Ai tempi del Borsella in questo fornice
non c'era il crocifisso e non si vedeva l'affresco della Madonna del
latte, coperto da sovrapposizioni; era proposta ai fedeli la tela oggi
(2010) posta nel fornice opposto: la Madonna
Incoronata.
Una tela della crocifissione si trovava invece nel
3° fornice destro, presso il presbiterio.
Scrive infatti il Borsella:
"Vien appresso l'altare dell'Incoronata, cui sostanno le martiri S. Lucia e S. Caterina, avendo ciascuna la palma del martirio. Nell'ovato S. Sebastiano."
[da "Chiesa Sant'Agostino" in "Andria Sacra" di G. Borsella, Tip. F. Rossignoli, Andria, 1918, pagg.164-165]
Nell'ovato a forma di trapezio curvilineo è raffigurato, come scrive il
Borsella, San Sebastiano, seminudo e legato ad un albero, trafitto dalle
frecce scagliate dai suoi commilitoni per ordine dell'imperatore
Diocleziano; condanna subita per aver convertito al cristianesimo molti
patrizi e soldati. Alla sua destra gli appare la Madonna sui classici
nembi e sembra consolarlo chiamandolo a sé e indicandogli con la destra
la croce portata dal Figlio.
San Sebastiano è anche considerato coprotettore della città di Andria,
insieme al Patrono San Riccardo ed il vescovo di Canosa San
Sabino.
In una nicchia a destra di chi guarda il crocifisso spicca l'antico affresco di
una Madonna che allatta il piccolo Gesù: (come per
l'affresco in Porta
Santa e quello nella cripta di Santa Maria dei Miracoli)
è una Panagia Galaktotrophusa, cioè una tutta (πάν) santa (άγιος)
Madonna del latte (da γάλακτος-latte e
τροφός-nutrice); è raffigurata tra due angeli presso il capo e, ai lati, due Sante/i non identificabili.
Probabilmente questo affresco appartiene all'epoca della riedificazione
della Chiesa in stile gotico, al periodo teutonico-svevo/angioino del XIII/XIV secolo;
fu scoperto nel
1937 sotto delle sovrapposizioni (Di tale ritrovamento ne parla l'arch.
Vincenzo Zito a pag. 29 del suo lavoro "
La Guerra dei 200 anni"
edito nel 2010, citando BCA, Fondo Ceci, Cart.4 f.3.6).
Certamente in origine questo affesco non fu dipinto in una
esistente nicchia, ma la parete che lo supporta era quella destra
portante della suddetta chiesa in stile gotico, diventata nicchia
coll'ispessimento dei muri per la sopraelevazione attuata dagli
Agostiniani tra il finire del Trecento e il Quattrocento.
Sulle più importanti raffigurazioni della
Madonna del latte nella nostra Città di Andria è compilata una pagina di approfondimento
nella sezione del Museo Virtuale.
In alcuni periodi dell'anno liturgico presso il crocifisso viene posta la statua ottocentesca dell'Addolorata, restaurata nel 2015 dal laboratorio andriese di Valerio Iaccarino e Giuseppe Zingaro.
Gli ammirevoli stucchi che ornano questa lunetta, e tutte le altre, un tempo erano colorati. Tracce di colore sono evidenti in questo fornice sui capelli biondi degli angioletti, sui loro veli celesti ed in pochi altri decori.