Questo magnifico altare in bianco marmo di Carrara nel 1720 fu commissionato dai frati benedettini del monastero di Santa Maria dei Miracoli al marmoraro napoletano Ferdinando De Ferdinando per la somma di 600 Ducati.
"... il maestro marmoraro Ferdinando de Ferdinando lavora per importanti chiese nel territorio di Napoli e non, e ad Andria realizza in questa chiesa questo superbo altare monocromo corredato di diversi candelieri di ottone, che doveva costituire il fulcro di una ricca composizione prospettica in cui si percepiva la volta aurea del soffitto a cassettoni esagonali in legno con rosoni dorati su sfondo celeste datato XVIII secolo, il noce scuro del coro ligneo nel fondo. Questo altare che riprende la tradizione scultorea monocroma cinquecentesca servendosi però di forme nuove barocche e manieristiche, è di importanza notevole perché costituisce un esempio raro di lavorazione monocroma del XVIII secolo ..."
[testo tratto da Gli altari della Basilica di S.Maria dei Miracoli, di Gabriella Di Gennaro, - in "La Madonna d'Andria", AA.VV., Grafiche Guglielmi, Andria, 2008, pagg.263-274]]
[altare Ferdinando de Ferdinando: angeli e ciborio - foto Sabino Di Tommaso, 2018]
[La Madonna scolpita nel retro-ciborio - foto Sabino Di Tommaso, 2018]
I due angeli capialtare attualmente sono fissati nelle due pareti laterali dell'abside,
mentre altri resti sono collocati alle spalle dell'altare attuale.
Scrive infatti Vincenzo Zito a pag. 97 del testo sotto citato:
"Nen 1965, in totale disprezzo della «Carta italiana del restauro» del 1931, l'altare maggiore di Ferdinando de Ferdinando, risalente al 1720, fu smontato e disperso ed in sua vece fi installato il coevo altare attribuito a Marino Palmieri (1773-74) proveniente dal demolito convento delle Benedettine. Promotore di questa insensata iniziativa fu l'allora vescovo di Andria mons. Brustia il quale, nello stesso periodo, aveva sottoposto la cattedrale a «radicali» lavori di restauro e, purtroppo, di distruzioni e falsificazioni. Confrontando la situazione attuale con la foto del vecchio altare prima della rimozione ... , bisogna concordare con la Pasculli (1963) secondo cui esso costituiva «un pregevole punto di raccordo fra la volta aurea del soffitto cassettonato, il noce scuro del coro ligneo alle spalle e il bianco candido delle pareti». [In nota V. Zito aggiunge: I resti dell'altare di F. de Ferdinando sono stati sommariamente ricomposti sul retro dell'attuale altare per iniziativa del parroco padre [Mimmo] Agresti, salvandoli così da una ulteriore dispersione.]"
[testo di V. Zito, tratto da "La lama di Santa Margherita e il Santuario della Madonna dei Miracoli" di AA.VV., 1999, pag.97]
L'altare era ben rifinito sul retro; infatti il ciborio mostrava alle spalle una bella scultura della Madonna dei Miracoli,
con ai piedi la data di realizzazione dell'altare: ANNO D. 1720. (foto a
destra)
Tale data è confermata da
quattro documenti rinvenuti da Eduardo Nappi nell'Archivio Storico del Banco di Napoli;
scrive infatti Mimma Pasculli Ferrara nel testo sotto citato:
Questa data ci viene confermata dai nostri documenti da cui apprendiamo anche il nome dell’artefice, il napoletano Ferdinando de Ferdinando.
Questi, in data 29 gennaio 1720, riceveva i primi pagamenti «in conto dell’altare che sta facendo» per la chiesa della «Madonna d’Andria de’ Padri Cassinensi».
Continuava a riceverne il 17 febbraio, l’8 marzo fino al 26 settembre, data in cui «l’opera di marmo» era «fatta, consignata e posta in opra … a tutta soddisfazione di detta chiesa». E indubbiamente dovevano essere contenti i Padri Cassinesi se si erano rivolti a Ferdinando de Ferdinando, già molto affermato a Napoli, … .
[Tratto da: Domenica Pasculli Ferrara, “Arte napoletana in Puglia dal XVI al XVIII secolo: pittori, scultori, marmorari, architetti, ingegneri, argentieri, riggiolari, organari, ferrari, ricamatori, banderari, stuccatori”, Eduardo Nappi, “Documenti dell’Archivio Storico del Banco di Napoli”, Fasano, Schena editore, 1983, pp. 135-139, 306-307.]
Per un ulteriore approfondimento sia storico che artistico si consulti l'ottimo studio dell'Arch. Gabriella Di Gennaro "Altari policromi marmorei del Settecento ad Andria ed altri arredi sacri", Schena Editore, 2020; per questo altare e relativo autore Ferdinando de Ferdinando, le pp. 94-98.