- Era la chiesa un piccolo edificio raccolto, ad una sola
navata, lungo 30 passi e largo 10, sufficiente per i pochi abitanti del
luogo.
I quattro minuscoli ambienti del pronao predisponevano chi entrava alla
preghiera.
- Due finestre quadrate nel semicerchio absidale
diffondevano la dorata luce del tiepido sole nascente alle prime preghiere
del mattino.
Altre tre finestre strombate sulla parete destra
illuminavano il calpestio e i fedeli con il sole splendente a mezzogiorno.
Siamo tutti lì incantati ad ascoltarlo. Parla col
tono del vecchio saggio che racconta con soddisfazione la sua vita, il suo
ambiente.
Ad ogni affermazione si ferma ad assaporare i consensi e a godere
dell’attenzione destata e mantenuta.
Riprende con un’intonazione sempre diversa, come se voglia annidare e
intrecciare un mistero nell’altro, per poi scioglierli delicatamente, perché
non si rompano e svanisca l’incanto.
Timidamente gli chiediamo:
- Donde allora le tre colonne intermedie alle due navate
attuali, e come mai è ora una cripta, affossata non poco dal livello
stradale?, … e, dicci, a
quel tempo, tu, eri già un folletto giocherellone?