l’aula in due navate

Contenuto

veduta d'insieme delle navate da vestibolo      veduta d'insieme delle navate da presbiterio
[Le due navate viste dal vestibolo e dal presbiterio - elab. elettr. su foto di Sabino Di Tommaso - 2011]

Veduta d’insieme dell’aula a due navate

Sei sulla soglia del primitivo ingresso alla chiesa inferiore della Cattedrale, detta cripta: dinanzi a te le due colonne centrali del vestibolo, poi la fuga delle tre colonne dell'aula.
Il pavimento attuale è in battuto di cemento, ma un tempo era a mosaico, simile a quello che ornava le stanze di Castel del Monte: "Sotto il terriccio si scorgono anche frammenti dell’antico pavimento ad opus tassellato, policromo, composto da rombi e stelle." scriveva il Bernich nella sua relazione del 1904.
Sullo sfondo nel bianco accecante della luce ti introduce all'abside semicircolare il pilastro con l'affresco del Cristo.
Tre finestre illuminavano da mezzogiorno la navata destra, quando la chiesetta, inviolata ancora dai Normanni, emergeva a livello stradale. Internamente esse sono rettangolari e strombate, così che il sole, penetrando coi suoi vivi raggi dalla stretta fessura, non solo rischiarasse l’aula, ma diffondesse nel sacro ambiente un'aura accogliente coi caldi riflessi che il calcare dei muri rimandava. Ed ancor oggi lo sguardo del visitatore romantico non manca di volgersi ad esse ogni volta che il piede posa nel luogo, nell’inutile attesa che si effonda quell’aura di insperate tenui lumeggiature, immaginando quanto suggestivo era un tempo sostarvi illuminati da fasci di raggi più volte riflessi, che frantumavano il loro barbaglìo sulla pietra rosata dei conci, donando al fedele un non so che di misterioso e sacro assieme.
Non si aprivano finestre nella navata sinistra, non tanto perché il declivio su quel lato settentrionale risaliva, quanto perché altri fabbricati sacri la affiancavano da quel lato; resti di una absidiola sono ivi ancor oggi presenti e ad un livello di calpestio molto più elevato.

Lo spazio dell’aula è attualmente diviso da tre colonne di pietra calcarea che nel centro reggono le volte: la prima colonna a partire dal prònao ha una base tonda atticurga senza capitello e s’innesta alla volta direttamente con un abaco quadrato; la seconda non ha base e termina con un capitello cubico medievale sul quale un abaco quadrato regge la volta; infine quella nei pressi del presbiterio è spoglia sia di base che di capitello.
Così descrive questi elementi strutturali, con competenza e rigore, Filomena Lorizzo nel testo sotto citato:

Lo spazio rettangolare della Cripta, che si chiude con un’abside a oriente inclinata a sinistra, è bipartito da una fila di tre colonne di pietra calcarea.
La prima colonna è dotata di imposta a forma di parallelepipedo e di una base lavorata a tori e scozie, la seconda manca di una base ma ha un capitello semplice con foglie agli angoli e un abaco liscio, la terza colonna ha un’imposta a parallelepipedo come la prima colonna. … … …
Dall’angolo sud – ovest della Cripta, sopra alcuni gradini paralleli a quelli che hanno permesso l’accesso al vano d’ingresso, parte un cono di pietre, su cui la prima volta a crociera, che è più ampia delle altre sette, scarica parte del proprio peso.
Le ultime due volte a crociera pensile sono collocate sopra il presbiterio e a queste si aggancia la volta a botte anulare dell’abside.
Analizzando la malta, che fissa i conci delle volte, sono visibili i segni della centina usata durante i restauri degli anni trenta; con il metodo dello scuci e cuci, i lavori venivano eseguiti dopo avere smantellato il pavimento del presbiterio della chiesa superiore.
… … …
[Nel Quattrocento] Contemporaneamente ai lavori eseguiti sulle navate laterali [della Cattedrale], veniva costruita la volta del vano ipogeo, disponendo sostegni al centro, che bipartivano lo spazio coperto da volte a crociera. … … …
Non è dato di sapere la tecnica usata per costruire le volte a crociera delle due navatelle della Cripta, perché negli anni sessanta, rifacendo la pavimentazione del presbiterio della Cattedrale le volte sono state ricostruite, con l’eccezione di quelle dell’atrio, pur garantendo fedeltà al disegno originale e pur impiegando le stesse pietre.

[tratto da "La Cattedrale di Andria", di Filomena Lorizzo, tip. S.Paolo, Andria, 2000, pp. 30-31, 57]

Le colonne centrali dell'aula viste da sx    il capitello della colonna intermedia
[Le colonne centrali dell'aula viste da sx ed il capitello della colonna intermedia - elab. elettr. su foto di Michele Monterisi - 2010]

Per un approfondimento storico si riportano alcune ricerche e considerazioni (passim) di Hartur Haseloff, che assistette alle ristrutturazioni avvenute nella Chiesetta nel 1904, e altre interessanti scritte e divulgate nel 2000 da Filomena Lorizzo.

L'Haseloff nel sotto citato studio scrive:

La chiesa inferiore, resa accessibile grazie agli scavi del 1904, si trova sull’asse longitudinale della cattedrale, sostanzialmente sotto l’attuale transetto.
Si tratta di un complesso unitario costituito dal vestibolo e dalla chiesa a due navate con abside semicircolare. La lunghezza totale è di m 26, la larghezza è di circa m 6,70, l’esecuzione dell’edificio è storta ed imprecisa, la piegatura dell’abside a nord è probabilmente intenzionale. La parte architettonicamente più ricca e meglio conservata è il vestibolo, un ambiente rettangolare trasversale con sostegno centrale (tav. I). …
In ogni caso, le modifiche al portico furono insignificanti rispetto al profondo rifacimento della chiesa. Quest’ultima, più larga di soli due metri circa rispetto al vestibolo (1,25 m in più sul lato nord, 0,82 m in più sul lato sud), era divisa da una serie di sostegni centrali in 2 navate, ciascuna con quattro colmi a volta. Di questi supporti si è conservato solo l’ultimo, il pilastro quadrato dietro l’altare (tav. III): non è chiaro se anche gli altri avessero la stessa forma di pilastro. Il fatto che davanti alla cisterna, che qui fungeva da basamento, sia stato rinvenuto un capitello dorico di epoca romana (Fig. 2), parla a favore dell’ipotesi di colonne. Qui la realizzazione delle volte era ancora più primitiva che nel vestibolo: mancavano tutte le parti in pietra, solo strati irregolari e incrociati di pietrisco ovunque!
Sul muro di cinta le volte a crociera poggiavano su lastre di calcare leggermente sporgenti. Questi contrafforti sono posti un po’ più in basso rispetto a quelli del vestibolo, il che significa che anche il pavimento, escluso il presbiterio, era un po’ più basso. Anche l’abside semicircolare era coperta da volte a vela. La luce veniva fornita alla chiesa da due finestre semicircolari nell’abside e da tre finestre nella navata sud. …
Nella sua crudezza architettonica, con l’assoluta mancanza di qualsiasi decorazione plastica, la chiesa inferiore di Andria avrebbe potuto fare un’impressione accettabile solo se le pareti e le volte si fossero trovate ricoperte di intonaci e dipinte. Esistono infatti sufficienti tracce che dimostrano che la chiesa inferiore fu dipinta non una sola, ma più volte; naturalmente si tratta per lo più solo di tracce che precludono qualsiasi ulteriore indagine. …

[tratto dal testo (tradotto) di Arthur Haseloff “ La chiesa inferiore del Duomo di Andria” (“Die Unterkirche des Doms zu Andria”), in “Die Kaiserinnengräber in Andria - Ein beitrag zur apulischen kunstgeschichte unter Friedrich II”, Editore Loescher & C.°, Roma, 1905. pp. 7-18.]

l'absidiola adiacente al muro di sinistra    l'abside-presbiterio    pilastro-contrafforte esterno alla navata
[l'absidiola adiacente al muro di sinistra, l'abside-presbiterio della cripta, il pilastro-contrafforte esterno alla navata - foto di Sabino Di Tommaso - 2006]

Molto interessanti sono le conclusioni proposte da Filomena Lorizzo nell’esposizione delle sue ricerche; non considera la Cripta come una chiesetta precedente la costruzione della Cattedrale normanna, ma con un’attenta osservazione, dati metrici valutati ed espressi, perviene a ipotizzare che questa attuale Chiesa inferiore sia in effetti non altro che l’abside con il lungo coro della prima Chiesa normanna, realizzata probabilmente tra la fine dell'XI secolo e la prima metà del XII. Nel suo citato lavoro di analisi archeologica ella scrive:

Per risalire alla tipologia scelta [dai Normanni] per la Cattedrale di Andria, bisogna affidarsi a tre elementi della Cripta che sicuramente sono appartenuti alla prima fabbrica normanna: l’abside centrale, i resti di una piccola abside legata al muro di sinistra della Cripta e il pilastro visibile attraversando il camminamento lungo il lato destro della Cripta.
Scavando il corridoio esterno, sono emerse le fondazioni dell’abside principale. Esse salgono a un livello di circa 2,20 m sopra il pavimento attuale della Cripta (fig.9); rispetto allo stesso piano pavimentale si colloca a circa 2,22 m il piano di calpestio dell’abside di sinistra [fig.8], costituito da pietre sbozzate e da malta.
La lastra dell’antica pavimentazione, inserita nel contrafforte esterno del muro sud [fig.7], è posta a 2,51 m dal piano della Cripta. La differenza di quota è probabilmente dovuta alla costruzione del contrafforte su un basamento di 30 cm.
Con un calcolo approssimativo, la pavimentazione della chiesa normanna doveva essere a quota -1,80 m rispetto a quella della chiesa attuale.
Il pilastro esterno a “T”, emerso con gli scavi degli anni trenta, aveva funzione di contrafforte ed è stato costruito in contemporanea con il muro in cui è inserito.
La muratura delle due absidi e dei lati esterni della Cripta è costituita da corsi orizzontali di pietre sbozzate di altezza diversa; ma nell’abside centrale, subito sopra la finestra a doppia ghiera, e nella parte alta dell’esterno dei muri d’ambito della cripta i corsi diventano regolari e i conci sono ben squadrati.
I conci del pilastro esterno, di grosse dimensioni sotto le lastre dell’antica pavimentazione, mostrano la stessa tecnica di lavorazione e di commettitura della parte alta dei muri.
Ricomponendo i tasselli del mosaico, l’abside e il corpo longitudinale della Cripta costituiscono l’abside e il coro lungo della chiesa normanna; … .
In controfacciata, al termine della navata di sinistra, è rimasto l’arco del portale laterale occluso da una muratura quattrocentesca, fatta di pietre di piccolo taglio, sbozzate, unite con 2 - 3 cm di malta e disposte in corsi orizzontali; il punto più alto dell’arco è a 1,74 m dal pavimento attuale e per essere funzionale doveva appartenere alla fase costruttiva normanna.

[tratto da "La Cattedrale di Andria", di Filomena Lorizzo, tip. S.Paolo, Andria, 2000, pp.  53-55]

l'arco del portale laterale sinistro occluso, sull'attuale controfacciata    pianta di Filomena Lorizzo, in rosso la Chiesa Normanna
[l'arco del portale laterale sinistro occluso, sull'attuale controfacciata e la pianta di Filomena Lorizzo in "La Cattedrale di Andria" con in rosso la Chiesa Normanna]


[il testo e le immagini della pagina sono di Sabino Di Tommaso (se non diversamente indicato)]