di † Felice Franceschini (vescovo di Andria dal 1632 al 05/1639) [2]
[La relazione č preceduta dalla scrittura notarile del giorno 8/11/1636, nella quale il vescovo Felice Franceschini nomina come suo sostituto nella Visita ad Limina Don Antonio Conoscitore, arciprete della Cattedrale di Andria]
[trascrizione del testo originale in latino] [3]] | [traduzione] |
---|---|
In Christi n[omin]e a[me]n. Ego frater Felix a Cascia Dei, et apostolicę sedis gra[tia] Episcopus Andrien’ consentiens in infra[di]ctos Iudicem, Not[ariu]m, et testes, cum sim valitudinarius, et senio confectus infrascriptis… personaliter vacare nequeo, confisus igitur de fide, et integritate Ill.is, et admod[um] R.di Dni V.I.Q. Do: Antonij Cognitoris, Arcipręsbiteri Cathed[ra]lis Andrien, ipsum quidem p[resen]tem, at onus huiusmodi procurationis in se suscipientem, spontč, facio, constituo, et creo meum Procuratorem cum omni qua convenit plenitudine potestatis: ad procuratione, et pro parte mei fati’ const.tis et pro me se conferendum in Alma Urbe, et osculando prius pedes S.mi Domini n[ostr]ri Pape Urbani, visitandum limen Apostolorum sacrata forma constitutionũ Sacrę Romanę Ecc[lesi]ę, eo prņ effectu p.to faciendum omnes, et quoscumq[ue] actus necess[ari]os … Ego Not[arius] Fran[cisc]us Carolus Petusius Andrien de ordine p.ti Ill.mi et R.mi Dni Episcopi nullo penes me … orig.li hac copia ipsumeq[ue] signavi. Andrię octavo men[se] Novembris S.ę … mill.mo sexcent.mo trig.mo sexto … [seguono cinque firme] |
Nel Nome di Cristo, amen. Io fra Felice da Cascia, per grazia di Dio e della sede apostolica Vescovo di Andria, assenziente tra i sotto citati Giudice, Notaio e testi, essendo infermo e diventato vecchio non posso personalmente andare alle sottoscritte Chiese; convinto pertanto della fede e integritą dell’Illustre e molto Rev. Signor V. I. Q. D. Antonio Cognitore, arciprete della Cattedrale di Andria, egli stesso inoltre presente che si assume l’impegno di questa procura, spontaneamente, decido e lo creo mio Procuratore con tutta l’opportuna pienezza dei poteri; deciso quanto dichiarare per me nella procura e recandosi nell’Alma Cittą al posto mio, baciando prima i piedi di Sua Santitą Papa Urbano [VIII], visitando i sepolcri degli Apostoli col rito delle disposizioni della Sacra Romana Chiesa, perciņ facendo tutto e qualsiasi cosa necessaria … Io notaio Francesco Carlo Petusi di Andria, su richiesta del predetto Ill.mo e R.mo Signor Vescovo, senza alcuna costrizione questa copia dell’originale io stesso ho siglato. Andria, 8 novembre del milleseicento trentasei dalla Santa (Nativitą?) [seguono cinque firme] |
[Il Vescovo introduce la sua relazione dispiacendosi di non poter personalmente recarsi a Roma per la “Visita ad Limina”, per gli acciacchi della vecchiaia (73 anni) ed altri impegni, quindi invia come consegnatario della stessa il Procuratore designato Don Antonio Conoscitore]
Emin.mi et R.mi Pres[ules] DD. Dni mei Col.[endissi]mi
__matq[ue] ad hanc Ecc:[lesi]am Dei, et Ap[osto]licę Sedis Gra[tia] presul
adveni Visitat[tio]nis liminũ Apostolorum munus pro decimosexto triennio,
quod meo Predecessori attingebat per pro[cu]rem adimplevi, nunc verņ idem munus pro decimoseptimo triennio,
prout teneor mediante D.V.I.D. Antonio Conoscitore eiusd[em] Ecclesię Archipresbitero primario huius Civitatis Patritio
ad hoc subeundũ munus prõre per me spe[ci]al[iter] assumpto, et deputato adimplere Satago non absq[ue]
gravi animi mei molistia concupiscebat siquidem et concupiscit o[mn]ia mea munus d[ictę] Visitat[io]nis
personal[ite]r explere, sed ętas ingravescens septuaginta tria iam expletorũ annorũ curriculis onusta,
aliaq[ue] huius Ecc[lesi]ę ac numeros Populi a[n]i[mar]um decem, et septem milliũ pervigilis cara negotia
mihimet ipsi cum iniciendo hoc grande desiderium violenter compresserũt, et comprimunt.
_ commodiori, et faciliori eiusdẽ curę exercitio quinque Vicarijs pro quinque pręcipuis eiusdẽ Civitatis locis
proportionatč de ord[in]e R.morũ EE.VV.
deputati rudimenta doctrinę Christianę diebus festivis
puerulos publicč edocent, Infirmorum Confessionis excipiunt, agonizantis coadiuvant, dissidijsq[ue]
tandem inter d[ictę] Cathedralis, et Collegiatę S. Nicolai Ecclesiarũ Capitula et Pręsbiteros terminant. Eadem Cathedralis, et Collegiatę Ecc[lesi]ę in divinis Officijs nocturnis, et diurnis maximũ exceperunt in dies que recipiunt maioris decoris incrementũ. Corus d[ictę] Cathed[ra]lis per antea valde angustus in maiorem, et venustiorem formam redactus fuit, incohatusq[ue] et[iam] fuit novę sacristię opus quamplurimum (Deo dante) perficiendum, eiusdemq[ue] Cathed[ra]lis Ecc[lesi]ę novo laqueari pulchrę structurę condecoratę, muri laterales inpri[mi]s antiquitate suffumiceo oscuroq[ue] colore squallantis undiq[ue] dealbati summa cum alacritate devotionem excitant, Populiq[ue] frequentiam undiq[ue] convocant, et alliciunt. Restaurata … fuit Capella Divi Riccardi primi d[ictę] Cathedralis E[pisco]pi et Civitatis patroni suumq[ue] venerandũ Corpus sollemni ritu summaq[ue] concurrentis Populi devotione ą tumulo, in quo reconditũ venerabat[ur], translatum subtus altare d[ictę] restauratę Capellę collocatũ maiorem in dies recipit concursum, et venerationem. In ult[im]Ŗ per me facta visitat[io]ne divina adiutrice gra[tia] nil incorrigibile nil scandalosum, nil quod levioribus paternis admonitionibus brevi manu solidari non potuerit, sed o[mn]ia benč rité, et canonicč se habere compẽrij omnia pervigili cura, et studio debita cum circumspectione perquisita reprimenda repręssi, et coadiuvanda facilitavi.
Unum remanet consider[ati]one, et provisione dignum, quod complures rurales, seł extra Civitatis menia
sitę Ecclesię sub diversorũ Sanctorum invocationibus in situlum simpliciũ sine cura Ecclesiasticorum
beneficiorum Clericis secularibus conferri, et assignari solite reddituũ valde exiliũ summa ristaurat[io]ne indigentes
ac ferč dirutę existentes omnibus necessarijs Altariũ utensilib[us] distitutę nec tam culpa,
et incuria Bene[fici]atorũ, quam ex eo, qua_ d.Ŗ utensilia inibi ą pravorũ incursionibus
tuta stare nõ possunt, quin imõ ipsemet ianuę pro seris eripiendis effrangunt. … … … [prosegue dichiarando che gradirebbe da parte delle Rev.me Eccellenze del Consiglio dei Vescovi un’indicazione su come meglio agire in merito alle chiese di campagna profanate o che potrebbero essere profanate.] [Poi dichiara che attualmente c’č una certa pace tra il tribunale ecclesiastico e quello secolare, grazie a Dio e per il prudente governo della Duchessa (Emilia Carafa) e dei suoi ministri.] [Infine per qualsiasi altra informazione sullo Stato della Chiesa dichiara che il suo deputato, l’Arciprete D. Antonio Conoscitore avrebbe soddisfatto le richieste delle Eccellenze Rev.me.] Dat_ Andrię, 15 9bris 1636. |
Emin.mi e R.mi Presuli miei Signori onoratissimi
Giunto vescovo a questa Chiesa per grazia di Dio e della Sede Apostolica, compii il dovere della visita
ai sepolcri degli apostoli per il sedicesimo triennio e adempii tramite procuratore a quanto toccava
ai miei predecessori; ora veramente lo stesso obbligo per il diciassettesimo triennio assolvo mediante
D. Antonio Conoscitore, arciprete della medesima Chiesa ed eccellente Patrizio di questa Cittą,
da me particolarmente assunto per sobbarcarsi a questo onere, ed incaricato a compiere. Soddisfo
non senza grave pena dell’animo mio, dato che desideravo e desidero compiere personalmente tutti i miei obblighi
di detta visita; l’etą perņ che avanza caricata dal corso dei settantatré anni gią compiti,
e aggiungendo le altre gravi incombenze di questa Chiesa e l’[alto]
numero di diciassettemila abitanti
che mi richiedono attento, repressero e reprimono violentemente questo grande desiderio.
Č attuata una pił comoda e facile cura delle anime con cinque Vicari per le cinque principali proporzionate zone
della stessa Cittą, su ordine delle Rev.me Eccellenze Vostre,
incaricati di insegnare pubblicamente
ai fanciulli nei giorni festivi i princģpi base della dottrina cristiana, di ricevere le confessioni degli infermi,
assistere gli agonizzanti, limitano infine le discordie tra i Capitoli di detta Cattedrale e della Collegiata di S. Nicola. La stessa Chiesa Cattedrale e le Chiese Collegiate hanno raggiunto il massimo incremento nei divini uffici notturni e diurni nei giorni che accolgono con pił decoro. Il Coro di detta Cattedrale che era molto angusto, č stato reso pił grande e di forma pił raffinata; č stata iniziata anche la costruzione della nuova sacrestia in gran parte (se Dio vuole) da completare; le belle strutture decorate con un nuovo soffitto a cassettoni della stessa Cattedrale, i muri laterali, prima per l’antichitą coperti di squallido colore nerofumo, in ogni punto ripuliti con sommo zelo eccitano la devozione, richiamano e attirano da ogni dove la frequenza del Popolo. Fu restaurata la Cappella del Divo Riccardo, primo vescovo di questa Cattedrale e patrono della Cittą e il suo venerando corpo, con un solenne rito e grandissima devozione del Popolo accorso, tolto dal sepolcro nel quale nascosto era venerato, collocato sotto l’altare di tale Cappella restaurata, riceve di giorno in giorno maggiore affluenza e venerazione. Nella mia ultima visita [pastorale] condotta aiutato dalla divina grazia, non c’č stato nulla di incorreggibile, scandaloso che non potesse essere riparato velocemente da paterni e molto lievi richiami, tuttavia con attenta cura disposi che tutto rispondesse al corretto rito e norma, con diligenza repressi con la dovuta cautela quanto esaminai da reprimere, facilitai quanto era da aiutare.
Un fatto resta degno di considerazione e di preoccupazione: molte Chiese rurali, cioč fuori delle mura cittadine,
intitolate a diversi Santi erette in semplici piccoli edifici sono senza un impegno di benefici ecclesiastici
conferiti a Chierici secolari e assegnati solitamente di redditi, molto lontane bisognose di totale restauro
e quasi diroccate, prive di tutte le necessarie suppellettili degli altari, non per colpa e incuria dei Beneficiati,
ma perché dette suppellettili per le incursioni dei ladri ivi non possono essere salvaguardate,
quando addirittura le stesse porte quelli scardinano come cosa importante da rubare; … … … [prosegue dichiarando che gradirebbe da parte delle Rev.me Eccellenze della Sacra Congregazione un’indicazione su come meglio agire in merito alle chiese di campagna profanate o che potrebbero essere profanate.] [Poi dichiara che attualmente c’č una certa pace tra il tribunale ecclesiastico e quello secolare, grazie a Dio e per il prudente governo della Duchessa (Emilia Carafa) e dei suoi ministri.] [Infine per qualsiasi altra informazione sullo Stato della Chiesa dichiara che il suo deputato, l’Arciprete D. Antonio Conoscitore avrebbe soddisfatto le richieste delle Eccellenze Rev.me.] Data in Andria, 15 novembre 1636. |
[segue una osservazione della Santa Sede sulle Chiese di campagna profanate]
Emin.mę et R.mę DD. VV. Die 14 Martij 1637Sacra_ mandavit dari literas testimoniales visitationis E[pisco]po Andrien, qui per Proc[urato]rẽ pro XVII triennio eadẽ Sacra Limina visitavit, in [esse scrive] Ad unum verņ caput eiusdẽ relationis respondit Ecclesiarũ profanationẽ, et eorũ titulariũ profanationẽ ex decreto C.[oncilii] T.[ridentini] litt. 21 de ref. nõ esse permissas, nisi quando eccl[esi]ę collapsa sunt, et propter earũ inopić nequeant instaurari. |
Emin.mi e R.mi DD. VV. Il 14 Marzo 1637 la Sacra Congregazione ordinņ di inviare le lettere testimoniali della visita al Vescovo di Andria, il quale per l’obbligo del XVII triennio visitņ i sepolcri degli Apostoli mediante procuratore, in [esse scrive] In veritą in un capo della sua relazione [la Sacra Congregazione] risponde che, in base al decreto del Concilio di Trento lett. 21, la profanazione delle Chiese non č permessa, se non quando le chiese sono crollate e per la loro povertą non č possibile rinnovarle. |
NOTE
[1]
Le riproduzioni delle Visitae ad Limina (visita dei sepolchi [limina→soglie all'ultraterreno] degli apostoli Pietro e Paolo) sono tratte da
"Microfilm DOM - N-5228, ARCHIVIO VATICANO, Cong. Conc. Andria, P. IA".
Le Visitae ad Limina (Apostolorum Petri et Pauli) qui documentate
sono quelle nuovamente istituite nel 1585, dopo il Concilio di Trento.
La data qui scritta si riferisce a quella apposta in calce alla RELAZIONE sullo STATO DELLA CHIESA inviata dal vescovo alla Santa Sede.
Detto documento manoscritto č stato traslitterato in caratteri di stampa da Sabino Di Tommaso
e da lui digitalmente pubblicato in prima assoluta su questo suo sito culturale
www.Andriarte.it nel 2016
(fino ad allora mai integralmente edito), affiancandogli contemporaneamente una sua traduzione in italiano.
Il documento ha poi fatto parte di una raccolta che nell’ottobre del 2022 Sabino Di Tommaso
ha anche editato a stampa per i tipi di “Grafiche Guglielmi Andria”,
in una pubblicazione distribuita ed archiviata secondo le disposizioni della legge n.106 del 15 aprile 2004 con il titolo
“L’Assunta, Cattedrale di Andria nel Seicento – La storia del suo edificio nelle relazioni delle visite pastorali e delle visite ad limina”,
(Link BNCF.):
Vol I, ISBN 979-12-80582-01-0;
Vol II, ISBN 979-12-80582-03-4.
Mons. Franceschini morģ nel 1641. Egli fu seppellito nella Cappella di S. Riccardo (messa nel Duomo), dove, ancor vivente, vi avea fatto costruire il suo sepolcro, come si apprende dalla lapide, che lo ricorda.Poiché l'epigrafe fu forse realizzata mentre era ancora vivente (come in essa era scritto), č probabile che la data della morte, ma anche quella precedente della preparazione, siano state scolpite molto dopo la sua scomparsa prendendo per buona quella annotata da uno storico, come l'Ughelli o il Cappelletti; infatti č certamente errata nella lapide anche la data della preparazione della tomba "MDCXXX = 1630" in quanto mons. Franceschini fu eletto vescovo di Andria ben due anni dopo tale data, il 26/04/1632.FELIX FRANCESCHINUS
EPISCOPUS ANDRIENSIS
SEPULCRUM HOC SIBI VIVUS PRĘPARAVIT
ANNO MDCXXX
OBIIT DIE XII MENSIS IULII MDCXLI
[3]
Le parentesi quadre indicano lettere non presenti per abbreviazione.
I puntini di sospensione (…) o ___ indicano lettere, parole o gruppi di parole di difficile lettura sul manoscritto,
non solo molto antico ma anche non perfettamente riprodotto.
Il grassetto ed il corsivo non sono presenti nel testo originale.