In questa pagina si analizzano gli ambienti che ancora oggi conservano evidenti tracce della loro antica struttura, trecentesca o rinascimentale; si tratta della sala capitolare con le limitrofe due sacrestie: la sacrestia della confraternita di Santa Chiara e quella allestita nel Settecento. Sul lato Nord del chiostro ci sono il refettorio e i locali cinquecenteschi con esso comunicanti e adiacenti, ambienti questi che vengono analizzati in un'altra pagina.
Nell' "Indagine conoscitiva" sul Convento di San Francesco ad Andria, a proposito della sacrestia di Santa Chiara e degli ambienti adiacenti, Angelo Lauro e Giuseppe Pinto nel testo sotto citato scrivono:
"Accanto … … … si trova un vano a cui si accede per mezzo di un arco a sesto rialzato.
Questo vano, voltato successivamente, è posto a copertura di un passaggio che per mezzo di una porta conduce nella attuale sacrestia. L'arco descritto risulta incassato traumaticamente nella muratura della chiesa a testimoniarne la successiva realizzazione. All'interno dello stesso passaggio sulla parete della chiesa, si nota l'esistenza di una porta medievale oggi murata, che si apriva all'interno della chiesa, poco prima dell'altare maggiore."
In riferimento ai tre ingressi che si ipotizzano accessi alla sala capitolare, adiacenti al vano suddetto, gli autori scrivono.
"Tre porte gotiche si affacciano sul porticato. Anche queste presentano forti problemi interpretativi ... :le cornici delle porte sono complanari al tessuto murario; poiché è ipotizzabile che questo tessuto fosse costruito da elementi bugnati così come evidenti nel resto delle murature, se ne può dedurre che il rivestimento attuale è aggiuntivo ovvero che le porte siano state posizionate o riposizionate, in modo parzialmente incassato, successivamente alla realizzazione del muro. ...... Una interessantissima scoperta riguarda la diffusa presenza di residui di colore individuati sugli stipiti e sulle cornici della porta a sinistra; sono tracce di colori che confermano quanto sostenuto dal Merra circa la presenza di affreschi nel chiostro. Questi colori vanno dal rosso sinopia al blu cobalto; sono intensi e tipici di una decorazione tardocinquecentesca. Non mancano nelle pareti di contorno delle tracce di giallo ocra, rosso cinabro, verde organico, azzurro oltremare e terra bruciata. Queste presenze cromatiche variamente diffuse ed individuate anche su molte altre aree della parete, ... all'analisi scientifica ... hanno confermato che si tratta di colori utilizzati per la realizzazione di decorazioni pittoriche."
[testo tratto da " Il Convento di San Francesco ad Andria. La storia - Il recupero", di A. Lauro e G. Pinto, Laterza ed., Bari, 2000, pagg. 78-79]
La sacrestia (della quale osserviamo qui sopra il pregevole armadio ligneo) è un'altra sala con volta costolonata, trasformata allo stato attuale prevalentemente nei restauri del Settecento. Tali rifacimenti furono opera di Fra Gabriele Maria Pisani, come scrivono il Borsella ed il Merra.
"La sagrestia venne di molte e preziose suppellettili arricchita, e dotata di un fondo dallo zelo del padre Fra Gabriele Maria Pisani da Andria, maestro di belle lettere e di sacra teologia, oratore zelante, ministro provinciale e commissario generale. Laonde i suoi confratelli, in testimonio di gratitudine, e perchè la memoria d’un tanto uomo non restasse dimenticata, gli eressero in quella un mezzo busto di finissimo marmo, con la seguente epigrafe [qui trascritta dalla lapide e non dal Merra]:
D. O. M.
FRATER GABRIEL MARIA PISANI AB ANDRIA
ARTIVM ET SACRAE THEOLOGIAE MAGISTER
PRAEDICATOR ZELOTYPVS MINISTER PROVINCIALIS
ET COMMISSARIVS GENERALIS AEQVISSIMVS
SACRISTIAM HANC SVPPELLECTILIBVS AVXIT
FVNDO DOTAVIT
CESSIT E VITA TERTIO NONAS NOVEMBRIS
ANNO AETATIS SUAE LXXV MENS. X. DIE. XIII
VVLGARIS VERO AERAE MDCCLII
ET NE TANTI VIRI MEMORIAM SAECVLA OCCVLTARENT
PATRES CONVENTVS
MEMORIAE ET BENEFICENTIAE ERGO
HOC POSUERE MONUMENTUM"
[E. Merra, La chiesa di San Francesco in " Monografie Andriesi", Tipografia e Libreria Pontificia Mareggiani, Bologna, 1906, Vol I, pagg. 335-382]