[A. Di Pasquale: "Sant'Agostino" del 1974
e "La tranvia" del 1929]
Scrive il prof. Giuseppe Brescia nel servizio culturale "Pittura: la classicità comunicativa di Alfonso di Pasquale" di "ANDRIALIVE" del 7 giugno 2013:
... Nelle “Corse ippiche in Andria” (del 1926 ) e in “La tranvia” (1929), si sente – mitigato – l'influsso di Monet e del De Nittis, dal momento che il disegno ovulare della corsa si intuisce nettamente al di sotto dei solchi sul terreno (nel primo caso); mentre la ascendenza lineare dei binari della tranvia insieme con i lembi della campagna danno base prospettica al pieno dominio contemplativo, indizio – ancora una volta – di visione frontale, calibrata, serena del mondo rappresentato.
[A. Di Pasquale: un "_________________" del 1945
e "________________" del ___ ]
Davide Catarinella in un articolo su "Il Giornale d'Italia" del 2 settembre 1953 annotava:
L'arte del Di Pasquale è essenzialmente e plasticamente classica, intesa questa espressione nel senso migliore. ... Non può non sfuggire l'intensità del sentimento e la cristallina purezza di espressione delle figurazioni pittoriche del Nostro che rifugge da ogni cromatismo violento e sgargiante per manifestare il suo animo d'artista e di poeta ..."
[tratto da "Alfonso Di Pasquale / pittore / la vita e le opere", a cura di Vincenzo Masi, edito dalla Banca di Credito Cooperativo di Lavello, 2013, pag.72]
[il testo e le immagini della pagina sono di Sabino Di Tommaso (se non diversamente indicato)]