"Questa cappelluccia una volta fu sotto il patrocinio della nobile famiglia andriese dei Meli, estintasi anticamente. Passò poi all'altra nobile famiglia dei Marulli, imparentati coi Curtopassi. Nel 1697 fu adibita ad oratorio del Seminario che risiedeva dove è oggi l'ospedale civile e di cui le circostanti fabbriche appartenevano alla nobile famiglia Volpone, anch'essa estinta da secoli. Quando il seminario venne trasferito dal vescovo Nobilione accanto all'attuale palazzo vescovile, la chiesetta restò abbandonata, e soltanto recentemente fu riaperta al culto e officiata da un canonico del Capitolo Cattedrale."
[testo tratto da "Descrizione storico-artistica di Andria - Parte prima: Andria Sacra", di R. Zagaria, tip. F.Rossignoli, Andria, 1927, pagg. 30-31]
"Questa piccola chiesa è situata nel Centro storico di Andria, presso uno dei quattro antichi ospedali in via Quarti, con accesso da via Santa Chiara passando sotto l'arco.
La Chiesetta offre due particolari interessanti: il semidistrutto affresco del Cristo Pantocràtore, ritratto tra il 1200 e il 1300, e la struttura architettonica dell'antica costruzione, di cui si hanno notizie risalenti al 1705."
[tratto dal libro Le Storiche Croci del Venerdì Santo di M. Melillo, Tip. Edigraph, Andria, 1998, pag.17]
Questa chiesetta, chiamata un tempo nel quartiere di S. Micheluzzo, è stata utilizzata per 25 anni (dal 1705 al 1730) come cappella del primo seminario eretto da mons. Andrea Ariano nel dirimpettaio palazzo Volponi.
Si noti nell'angolo di sinistra l'invito di un arco o volta che
suggeriscono come un tempo la cappella poteva prolungarsi sulla sinistra
(come ipotizza mons. Lanave a pag. 194 del citato "Ho raccolto
per voi"), per
eventualmente congiungersi
alla costruzione al di là dell'attuale stradina, complesso che attualmente è sede della "Casa Accoglienza S. Maria Goretti".
Ebbene,
- il suddetto invito ad un arco, presente a sinistra del prospetto,
- una apparente cucitura dei bugni di pietra individuabile sul prospetto
a sinistra dell'ingresso quasi ad indicare una sua forzata traslazione verso destra,
- l'ampio e profondo arco internamente presente sulla parete sinistra che
spinge a pensare ad un accesso successivamente chiuso,
- il decentramento dell'absidiola con l'affresco rispetto all'attuale volume esistente,
- nonché la collocazione dello stesso affresco che sembra "oppresso" (e in parte mutilo) da una volta chiaramente successiva,
sono elementi architettonici che inducono a ipotizzare che questa chiesetta nei primordi, forse
nel Duecento, si potesse sviluppare su tre piccole navate o che, almeno, fosse più ampia sul lato sinistro.
Di rimando bisogna tuttavia tener presente che a tutt'oggi non si conoscono documenti
che possono dare credito a tale ipotesi.