Nell'ordine da sinistra a destra sono riprodotti: Giona, Davide, Isaia e Osea
"L'ispiratore dei dotti riferimenti sibillini, forse l'abate Valeriano di Franco, utilizza ... le citazioni di Lattanzio e di Sant'Agostino, armonizzandoli con le profezie bibliche della Passione, e consegnandoci quindi una sua visione della teologia della storia, nella quale tutte le attese dell'umanità convergono in Cristo. Il riferimento alle Sibille della cappella della Crocifissione di Andria si pone alla fine di un'epoca, poiché i canoni del Concilio di Trento inviteranno i vescovi a vigilare affinché 'nihil profanum nihilque inhonestum appareat, cum Dei deceat sanctitudo'.Si chiude così un'epoca molto feconda di quella che noi oggi chiamiamo 'inculturazione', un incontro tra la cultura classica e quella giudaico-cristiana. Nella sequenza degli affreschi di Andria ne abbiamo un bell'esempio, che sollecita anche lo sguardo dell'uomo contemporaneo, a saper trovare semi di verità e attese di salvezza in tutte le culture."
[testo di L.Renna, tratto da "La Madonna d'Andria" di AA.VV., Grafiche Guglielmi, Andria, 2008, pagg.261-262]