“Della Chiesa abbattuta negli anni Cinquanta non abbiamo documentazione fotografica, ma ne possediamo una descrizione, anche minuta, delle forme e dell'arredo.Quattro finestre «formate a pietre di taglio con archi a sesto acuto» [Borsella, cit., p.123], illuminavano una chiesetta a pianta rettangolare disposta in direzione Est-Ovest; esse furono in seguito chiuse, forse perché indebolivano la muratura in tufo e, al loro posto, se ne aprirono due, certamente più piccole. Il prospetto povero a tetto spiovente e a tavolato ricoperto dai coppi di argilla, presentava un campaniletto, semplice, con una campanella; una figura metallica, inoltre - piatta, sagomata con il profilo di un gallo - richiamava, come quello quattrocentesco della Cattedrale, la leggenda popolare della venuta di S. Pietro che, nella primitiva Chiesa ora scomparsa avrebbe anche celebrato. Una statua di S. Andrea era all'interno, accanto all'altare di tufo: una «rude statua di argilla, adorna di pesci», come la descrive il Borsella, fa pensare a un lavoro artigianale modellato dalle mani umili «dei nostri antichi vasellai», i figuli, cioè, che lavoravano nelle fornaci vicine, e di lì poco lontane, fuori delle mura. La statua di argilla fu poi collocata sul cornicione della Chiesa e sostituita con una di cartapesta.Sull'altare un quadro logoro raffigurante l'Immacolata Concezione, e, ai suoi piedi, S. Andrea con i pesci del pescatore nelle mani e S. Riccardo con mitra e pastorale. Altri quadri: il Sacro Cuore di Gesù, la Vergine della Purità, Maria SS. di Altomare, la Madonna del Carmelo.”
[tratto da "Sant'Andrea delle Grotte «primissima cattedrale di Andria»?", di V. Schiavone, Tip. Grafiche Guglielmi, Andria, 1997, pag.18-19]
Esaminiamo ora alcuni documenti, le Visite Pastorali citate anche dallo Schiavone, iniziando
con uno stralcio da quella fatta da Mons. Francesco Antonio Triveri
giovedì 25 Novembre del 1694.
Entrando nell'oratorio dalla porta sul lato del vangelo [lato sinistro], il Vescovo
trova un altare costruito da circa tre anni e forse ancora non consacrato;
ne decreta pertanto la demolizione, del resto già avvenuta alla stesura
di questa relazione sulla Visita. Trova poi nell'abside l'altro altare,
portatile e tanto piccolo da non potersi quasi celebrare la messa;
su di esso vede un piccolo quadro con l'immagine di Sant'Andrea. Trova inoltre
che la chiesa è dotata di un campaniletto e di tre finestre, purtroppo senza vetri.
Decreta pertanto che sia rinnovato l'altare e che davanti alle finestre si ponga
almeno un panno; poichè la chiesa non possiede redditi e le elemosine
sono insufficienti, se sarà necessario vi provvederà a sue spese.
Il popolo, culturalmente del tutto deprivato, si ritrova in chiesa nei giorni
di festa per apprendere la dottrina cristiana, e in tal modo ora sa
molto più che un Padre nostro, Ave Maria, Credo e Dieci Comandamenti.
“Die 25 9mbris [1694] ...
Orat.ũ S. Andreae Ap.li
eadem die
Ill.mus visitavit orat.ũ S. Andreae Apostoli positũ propé portam Civitatis dicta de S.° Andrea. Duo erant Alt.a in hoc orat.ũ alterum in faciem portae, qua ex lat.e evangelij orat.ũ ingreditur erectum a tribus annis circiter et forsan nondum benedictum et ideò de mandatu Ill.mi iam fuit demolitum. Alterum in capite oratorij, sub quo Imago S. Titularis in parva tabula depicta inspicitur: Alt.e portatile talitér angustum est, quod vix sacra hostia, et maior pars calicis capere possit. Tandem adsunt Campanula, tres fenestrae sed apertae, ideò decretum fuit. quod Alt.e portatile mutetur, et fenestrae saltem tela cera linita claudantur, et q.a d.um fuit quod cum eccl.a nullos habeat reditus, elemosine non sufficiant ad haec omnia facienda, respondit Ill.mus quod si aliquid deficeret, ipse suppleret.
Int. Ill.mus ... in d.o orat.o diebus festivis conveniat populus ad doctrinam crtistianam, et fuit responsum quod conveniunt a tempore quo Dom. ... Ill.ma destinavit sacerdotem, qui illam doceret, et quod cum magno fructu, q.a prius simplices vix habebant notitiam de misterio SS.mae Trinitatis num autem circiter fiunt omnes saltem necess. ad salutem p ultra P.r n.r, Ave Maria, Credo, praecepta Decalogi.”
Mons. Andrea Ariano nella Visita Pastorale del 14 Settembre 1697 trova la chiesetta spoglia di tutto, tanto da interdirne le sacre celebrazioni, finché non si sarà provveduto a quanto è necessario.
“Die 14 M. septembris 1697 ...
Processit ad visitationem Cappellae S. Andreae Apostoli prope ianuam, quam invenit carere omnibus, et Ecclesiam irreverenter teneri, ita, et talis, quod mandavit in ea cessari a divinis, et interim videri quomodo provideri possit de necessariis.”
Mons. Nicola Adinolfi nella Visita Pastorale del 23 Ottembre 1711 si limita a prescrivere di riparare e rendere agibile il tetto deella Chiesa, nient'altro annotando.
“Die 23 M.s octobris 1711 ...
Visitatio Cappellae S. Andreae
In Visitatione huius Cappellae Ill.mus D.nus Visitator tectum accommodandum et reaptandum esse demandavit.”
[testi trascritti dai manoscritti originali, inseriti
nella “Raccolta delle Visite Pastorali”,
Biblioteca Diocesana "S. Tommaso d'Aquino" di Andria
I puntini di sospensione (…) indicano parole o gruppi di parole omessi o di difficile lettura sul manoscritto.]
“Un documento a noi più vicino, risale all'11 Maggio 1830 quando più numerosa divenne la sua popolazione: è una penosa denunzia delle condizioni igieniche del quartiere. La campanella «convoca il popolo alla Messa», ma la gente trova che, «innanzi alla chiesa tutte le acque putride si scaricano dall'alto delle diverse strade e l'acquedotto antico è forse accecato» [32].
Nel primo decennio del Novecento l'Amministrazione dell'Avvocato Vito Sgarra, Sindaco di Andria, risanò il fango delle Grotte con basolato di pietra.
Il decoro del luogo sacro migliorò poi per le cure che ne ebbe Mons. Alessandro Macchi, Vescovo di Andria degli anni Venti, a cui la chiesetta andrioese, come egli stesso ha lasciato scritto, ricordava «la fede dei primi nostri padri andriesi» e «quel tempio di Milano dove per tanti anni compì il suo ministero sacerdotale» [33].
La luce elettrica illuminò la chiesa solo nel 1943 quando il Sacerdote Domenico Bruno, Professore al Liceo, ne fu Rettore sostenendone per anni la manutenzione: la costruzione, restituita finalmente a dignità decorosa, gli pareva «arieggiasse un po' il romanico» [34].
Ne fu ultimo Rettore il Sacerdote Cosimo Quacquarelli, Parroco di S.Angelo ... [35]”
[tratto da "Sant'Andrea delle Grotte «primissima cattedrale di Andria»?", di V. Schiavone, Tip. Grafiche Guglielmi, Andria, 1997, pag.21]
Quando negli anni Cinquanta del Novecento il quartiere "Grotte Sant'Andrea" fu demolito, con esso scomparve anche questa piccola antichissima chiesetta.