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Dalla introduzione
di questo nuovo Sistema, che passò in perenne Statuto
di esso colleggio, ed obbligò tutti gli individui ad una più esatta
osservanza del
culto divino, crebbe insieme la divozione de' Fedeli, e con essa la
liberalità delle
obblazioni, sì che il colleggio si vidde in stato di metter mano ad
una nuova
fabrica per ampliare, e grandezza maggiore di
d.a
Chiesa: e questa si fù
propriamente la nave di basso attaccata a quella, che oggi forma il
Presbite=
rio, onde se ne formò tutto il Tempio, unendo al Vecchio il nuovo,
in quella am=
piezza che da noi si vede. Qual spazio di tempo consunto si fosse in
costruire
tale edifizio, non v'à a notizia; siam certi però, che nell'anno
1389 gia com=
pita appariva, per un monumento, che ce lo attesta. In questo tempo
la cit=
tà d'Andria era sotto il dominio di Bertrando del Balzo congiunto
alla
Real Contessa Beatrice d'Angiò, Germana del Regnante Roberto Re di
Napoli, e di Carlo Umberto, o sia Martello Re d'Ungheria. Questi due
Conti
che portarono in Andria la S. Spina, che si conserva nel suo Duomo,
non
ritrassero dalla loro unione, che una sol Figlia, chiamata Maria, la
qual
Figlia giunta agli anni sedici di sua età, per trattato di Roberto
suo zio
Re di Napoli, fu data in moglie ad Umberto Delfino di Vienna, con la
do=
te della Citta di Andria con tutti i suoi Casali, e con altre Terre,
e luoghi
nell'anno 1326. La sua madre Beatrice rimasta in Andria, circa l'anno
1328 fu chiamata da Dio all'eternità, e seppellita venne nella
Cattedral
Chiesa, ove a dì nostri anche si legge
in un marmo il suo epitaffio:
Rex
mihi Pater erat, Fraterque Robertus
. &.
a. Bertrando per tanto
rimasto
Vedovo d'una sì gran Consorte, s'applicò a molte opere di Pietà: e
com=
pratasi la Contea d'Andria dal suo Genero Umberto, e dalla sua
Figlia
Maria, ora Delfina di Francia per lo prezzo di trenta mila fiorini
d'oro,
che in un certo dato tempo sborsò, ne fu assoluto padrone. Ora egli
comin=
cia a fondar qualche monumento di se, e della sua pietà in questa
città d'
Andria. Conciosia che stando il riformato Clero di S. Nicola badato
alla co=
struzione dell'ampiezza della sua Chiesa, egli volle anche aver
parte
in essa, e fe' edificare la fabrica del coro al lato, che
corrispondeva all'
oriente, in ampiezza, ed altezza proporzionata a quella della
Chiesa,
e del numero degli ecclesiastici, che in essa erano aggregati, in
cui si costru=
irono quindeci sedili di legno lauro, e di dura noce nell'ordine
superiore
per li Sacerdoti, e nell'inferiore altri nove per quei di minor
grado. Innan=
zi al predetto coro fe' eriggere una machina dipinta in varie
effiggie di
Santi Vescovi, Nicola, Riccardo, Sabino, e Roggiero, nel mezzo de'
quali
eravi ritratta l'effiggie della Vergine
SS.a col suo
Figliol Bambino in
grēbo,
che rappresentava S. Maria di Trimoggi. Sotto di queste descritte
Immag=
gini si vedevano delineati, e dipinti in picciola altezza li dodeci
Apostoli, ri=
partiti in dodeci nicchiette ornate di cornici indorate: ed il
dippiu, che
tal machina componeva sin'alla sommità, ove stava ritratto il Padre
Eter=
no, vedevasi abbellito di varj lavorj piramidali con puttini in
pittura, e
e doratura: ed in fine a piè di essa negli due angoli estremi a
destra ed
a sinistra