[A. Di Pasquale: un "_________________" del ____
e "________________" del ___ ]
In un articolo su "Il Giornale d'Italia" del 24 settembre 1952 si trova la seguente nota stilistica:
... il Di Pasquale ... senza mai abbandonare un costante legame con la migliore tradizione figurativa, sottrae autorevolmente le sue opere ad ogni gusto fotografico dilettantistico, mettendo la sua arte al servizio di una rappresentazione più diretta e umana della realtà. ...
Nel ritratto della Giovinetta noterete subito che gli occhi sono vivi, ardenti, naturali e che i lineamenti non si discostano dalla realtà, pur essendo un'originale creazione dell'artista."
[tratto da "Alfonso Di Pasquale / pittore / la vita e le opere", a cura di Vincenzo Masi, edito dalla Banca di Credito Cooperativo di Lavello, 2013, pag.80]
[A. Di Pasquale: "Castello a Melfi" del ____
e "Fiume Olivento (Estate a Lavello)" del 1937 ]
[A. Di Pasquale: "Settembre a Lavello" del 1947
e "Castel del Monte" del ____]
[A. Di Pasquale: "_____________" del 1922]
Rimirando le tele raffiguranti le nostre campagne e tenendo presente il quadro col Castello (qui sopra riprodotto) il prof. Giuseppe Brescia nel servizio culturale "Pittura: la classicità comunicativa di Alfonso di Pasquale" di "ANDRIALIVE" del 7 giugno 2013, osserva:
"Della maturità di Di Pasquale sono, altresì, la “Primavera andriese” ... [e questo quadro col Castello] ... di cui diceva il Vaccarella: “Par di respirare la salubre aria di campagna, di godere della tanto ambita quiete dolce e solenne dei campi, che ricorda 'Cariati', contrada a noi tanto cara!” Giudizio impressionistico e amicale, certo. Ma che allude bene alla prospettiva 'alta' della villetta, che riprende l'ottagono di Puglia, il Castel del Monte, sullo sfondo al centro, a guisa della “corona di Puglia” (Gregorovius) da cui “Tutta la Puglia viene scoverta” (abate cisterciense Placido Troyli, nella sua storia)."
Nicola Cilenti in un articolo su "Il Mattino" del 6 settembre 1950 annotava:
"Entusiasta come è dell'arte sua, è riuscito a disegnare, dipingere, comporre una infinità di quadri, che appunto derivano da una gioiosa presa di possesso della natura ancor vergine delle nostre regioni e che costituiscono un originale copioso documentario dei nostri luoghi e della gente nostra ...
In alcune tipiche visioni della sua Andria, questa luce estasiante di azzurro, che gioca sapientemente su armonie di bianchi, di gialli, di grigi, rivela appieno il suo talento e la sua tecnica.
Chi lo ha visto disegnare, con quella sua immediata disinvolta prensile eleganza di tocco e di linee, comprende subito di trovarsi di fronte a un autentico valore."
Vent'anni prima Mauro De Sensi, ne "Il nuovo Fanfulla" del 28 gennaio 1933, aveva superbamente apprezzato l'arte del Di Pasquale, citando il nostro concittadino e poeta Pasquale Cafaro:
“... vedrete i saggi multiformi della sua intuizione artistica e della sua tecnica capace.
Fra pastelli e acquarelli, fra olio e penna, in macchiette e dettagli, con studi di tonalità e con effetti di colori, vedrete angoli suggestivi della nostra campagna e lembi luminosi del nostro cielo, visioni di primavere e ombre di tramonti passare entro le nostre pupille: un trullo bianco di pietre sovrapposte tra una corone spessa di alberi pensosi: una pia coppia di bovi aranti «nel divino del pian silenzio verde»: una valle di ulivi svariante sotto il cielo velato: una distesa gioconda percorsa da brividi di maggio.
L’occhio giovane vide e riprodusse queste cose che noi vedemmo e vediamo, ed amiamo; ed io do molta lode al Di Pasquale di aver guardato intorno a sé, di aver ricercato l’anima intima della nostra terra, della quale son foggiate le nostre piccole anime”.
[due testi tratti da "Alfonso Di Pasquale / pittore / la vita e le opere", a cura di Vincenzo Masi, edito dalla Banca di Credito Cooperativo di Lavello, 2013, pp.73-74]
[il testo e le immagini della pagina sono di Sabino Di Tommaso (se non diversamente indicato)]