il coro

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Il Coro seicentesco della Basilica dei Miracoli di Andria,
dal 1807 trasferito nel Duomo di Bisceglie

Nell'immagine sottostante è riprodotto il coro attualmente esistente nella basilica, composto da 26 stalli più quello (possibile) centrale del Priore, intagliati tutti in modo sobrio.

coro del 1935, attualmente esistente nella basilica

Ma fino agli inizi dell'Ottocento dietro l'altare maggiore, al posto dell'attuale coro ligneo del 1935, c'era un superbo coro seicentesco, fatto realizzare dai Padri Benedettini in massello di noce finemente scolpito.

parte del coro, attualmente nel Duomo di Bisceglie, posta a sinistra guardando l'altare

parte del coro, attualmente nel Duomo di Bisceglie, posta a destra guardando l'altare
[elaborazione elettronica su foto di. Michele Monterisi]
Oggi questo bellissimo coro si trova nel Duomo di Bisceglie. Riporto da “Monografie Andriesi” del Merra la descrizione sintetica del decoro; si legga nel le relative pagine dell'Autore la descrizione analitica degli intagli scolpiti sui ventotto scanni superiori.
"... Montecassino, e quasi tutte le Abbazie Benedettine furono per capolavori di arte celebratissime. Fra queste non ultimo posto occupa la Badia di S. Maria dei Miracoli d’Andria, la quale dopo aver veduto sorgere un Tempio tanto svelto ed elegante, dovette ammirare estatica un magnifico Coro di noce, che e per eleganza di disegno, e per bellezza di lavori, e per finitezza di esecuzione, e per varietà di ornati e per lusso di fregi supera di gran lunga quello di S. Severino di Napoli, che pure è un capolavoro d’arte e di intagli.
Esso componeasi di ventotto stalli, a doppio ordine, non compreso quello dell’Abate vagamente ornato di svelte colonnine scannellate, con arabeschi, e con dorature in vani punti.
pannello un tempo posto sullo scanno centrale del Priore
Nel mezzo vedevasi un bellissimo rilievo, rappresentante S. Benedetto, che ha il libro della regola aperto sul ginocchio destro, con le iniziali: Ausculta, o Fili, praecepta magistri. Nella mano sinistra stringea il pastorale, ai piedi teneva il corvo, con il pane nel becco; mentre in alto ammiravansi due angioletti, che deponeano sul capo del Santo una corona. Dei ventotto stalli a doppio ordine, cinque erano situati di fronte, gli altri a destra ed a sinistra, ed ogni stallo dell’ordine superiore era bellamente ornato di due statuette ben scolpite a tutto rilievo, con cornice artisticamente intagliata all’intorno, e diviso l’uno dall’altro da due colonnine scannellate ed arabescate."

 [testo tratto da "La Madonna dei Miracoli d'Andria", in "Monografie Andriesi" di E. Merra, Tip. Pontificia Mareggiani, Bologna, 1906, Vol.II, pag. 335-341]

Sembra che prima del su descritto coro seicentesco nella basilica esistesse un altro coro, donato poi dai Padri Benedettini alla Chiesa di Santa Maria Vetere, quando, appunto nel Seicento, istallarono dietro l'altare quel prezioso coro, che nel 1807 fu "deportato" per ordine di Giuseppe Napoleone nella Cattedrale di Bisceglie.
Scrive infatti l'Agresti descrivendo la Chiesa di Santa Maria Vetere:

"In fondo [al Presbiterio della Chiesa di Santa Maria Vetere] vi è il Coro, i di cui stalli, di buon legno, sono rabescati all’antica nella fascia del cornicione soprastante.
Esso ha ventidue stalli nell’ordine superiore, e dodici nell’inferiore. A destra ed a sinistra vi sono sculte due statue, quella di S. Francesco e l’altra di S. Benedetto . [E qui annota] Questo Coro si apparteneva ai Benedettini Cassinesi, Fu donato ai Francescani, quando i Benedettini costruirono il nuovo Coro nella Chiesa di S. Maria dei Miracoli."

[tratto da "Santa Maria Vetere" in “Il Capitolo Cattedrale di Andria e i suoi tempi” di M. Agresti, tipi Rosignoli, Andria, 1912, Vol.II pag.100-104]

Non so da dove l'Agresti abbia attinto la notizia che detto coro di Santa Maria Vetere provenisse dalla Basilica di Santa Maria dei Miracoli.
Il Merra, descrivendolo un decennio prima, non ne fa cenno e nella statua opposta a San Francesco non vede San Benedetto, ma il francescano S. Ludovico di Tolosa, figlio di Carlo II d'Angiò, re di Napoli:

Dietro l’altare maggiore si vede il coro in noce. È di uno stile piuttosto pesante. La fascia del cornicione è bellamente rabescata; vi sono ventidue stalli superiori e dodici inferiori.
A destra ed a sinistra dei bracciuoli dei due primi stalli inferiori si veggono scolpite a rilievo due statuette, rappresentanti una S. Francesco d’Assisi e altra S. Lodovico, vescovo di Tolosa.
Due grandi quadri, con cornici dorate, si posano sul cornicione di questo coro: in uno è effigiato artisticamente il Serafino d’Assisi, in atteggiamento di ricevere nella mano destra dal Bambino Gesù, seduto sulle materne ginocchia di Maria, le stimmate con un chiodo; la faccia del Santo è veramente indovinata. Nell’altro quadro è dipinto l’Apostolo delle Indie [il gesuita S. Francesco Saverio], in atto di battezzare una regina indiana;
sotto di esso si legge: Petrus Fanellus elemosinaliter fecit. 1666.

[tratto da "Il Convento e La Chiesa di Santa Maria Vetere", in "Monografie Andriesi" di Emmanuele Merra,Tipografia e Libreria Pontificia Mareggiani, Bologna, 1906, Vol I, pagg. 383-457]

Di detto coro, a detta delll'Agresti ceduto dai Benedettini alla Chiesa di S. Maria Vetere, ne parla poi anche mons. Francesco Papa nel sotto citato opuscolo del 1927, ed anch'egli non fa cenno di una sua provenienza dalla Basilica della Madonna dei Miracoli, nè vede in una delle due statuette San Bebedetto, ma concorda col Merra nell'indicare il francescano santo angioino Ludovico di Tolosa.

“Il coro, con la fascia del cornicione rabescata, è di uno stile piuttosto pesante, con 22 stalli superiori e 12 inferiori. A destra ed a sinistra dei bracciuoli degli stalli inferiori sono scolpite a rilievo due statuette, l’una rappresentante S. Francesco d’Assisi e l’altra S. Ludovico vescovo di Tolosa. Due grandi quadri si posano sul cornicione del coro: in uno è effigiato S. Francesco d’Assisi in atto di ricevere le stimiate dal Bambino Gesù, seduto sulle ginocchia materne; nell’altro è dipinto l’apostolo delle Indie, in atto di battezzare una Regina Indiana.
Fu fatto nel 1666 da un tale Pietro Fanelli, con elemosina raccolta.”

[tratto da "La Chiesa di S. Maria Vetere ed il Convento dei Frati Minori", del prof. Francesco Papa, Arti grafiche Fumagalli e C. - Maccagno (VA), MCMXXII]