stralcio dal Libro II. Cap. VI.
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Di fatto quella chiesa detta di
S. Michele al Lago, prima suburbana,
mentre ora attacca con la catena delle urbiche abitazioni, fu allora edificata.
Essa trovasi circondata da un numero immenso di sepolcri, i quali,
come dissi dinanzi nel
lib. I. cap. 3. ebbero luogo a canto alle Chiese
dal sesto sino al nono secolo, in cui si permise ai cadaveri cristiani
la tumulazione dentro le chiese. Qui anticamente eravi una confraternita
sotto il titolo di esso Santo, vestendo il sacco bianco, e la cocolla.
Venne poi interdetta, e quindi dismessa da Monsignor Resta, per le continue risse,
che si eccitavano tra i confratelli. Questa chiesa rimane tutt’ora esposta
alla pubblica adorazione; benchè rifatta in molti punti,
e segnatamente nel prospetto, e nelle volte delle tre navi.
Sono degne di considerazione le sue antiche pitture di greco pennello.
Un’altra cappella, anche antichissima, trovasi in città, nell’imboccatura
dell’antico Seminario, conosciuta sotto il nome di
S. Michele delli Mele:
forse dacchè questa nobile ed antica famiglia, già estinta , per particolare
devozione s’interessava per lo mantenimento della chiesa, e pel culto del Santo.
Nella nostra cattedrale chiesa ci è stata sempre una cappella in suo onore,
com’evvi tuttavolta in molta venerazione. Ve ne sono altre fuori l’abitato;
poichè come a tempo del nostro S. Riccardo nel d’intorno di Andria vi erano
i casali, e questi sotto la sua giurisdizione, perciò anche ne ammisero il culto.
In effetti
nel villaggio di Trimoggia erari una chiesa quasi simile
a quella del Gargano nell’incrocicchio di alcuni sassi.
Essa riscosse le pubbliche adorazioni molto tempo dopo anche il trasferimento
di quei naturali in Andria. È situata nel fianco del Gurgo, luogo così detto,
perchè spiega un gorgo, un vasto sfondo, un’ampio vano.
La detta chiesa dell’Arcangelo S. M. in quell’antro rimane tuttavia;
ma I’antica immagine dipinta sulla parete si rende solo visibile
all’occhio della prevenzione. L’umidità, o l’abbandono l’hanno
resa abile ricetto al Gufo , che Iì plora di continuo.
Un’altra esisteva sull’antica via di Trani, e propriamente in Chiancola.
Questa addita al passaggiero ne’ suoi rottami l’ingiuria ch’ebbe dal tempo.