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Sotto un cielo stellato

Beatrice Capozza
Artista

[Beatrice Capozza dipinge la volta]

Quando Mons. Giuseppe Ruotolo mi ha convocata per parlarmi del progetto della chiesa Madonna della Grazia sono stata molto contenta. Partecipare alla realizzazione per quel che riguarda la parte pittorica e decorativa della chiesa è stata infatti un’esperienza di crescita molto valida ed appagante in quanto il mio lavoro si è articolato in diverse zone della struttura.

Si può dire che è stato un percorso sviluppatosi seguendo l’ordine piramidale dato dai tre livelli della chiesa: dal punto più alto, e cioè la piccola volta sita al centro dell’aula liturgica, alle vetrate che si affacciano nella piccola chiesa, nella zona del coro e nella zona con fonte battesimale, per finire ai corridoi laterali dove si dispiega la Via Crucis.

1. [Il cielo stellato della volta.]
2. [Le vetrate della chiesa feriale, del coro e del fonte battesimale.]
3. [La Via Crucis.]

Quando un lavoro si protrae nel tempo e poi finalmente giunge alla sua conclusione, la prima sensazione che avverto è di sollievo. Ma è solo momentaneo, perché subito dopo avverto la mancanza del tempo impegnato nella ricerca e nello studio che ha completamente assorbito le mie energie. E così, nell’attesa che tutto ricominci con un nuovo lavoro, ripenso al percorso appena concluso, alle persone che ho incontrato e che mi hanno accompagnata nel viaggio.

In quest’occasione ho pensato al primo giorno in cui timorosa sono entrata nel cantiere ed ho iniziato a disegnare sotto la volta. Era il punto più alto della chiesa e mi sembrava veramente difficile cominciare il mio lavoro proprio di là. Ma piano piano ho iniziato a lasciarmi andare inseguendo la libertà della volta celeste, il sogno di un manto protettivo e luminoso di cui lavorando così a stretto contatto non potevo avere idea, anche l’ultimo giorno quando emozionata avvertii che l’opera era conclusa.

         
[fasi di pitturazione della volta - il cielo stellato della volta]

E quando, mesi dopo, per la prima volta sono entrata in chiesa e ho potuto alzare lo sguardo verso l’alto, ho avvertito la netta sensazione che quella volta stellata così lontana ma così vicina non fosse più la mia, ma fosse stata lì da sempre.

E anche per questo ringrazio ancora una volta l’architetto Stigliano e l’ingegnere Ruotolo per avermi coinvolta e anche supportata all’interno del progetto e per aver dato fiducia alle mie scelte.