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una rustica casetta
in
cãpagna, tessendoli un laccio, con cui
lo strangolò,
e lo rimase estinto sul suolo nel dì 12 Febraro 1744. Scoverto questo
Reo,
fù chiamato in giudizio, ed arrestato, si ebbero
sufficientiss.i indizj
della
sua reità, sebben non confesso, onde condannato venne alla pena di Ga=
lera dalla Vescovil Curia per decennium nel dì 9. marzo 1746. Da tal
sē=
tenza, avendone il
pred.o
Reo riportato l'appello alla Curia Metropolita=
na, da questa sebben'confirmata venne la
d.a
sentenza, nulla di manco
ne riportò il favore, con sentenziare, che il Decennio si dovesse
intendere
cominciato dal dì della
carceraz.e. A questo decreto
il perfido Reo ne men
s'acquetò, e
sfrontatam.e
se n'appellò alla Curia Romana nel Tribunale
dell'A.C. in criminali. Da questo Tribunale procedendosi alla discussione
della causa, fu in voto, e decretò, che abbolendosi il favore concessoli
dal=
la metropolitana, starsi dovesse alla sentenza della Vescovil Curia di
And.a
nella condanna dell'intiero
Decẽnio in Galera:
e poiche questo decreto
emanato fu in Roma nel dì 30 Giugno 1749, da questo dì intender si
dovesse il
cominciam.o
della sua pena alle Galere: siccome fu eseguito.
Notificata tal definitiva sentenza alla Curia Vescovile di Andria, que=
sta con altro suo decreto, dichiarò nel dì 9. di Luglio del medesimo
anno, che il Reo Sacerdote D. Gian Domenico Bruni cancellato ve=
nisse dal Ruolo degli ecclesiastici; ed intimò ordine al Colleggio di
S. Nicola (in cui
d.o
Reo stava aggregato, per violenza, come so=
pra narrammo) che disgregato l'avessero dal lor Grembo. Quindi
il
pred.o
Colleggio, raccoltosi
capitolarm.e in
sagrestia nel medesimo
giorno, procedè al
sgremiam.o
del
d.o,
cancellandolo dalla tavola in
cui iva annotato: con una protesta sollenne d'un'atto publico per il
fu Notaro Gian Lorenzo Tupputi: die 9.
a mensis Iulii 1749. Questa
fu la fine di chi tanto pregiudizio cagionato aveva alla libertà,
ed interessi della
Collegg.a Chiesa di S. Nicola, e de' Cittadini
Nativi.
S'è dovuto dar luogo a questa digressione, per mettere in chiaro la
serie del fatto, con la
continuaz.e degli anni, ne' quali occorsero
altre
facende da non tralasciarsi, percio ripetiamo il
raccõto di ciocche
avvenne nell'anno 1743. Li predetti omicidj occorsi in due anni l'
un dopo l'altro fecero tal'eco per tutta l'Italia, e cagionaro tanto or=
rore all'animo del Sommo Pontefice Benedetto XIV., che, mosso da
zelo Paterno, non risparmiò la sua eloquenza in scrivere al Vescovo
una nerboruta, e risentita lettera, incolpandolo di trascuratezza,
e di non curanza sopra il suo clero, esortandolo a far rinunzia del
Vescovado; Il Vescovo s'avvalse del paterno avviso, e
liberam.e rasse=
gnò la sua carica in mano del
pred.o
Pontefice, da cui venneli assi=
gnata una penzione di ducati cinquecento sopra la medesima
mẽ=
za Vescovile di Andria, e si ricuperò in Napoli in un monistero del suo
Ordine Domenicano, dove sopravisse per molti anni in appresso. Do=
vendosi provvedere la sede di Andria d'un nuovo Pastore, il prelodato
Pontefice stimò rimettere in essa il Vescovo d'Acerno in Basilicata,
chia=
mato D. Domenico d'Annelli, chi era Cittadino di Andria, e nello stato
minore era egli uno de' Grembiali della Cattedrale, decorato col titolo
di Priore di S. Riccardo. Questo si conferì in Andria col carattere di
suo
Vescovo