerdoti della Cat=
tedral Chiesa da una parte, ed il Preposito, ed altri Sacerdoti di S. Maria di Tri=
moggi dall'altra: Nel quale si enuncia il motivo per cui si trasferiscono, e la facol=
tą, che loro conceduta viene di amministare promiscua, ed indistinta la cu=
ra parrocchiale, indipendente da tutti, eccetto che dal Vescovo, illimitata=
mente nel tempo, e nel luogo, siccome promiscuo, ed indistintam.e tutto il
popolo di Trimoggi qual cittadino ad abitar venne in Andria. La forma del=
lo stromento fa concepir con chiarezza il dippiu, che qui si nota.
     Ego Desidius Episcopus Civitatis Andrię, in anno primo nostri Episcopatus
admisi supplicationes vestrum Tarquinii Prępositi, Raphaelis, Ioannis, Pau=
li, aliorumque Pręsbyterorum, et Diaconorum nostrę ecclesię suburbanę
Sanctę Marię de Trimodia, quibus animum aperitis: Vestrum Populum ęgre
substinere habitationem prosequi in Villa Trimodia ob pericula, damna, ca=
chasmata passa, belli, et caritatis occasione, latronumque incursione: ob quę dicti
cives, multi Patriam relinquentes, et ad vicinas civitates, et ad hanc nostram
civitatem confugisse satis constat: adeo ut Populi reliquum commode vivere non
valens, ad hanc Civitatem se recipi deliberavit, e de hoc requisivisse nos, ut una
simul transferatis vosmetipsos Tarquinius Prępositus, Ladislaus, Ioannes,
Raphael, Paulus, cęterique Pręsbiyeri, et Diaconi Sanctę Marię de Trimodia,
ostendentes hanc deliberationem bene sentire, adeo ut velle trasferri a ve=
stro suburbio ad hanc Civitatem: Avocatis Antonio Archidiacono, et Deside=
rio Archipręsbytero, cęterisque Pręsbyteris, et Diaconis nostrę sedis, deconsen=
su totius nostri Pręsbyrerii concessi vobis Tarquinio Pręposito, Raphaeli, Ioan=
ni, Ladislao, Paulo, cęterisque de clero S. Marię de Trimodia, ut libere dedu=
catis, et transferatis vestram ecclesiam a suburbio de Trimodia, quo supra,
in quo degitis ad hanc Civitatem nostram Andrię, in qua fieri posse, et dedi=
cari ecclesiam S. Nicolai Confessoris Christi, atque Pontificis, sub cuius titulo per=
ma.nere pet=