[A. Di Pasquale: autoritratto del 1925 - foto
S. Di Tommaso, 2017]
[Il palazzo di Città ai primi del Novecento]
Una breve biografia e alcune note di critica all'arte di Alfonso Di Pasquale sono state inserite nella pagina introduttiva alle sue opere presenti nella Biblioteca Comunale "Giuseppe Ceci" di Andria, pagina alla quale si rimanda per l'approfondimento e per ammirare i numerosi quadri ivi presenti.
In alcuni uffici del Palazzo di Città di Andria sono esposti all'ammirazione del pubblico alcuni dei numerosi quadri che l'autore donò alla Città.
[A. Di Pasquale: "Autoritratto" (?) del 1928
e "Cavallerizza" del 1933]
Davide Catarinella in un articolo su "Il Giornale d'Italia" del 2 settembre 1953 annotava:
L'arte del Di Pasquale è essenzialmente e plasticamente classica, intesa questa espressione nel senso migliore. ... Non può non sfuggire l'intensità del sentimento e la cristallina purezza di espressione delle figurazioni pittoriche del Nostro che rifugge da ogni cromatismo violento e sgargiante per manifestare il suo animo d'artista e di poeta ..."
[tratto da "Alfonso Di Pasquale / pittore / la vita e le opere", a cura di Vincenzo Masi, edito dalla Banca di Credito Cooperativo di Lavello, 2013, pag.72]
[A. Di Pasquale: un "Castel del Monte" del 1937
e "Casolare" del 1940]
Rimirando le tele raffiguranti le nostre campagne e tenendo presente il quadro col Castello (qui sopra riprodotto) il prof. Giuseppe Brescia nel servizio culturale "Pittura: la classicità comunicativa di Alfonso di Pasquale" di "ANDRIALIVE" del 7 giugno 2013, osserva:
"Della maturità di Di Pasquale sono, altresì, la “Primavera andriese” ... [e questo quadro col Castello] ... di cui diceva il Vaccarella: “Par di respirare la salubre aria di campagna, di godere della tanto ambita quiete dolce e solenne dei campi, che ricorda 'Cariati', contrada a noi tanto cara!” Giudizio impressionistico e amicale, certo. Ma che allude bene alla prospettiva 'alta' della villetta, che riprende l'ottagono di Puglia, il Castel del Monte, sullo sfondo al centro, a guisa della “corona di Puglia” (Gregorovius) da cui “Tutta la Puglia viene scoverta” (abate cisterciense Placido Troyli, nella sua storia)."
[il testo e le immagini della pagina sono di Sabino Di Tommaso (se non diversamente indicato)]