Di questo antico ospedale scrive l'Agresti:
"Nel 1266 a questa Chiesa fu annesso l'Ospedale sotto il titolo di S. Bartolomeo, del quale abbiamo fatto parola nel I. volume di questa opera. Tutto quel comprensorio di case, appartenenti ai Signori Iannuzzi, ed ora al Sig. Vaccarella, facevan parte di detto ospedale.
e a pag. 121 del I° volume, parlando degli Ospedali esistenti in Andria nel Duecento, citando il D'Urso ("Storia della Città di Andria ...", pag.80) scrive:
"Animati dall'esempio del Cammarota [che aveva ricostruito un nuovo ospedale intitolato a S. Riccardo nei pressi della Cattedrale], altri quattro pietosi cittadini Andriesi, Quarti, Marulli, Fanelli - Madia e Superbo, con proprio denaro, fondarono altri due ospedali, quello della Trinità, e quello di S. Bartolomeo, (messi il primo accanto al nuovo ospedale di S. Riccardo, il secondo accanto alla Chiesa, ancora esistente, di S. Bartolomeo, e, propriamente, dove oggi si vede il palazzo dei Signori Iannuzzi), per sopperire alla miseria di tanti cittadini poverelli, contando allora Andria più di ventimila abitanti. Fu redatto allora un pubblico istrumento, nel 1268, per Notar Taddeo Ciriece, dal quale risulta, che detti fondatori, nel cedere quei due ospedali all'Università di Andria, si riservavano il diritto, per sè e per i rispettivi eredi, di nominare gli amministratori di quegli Ospedali."
[tratto da "Il Capitolo Cattedrale di Andria ed i suoi tempi", di Michele Agresti, tip. F. Rossignoli, Andria, 1912, vol. I, Cap. V, pagg. 121, vol. II, Cap. IV, pag. 75].
Giuseppe Ceci, nella sua sotto citata ricerca del 1891 su "Le Istituzioni di Beneficenza della Città di Andria" fornisce altre informazioni storiche:
"Accanto all’ospedale di S. Riccardo, che d’allora non accolse forse se non malati, sorsero la chiesa e l’ospedale della SS. Trinità. E un altro ospizio era poco lungi poi dalla porta del Castello, vicino ad una chiesa dedicata a S. Bartolomeo della quale si hanno memorie fin dal 1196 [UGHELLI, Italia Sacra, Venezia, 1721, pag. 926 del vol. VII.]. ...
Alla metà del secolo XVI i quattro ospedali per incuria degli amministratori si trovavano ridotti in cattivo stato. L’Università allora, nel 1563, d’accordo cogli eredi dello cinque famiglie, e col consenso del Vescovo Giovan Francesco Fieschi, stabilì di riunire le rendite degli ospedali di S. Riccardo, della SS. Trinità e di S. Bartolomeo in quello di S. Maria della Misericordia, che rimase solo a sopperire ai bisogni degli indigenti [I due istrumenti del notaio Nicolangelo Facinio del 1 e 8 febbraio 1563 ...]. ...
Si è detto che anche l’ospedale di S. Bartolomeo fosse stato abolito nel 1563, ma è da credere, che le sue rendite soltanto fossero state riunite a quelle degli altri ospedali, e che nelle sue case continuassero a trovare ricetto i pellegrini. Difatti nella relazione ad sacra limina, spedita in Roma il 21 febbraio 1721 da Monsignor Giampaolo Torti, Vescovo di Andria, è annoverato tra i luoghi pii l’ospedale di S. Bartolomeo pei poveri pellegrinanti. E nel 1754 l’Università deliberò di vendere alcuni suoli pubblici per trarne il denaro occorrente tra l’altro a ristaurare l’ospedale dei pellegrini, dove si doveva costruire una camera per separare i sacerdoti dagli altri viandanti e specialmente dalle donne, rifare il pavimento del focolaio e i cessi, e comprare una mensa di pietra, dei letti ed altri oggetti indispensabili [DocumentoIV]. ...
In quell’anno [1809], espulsi i padri, l’edificio di S. Maria della Misericordia fu venduto ad un privato, e pel nuovo ospedale civile fu adattato l’antico ospizio di S. Bartolomeo; ma esso era angusto al segno da non poter tenere divise le donne dagli uomini. Onde quel santo uomo, che fu Monsignor Giuseppe Cosenza, non appena prese possesso del suo Vescovado di Andria, mise ogni studio per l’erezione di un nuovo ospedale, e non posò se non quando nel 1834 ottenne, che fosse fondato in alcune case appartenenti al Monte di Pietà. ..."
[estratto da “RASSEGNA PUGLIESE di Scienze, Lettere ed Arti”, ed. Valdemaro Vecchi, Trani, 1891, vol. VIII, N.13-14, Le Istituzioni di Beneficenza della Città di Andria, di Giuseppe Ceci]
Come dichiara il Ceci nella precedente citazione, il 7 (e non il 21) febbraio del 1721 il vescovo mons. Gian Paolo Torti nella sua relazione allegata alla "Visita ad limina" di quell'anno, a proposito degli ospedali presenti a quel tempo in Andria, scrive testualmente:
"Extant pariter in Civit.[at]e hac tria alia loca pia, seu hospitale sub tit.[ul]o S. Bartolomei prò pauperibus peregrinantibus; Hospitale, sivè Mons Pietatis prò Civibus inopibus ..., et Mons S.[anct]ae Mariae dè misericordia prò Infantibus Expositis alaendis.".
Tanto a conferma che nel Settecento l'Ospedale di San Bartolomeo funzionava regolarmente.
[elaborazione elettronica su un particolare della cartografia del 1875, con evidenziazione dell'Ospedale
di S. Bartolomeo - L'originale della su riprodotta cartografia,
sulla quale ho aggiunto note e ulteriori rilievi grafici
inerenti l'argomento di questa pagina, è una pubblicazione e proprietà dell'ing. Riccardo Ruotolo.