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per sua Germana
minore Isabella, la quale fu data in moglie dal Re Alfonso
Re d'Aragona, e fra altri pochi anni Re di Napoli ancora, a Ferdinando
suo Figlio, che li successe nel Regno, onde Isabella in conseguenza addi=
venne Regina: si che Isabella Regina, e Sancia Duchessa d'Andria sorelle
fecero cognati il Re Ferdinando, e Francesco Duca d'Andria. Mi son
spazia=
to in questa digressione, per far concepire al lettore il merito de'
personaggi
sotto al di cui dominio vivevano li Cittadini Andriani.
Ritornando per tanto all'orditura del nostro intrapreso racconto,
dico, che
essendosi vissuto
pacificam.e dal
Clero delle due
chiese in Andria nell'osser=
vanza di quanto promulgato venne per sentenza del metropolita di Trani,
e confirmato nel Breve del Pontefice Bonifacio IX dall'anno 1386 sino
all'anno 1444, cioè, che quallora il Defunto, o li di lui congionti
stimassero
chiamare alle pompe funerali il Capitolo della Cattedrale, a questo non
se
li dovesse contribuire altra quantita di limosina, che quella eguale
alla
quã=
tita convenuta co' Cherici di S. Nicola: e quallora poi la
predetta Cattedrale
non fosse chiamata ad intervenire alle
pred.e pompe,
il Capitolo di S. Nicola
fosse in libertà di seppellire
liberam.e nel suo
cimitero il cadavere del
pred.o defunto, che avesse eletto la sua sepoltura
nella predetta Chiesa di
S. Nicola senza dipendenza, e permesso della
pred.a
Cattedrale, come pre=
tendeva, ma soltanto colla licenza del Vescovo; quindi avvenne, che
postosi
il
Collegg.o di S. Nicola in tal libertà, fu
di gradimento ancora de' cittadini,
per essersi anch'essi sgravati d'un peso maggiore, e necessario a
portarsi da
loro nelle tumulazioni de' loro defunti, percio da ora in poi
cominciarono a
non piu chiamare
all'accompagnam.o de' Defunti in S.
Nicola il Clero della
Cattedrale, e furon contenti, e ben sodisfatti del solo intervento del
Colleggio;
quindi venne a mancar al Clero della Cattedrale un lucro notabile. hæc
causa
tanti mali. La decadenza del guadagno coonestata dal zelo di mantenere
illibate le prerogative della maggior Chiesa, svegliò nell'animo de'
suoi ecclesia=
stici un nuovo furore, e mettono in campo nuove pretenzioni non
dissimili a
quelle già condannate come abusi e corruttele. Il Vescovo Giovanni
Dondeo
venuto a reggere questa Chiesa sin dall'anno 1435 o non inteso della
passata
discordia fra questi due capitoli, o mal'informato, e prevenuto dal
Clero della
Cattedrale, fatta lega con questo, nell'anno 1444. avanzano un supplice
libello
alla Santità del Pontefice Eugenio IV° in cui espongono: che quantunque
da
tempo immemorabile, di cui non v'a memoria d'uomo in contrario, fosse in
osservanza, che niun de' cherici di qualsivoglia Chiesa della Città
d'Andria,
eccett
o quelle de' Religiosi, potesse, o dovesse dar
sepoltura al corpo di qualche De=
funto, che avesse eletto per se il sepolcro, se prima non avesse
chiamato a tal fune=
rale li Canonici della Chiesa maggiore: Nulladimeno li Cherici
della Cappella
di S. Nicola della predetta Citta, seppellito avevano, e sepellivano li
predetti corpi,
sē=
za chiamata del Vescovo, del Capitolo della del Chiesa maggiore, e del
predet=
to Clero, sotto pretesto d'una certa sentenza emanata dalla metropolita=
na Curia di Trani, e dal Pontefice Bonifacio IX confirmata, come anche
dalla prescriz.e