"L'altro altare è dedicato a Giovanni d'Iddio, a di cui onore la pietà degli Andriesi, eresse adiacente alla chiesa un ospedale assistito da buoni fratelli.La immagine del santo sta con le mani conserte al petto, sul di lui capo due Cherubini che scendon dall'alto stanno nelle mosse d'inghirlandarlo con due serti di fiori per esprimere l'ardente sua carità, e verso Dio, e verso il prossimo. Due altri serafini gli stanno dappresso, uno con la regola dell'ordine in mano e l'altro in atto di baciargli il lembo della tunica. Altro serafino a' suoi piedi, con nastro nelle mani, in cui leggesi Charitas. In cima della tela altre teste di Angioletti, che scendono dalle nubi.
...La introduzione di questa casa religiosa in città avvenne nel 1754 sotto Urbano VIII. La Università considerando, che per essere ben assistiti e governati gl'infermi, non eravi altro mezzo proprio, che chiamare questa pia adunanza. Coll'opera del Vescovo si assegnarono ai frati annui ducati quattrocento dalle rendite dell'ospedale della Misericordia, e diedesi loro l'ospizio attaccato alla chiesa col dritto di alzare un altare al loro patriarca."
[da "Porta Santa" in "Andria Sacra" di G. Borsella, Tip. F. Rossignoli, Andria, 1918, pag.221-222]
La data (1754) citata dal Borsella è errata in quanto Urbano VIII fu
pontefice dal 1622 al 1644.
La data esatta è 1634. Scrive infatti il D'Urso:
"Dall'istesso Urbano VIII. fu fatta la provvista [nominato il vescovo] nel medesimo anno in persona di Fra Felice Franceschini, Ministro Generale de' Conventuali. Sotto il governo di costui trovo di notabile il solo introducimento della Religione de' Frati di S. Giovanni di Dio. ...Stabilite ed approvate dal Commissario queste convenzioni, si venne all'atto della stipula, e l'Istrumento fu rogato nel dì 27. Ottobre 1634. dal Regio Notaio Antonio Pitoggio di Andria. ... e così i Fatebene-Fratelli principiarono l'esercizio della loro carità a sollievo degl'infelici; e questo pio stabilimento si è mantenuto sino a questi tempi; cioè fino al 1809. "
[da "Introduzione dell’Ospedale di S. Giovanni di Dio" in "Storia della Città di Andria" di R. D'Urso, Tip. Varana, Napoli, 1842, Lib. VII, Cap. VII, pag.147]
Ancor più esplicito è un documento del 1747 relativo ad una convenzione avvenuta tra i Padri di S. Giovanni di Dio, i Priori Laici dell'Ospedale di S. Maria della Misericordia e i rappresentanti dell'Università di Andria.
"... nel 27 ottobre dell’anno 1634 detta Magnifica Università laicale e suoi General Sindaco, deputati e Priori Laici di detto ospedale della Misericordia di quel tempo, volendo provvedere al Governo degli infermi tanto febbricitanti, quanto feriti ed incurabili tanto cittadini quanto forestieri servatis servandis chiamarono essi Padri e religione di S. Giovanni di Dio, assegnandone loro la stessa casa dell’Ospedale vi era in questa città, sita nella contrada di S. Maria di Portasanta con tutte sue abitazioni superiori ed inferiori, mobili e suppellettili tutto allora in quello sistentino con tutti i suoi iussi ed azioni e coll’uso di quella chiesa contigua a detto ospedale, come sopra chiamata S. Maria di Porta Santa ..."
Come può vedersi nella foto allegata, oggi (2009) al posto della tela c'è una nicchia con la statua dell'Assunta. Ma ... dov'è finita la tela di San Giovanni di Dio (1495-1550), fondatore dei Fratelli Ospedalieri o Fatebenefratelli?
La foto a destra mostra la pietra tombale che, nel pavimento del presbiterio, ai piedi dell'altare maggiore, chiudeva l'accesso alla sottostante sepoltura dela Confraternita dei Bianchi intitolata al Nome di Gesù (evidenziato dallo stemma centrale col trigramma IHS); a fianco, come scrive il Borsella dovevano esserci altre due tombe.
"Nel pavimento avvi un sepolcro con questo titolo: Ioannes de Molina Lentnus (Lentini città in Sicilia) fieri fecit haec tria sepulcra pro se et pauperibus. Obiit Ianuarii 1529. Compresovi l'altro per li Frati dell'ordine, in cui è inciso lo stemma della Religione cioè, un cuore con crocetta in cima."
Lo stesso Borsella pone in questa chiesa anche la tomba di Giovanni de Molina di Valenza, uno dei governatori di Andria nel periodo spagnolo; parlando della chiesa di S. Maria Vetere scrive:
"Il primo governatore mandato dal gran Capitano in Andria fù Giovanni de Molina di Valenza, che morì nell’anno 1529, ed ebbe tomba nella chiesa della Porta Santa, ove esiste il suo sepolcro."
[da "Porta Santa" e da "S. Maria Vetere", in "Andria Sacra" di G. Borsella, Tip. F. Rossignoli, Andria, 1918, pag.188-202, 221-222]
Di buona fattura è anche il pergamo in legno che affianca l'altare,
con accesso da una scala interna alla muratura.
Quando e da quale artigiano fu realizzato?