"Il primo altare, a destra di chi entra in Chiesa, è intitolato a S.Vincenzo Ferreri, del quale si ammira l'immagine, dipinta su tela, dalle grandi ali spiegate, avendo una fiammella accesa sul capo, mentre una folla di popolo, dell'uno e dell'altro sesso, lo circonda, implorando la guarigione ai loro mali. In cima si vedono due angioli, che scendono dall'alto, con le trombe in mano, per dinotare la predicazione del Santo. Due altri serafini completano le figure di questo pregevole dipinto, chiuso in cornice di marmo, intarsiata di fregi in marmo rosso. Nell'ovato di questo altare si vede un'altra tela, chiusa pure in cornice di marmo, rappresentante S.Pietro Gonzales (chiamato anche S.Elmo), protettore dei naviganti, avendo a destra una barchetta.
[in nota] L'altare ... fu eretto dalla famiglia Spagnoletti, come risulta dal testamento del Notar Giuseppe Antolini del 1756. Il Sig. Sebastiano Spagnoletti, nel 1772, rifece questo altare in marmo, come rilevasi da una iscrizione ivi scolpita. Esiste, ai piè di quest'altare, il sepolcro gentilizio della famiglia Spagnoletti, ed una lapide ricorda il Patrizio Sebastiano Spagnoletti, valente giureconsulto, morto a dì 24 Novembre 1783 ed ivi seppellito."
[da "Chiesa di S. Domenico" in Il Capitolo Cattedrale di Andria .., di M. Agresti, tip. F. Rossignoli, Andria, 1912, Vol.II, pag. 90]
Nel quadro San Vincenzo Ferreri (1350-1419), domenicano spagnolo, è classicamente raffigurato con fiammella dello Spirito Santo sul capo ed ali angeliche tra creature celestiali con tromba, in quanto, spiegando l’Apocalisse nelle sue prediche contro gli eretici valdesi e catari e contro lo scisma d’occidente, soleva assomigliarsi all’Angelo messaggero preannunciato da Giovanni nel suo libro, ammonendo l’uditorio col grido dell’Angelo (cap.14, v.7): “Timete Deum et date illi honorem quia venit hora iudicii eius et adorate eum qui fecit caelum et terram et mare et fontes aquarum.” (cioè: “Temete Dio e dategli gloria, perché è giunta l’ora del suo giudizio. Adorate colui che ha fatto il cielo e la terra, il mare e le sorgenti delle acque.”). Nella sinistra infatti reca il libro dell’Apocalisse aperto nel quale si legge “TIMETE / DEUM / ET DATE / ILLI HO / NOREM”, mentre indica il Cielo con la destra ai numerosi fedeli ai suoi piedi, che attendono grazie, e a quelli alle sue spalle forse i dubbiosi e gli eretici.
Nell’ovato c’è San Pietro Gonzales (1190-1246), domenicano spagnolo, grande predicatore,
cappellano reale di Ferdinando III di Castiglia; operò poi tra i poveri, soprattutto marinai e pescatori, così che,
alla sua morte divenne un loro protettore, in particolar modo in Portogallo e Spagna, col nome deformato di San Telmo (forse altro suo nome o cognome).
Per la sua protezione dei i marinai in questa tela è raffigurato avente nella mano destra una barca
sventolante una bandiera bianca con croce rossa.
Si tenga inoltre presente che la sua devozione rifulse nel 1741, proprio mentre si riallestiva l’arredo di questa Chiesa,
dopo le importanti ristrutturazioni d’inizio Settecento.
Nel cartiglio della cornice del quadro (al centro in alto) si legge:
SABASTIANVS SPAGNOLETTO JUNIOR
SUI PATRIS PIA UOTA PERSOLUIT
ANNO SALUTIS NOSTRÆ
MDCCLXXII
[particolare dell'altare dedicato a San Vincenzo Ferreri - foto Sabino Di Tommaso,
02/04/2021]
In merito alla tomba degli Spagnoletti il Borsella scrive:
"A piè dell’altare di S. Vincenzo vedesi in marmo il sepolcro della famiglia Spagnoletti con gli stemmi a fianco dell’altare, eretto a spese della stessa. Ecco la epigrafe:SEBASTIANUS SPAGNOLETTI
Le armi della famiglia rappresentano un braccio armato di spada, con una stella; le stesse armi son rilevate anche sull’avello."
ANDRIÆ AC JUVENACII PATRICIUS
JURIS CONSULTISSIMUS
QUI
CHRISTIANA PIETATE MORUM PROBITATE
INSIGNIS
PUBLICUS AMICUS CARUS SUIS
CERTUM PAUPERIBUS PRÆSIDIUM
UT UNA URNA SUI CINERES MATRISQUE
QUAM VIVUS COLUIT TEGERET
HEIC CUM MAJORIBUS SITUS EST
VIXIT ANNOS LV. MENSES 1V. DIES IX
OBIIT DIE XXIV NOVEMBRIS
A. D. MDCCLXXXIII.
[da "San Domenico" in Andria sacra, di G. Borsella, tip. F. Rossignoli, Andria, 1918, pag. 209]
Sull'altro lato della navata, opposto a questo altare, è eretto quello di San Tommaso d'Aquino, in tutto simile per forma e marmi utilizzati.