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Santuario del SS. Salvatore
[foto di Sabino Di Tommaso - 04/2014]
Il santuario del SS. Salvatore, come recita la lapide di seguito riportata,
sorge dove fino al 1776 c'era
l'antichissima
chiesetta di S. Maria Trimodiense;
essa è documentata fin dal 843, a sua volta
eretta nei pressi della dolina di Gurgo, dove affreschi erosi dal tempo
nella grotta più grande testimoniavano fino al Settecento la presenza di
una chiesa rupestre
intitolata all'Arcangelo S. Michele e una imprecisata chiesa dedicata al Salvatore,
documentata da una
bolla pontificia del 1120.
Questa lapide, che ricorda due restauri della Chiesa (tra il 1566 e il 1582 l'uno, e nel 1776 l'altro),
può essere così trascritta e tradotta:
trascrizione della lapide |
traduzione |
D. O. M.
QVOD.TEMPLI. HVIVS.S.MARIÆ.TRIMODIEN
SÆCVLI.XII.ANNO.IV.TARQVINIVS.PRÆPOSITVS.CLERVS
ET.OPPIDANI.OMNES.OB.BELLI.PASSA.PERICVLA
LATRONVMQ.INCVRSIONES.ÆDIBVS.DERELICTIS.
ANDRIA.MIGRARINT.
QVOD.ARAM.SVB.HAC.FORNICE.ERECTAM
CONTINẼTẼ.BEATÆ.VIRG.ICONEM.GRÆCANICE.DEPICTAM
LVCAS.ANTONIVS.FLISCO.DICTÆ.VRBIS.EPISCOPVS.
POST.ANNOS.QVADRIGENTOS.RESTAVRARIT
VT.FACTI.MEMORIA.A.POSTERO℞.OBLIVIONE.VINDICETVR
COLLEGIVM.DIVI.NOCOLAI.VTI.DOṀNVS.ORIGINARIVS
DEMOLITO.SACELLO.IAM.VETVSTATE.CONSVNTO
NOVOQ.EXCITATO.MON.H. P.P.
CVRANTIB.RR.DD.OISEPHO.SCAMARCIO.&.RIC.RAIMÕDI
1776 |
A Dio, il più buono, il più grande
Poiché il priore Tarquinio, il clero e tutti gli abitanti, nel XII secolo,
per i pericoli della guerra patiti e per le incursioni dei briganti,
abbandonate le loro abitazioni e il tempio di S. Maria di Trimoggia,
si rifugiarono in Andria;
e poiché dopo 400 anni Luca Antonio Flisco,
vescovo di questa Città [dal 1566 al 1582],
fece restaurare l’altare
sopra il quale era dipinta in modo «graecanice» (stile greco-bizantino)
l'immagine della Beata Vergine Maria;
il clero di S. Nicola, originario proprietario [del Tempio],
perché i posteri non perdessero la memoria della storia,
demolito il tempio (sacellum) ormai cadente per la vetustà,
ne fece costruire uno nuovo,
sotto la direzione dei reverendi Don Giuseppe Scamarcio e Riccardo Raimondi.
(Anno) 1776 |
Trascriviamo dal testo dell'Agresti (in calce citato) notizie storiche sintetiche
della Chiesa dai primi dell'Ottocento;
un approfondimento può esseere letto nei documenti allegati.
La Chiesa del SS. Salvatore è messa a circa due chilometri dalla città,
dal lato di mezzogiorno. Di questa Chiesa già abbiamo fatto un cenno nel I. volume
di quest’opera, quando parlammo del trasloco del Capitolo Collegiale di S. Nicola,
dalla sua primitiva residenza di S. Maria di Trimoggia nella nuova residenza
della Chiesa di S. Nicola (1104).
L’antica Chiesa di S. Maria di Trimoggia aveva un’altare intitolato
al SS. Salvatore del quale custodiva gelosamente una preziosa e prodigiosa tela,
rappresentante il Divin Redentore legato alla colonna.
Stando la grande devozione a questa Immagine del Salvatore, nel 1816 il Capitolo di S. Nicola,
accanto all’antica Chiesa di S. Maria di Trimoggia fe’ costruire una Cappella,
dedicata esclusivamente al SS. Salvatore, dove collocò quell’antichissima Immagine, chiusa in cornice.
Però, crescendo sempre più la devozione a quella prodigiosa Immagine, e ritenuta
troppo angusta quella Cappella, il benemerito Capitolo di S. Nicola, nel 1872,
la fe’ ingrandire ed abbellire, erigendovi un maestoso altare di marmo,
su cui primeggiava la portentosa Immagine del Salvatore, chiusa in più ricca cornice
[d'argento ed una nuova cappella per l'Addolorata].
Nè di ciò contenti i zelanti Canonici di quell’insigne Capitolo,
nel 1900,
fecero abbattere la vecchia Chiesa di S. Maria di Trimoggia
e la Cappella del Salvatore, per far ricostruire una novella e più ampia Chiesa,
intitolata al Salvatore, come omaggio sull’inizio del secolo ventesimo.
[tratto da
La Chiesa del SS. Salvatore,
in "
Il Capitolo Cattedrale di Andria ed i suoi tempi"
di M.Agresti, pagg. 114-116, cap.VII., vol.II., Tipi Rossignoli, Andria, 1912]
trascrizione della lapide |
traduzione |
D • O • M
PRO
TANTIS • BENEFICIIS
EX • HACCE • SACRA • DOMINI • SALVATORIS • NOSTRI
EFFICIE • CUMULATE • ACCEPTIS
PROQUE • PLUVIA
OMNI • ARITUDINIS • TEMPORE •DIVINITUS • HABITA
PIETATE • CLERI • S. NICOLAI • POPULIQUE
SACELLUM • HOC
DILIGENTIA • AC • SEDULITATE
REVERENDI •D. ANTONII • NOJA
ERIGENDUM • ORNANDUMQUE•CURAVIT
A • D • MDCCCXVI |
A DIO OTTIMO MASSIMO
PER
I TANTI BENEFICI ABBONDANTEMENTE RICEVUTI
DA QUESTA SACRA IMMAGINE
DEL SIGNOR NOSTRO SALVATORE
E PER LA PIOGGIA
MIRACOLOSAMENTE RICEVUTA IN TUTTE LE SICCITÀ
A DEVOZIONE DEL CLERO DI S. NICOLA E DEL POPOLO
QUESTO TEMPIO
CON LA DILIGENZA E LO ZELO
DEL REVERENDO D. ANTONIO NOJA
[SI] PROVVIDE CHE FOSSE ERETTO ED ALLESTITO
1816 |
Una descrizione molto precisa delle strutture architettoniche dell'attuale Santuario
le rileviamo da quanto scrive Mons. Merra nella monografia ad esso dedicata (sotto citata).
Tale devotissimo scrittore (al tempo vescovo di Crotone, poi di San Severo) fu uno dei più
ferventi patrocinatori dell'erezione di questo tempio così come oggi lo ammiriamo.
“Stava per terminare il secolo XIX, ed il mondo cattolico con ansia santamente febbrile
si apparecchiava a rendere un omaggio splendidissimo di fede, di speranza
e d’amore a Gesù Redentore, Re immortale dei secoli, con innalzargli
nelle più alte vette dei monti dell’Italia nostra sublimi monumenti e croci!
In tale fausta ricorrenza il Rettore di Santa Maria di Trimoggia,
unitamente all’insigne Capitolo Collegiale di San Nicola, considerando
che l’attuale Chiesa del Salvatore più non rispondeva all’amore,
ogni giorno crescente del popolo Andriese verso del divin Nazareno,
divisarono di volerla all’uopo ingrandire ed abbellire vagamente.
Il giorno sacro alla Festa del Salvatore, avendo invitato a cantare
messa solenne ed a tenere all’uopo un bollente discorso al popolo,
Mons. Emanuele Merra Protonotario Apostolico, questi di gran cuore
ne assunse il pietoso e patriottico incarico, ed esortò vivissimamente
gli Andriesi a voler erigere quando prima una novella Chiesa,
che degna fosse del Salvatore e della città di Andria.
Il primo venerdì di marzo del 1901 l’Ill.mo Mons. D. Giuseppe Staiti,
Vescovo di Andria, l’Insigne Capitolo Collegiale di San Nicola,
ed un popolo senza numero, devotissimo del Salvatore, si portarono
in Trimoggia a benedire la prima pietra inaugurale della nuova Chiesa,
assumendone ben volentieri l’incarico e con perseveranza instancabile
i Can.ci Sgarra D. Raffaele e Casieri D. Francesco.
Sul frontone della nuova Chiesa il Prevosto Parroco D. Michele Patruno Protonotario Apostolico
ad instar volle fosse scolpita la seguente iscrizione a memoria del fatto:
DEO
REDEMPTORI HOMINVM
DEIQVE MATRI TRYMODIENSI
SAECVLO XX INEVNTE
ANDRIENSES IN MONVMENTVM
M. C.M. I.
Esimio ingegnere ne fu il Cav. Riccardo Ceci esecutori, Nicola
e Giuseppe Sgarra, fratelli muratori fu Vito.
Questa Chiesa è stata ricostruita con forma regolare, mantenendo inalterata per posizione
ed ampiezza la Cappella centrale, e l’altra adiacente. Essa è di stile romanico-lombardo.
Occupa attualmente un’area rettangolare di circa 600 metri quadrati, ed è divisa
in tre navate,
delle quali la principale ha la sua larghezza di metri 6, e le laterali di metri 4,
perchè tali erano le dimensioni delle cappelle iniziali. …
La facciata principale della Chiesa è decorata nella parte centrale,
e danno rilievo ad essa, sia nella parte di mezzo, che nelle laterali,
paraste di pietra calcarea, che salgono sino agli archetti sottostanti
alle cornici e al fregio dentellato.
Nelle pareti laterali sono aperte finestre oblunghe; nella centrale ricca la porta,
che costituisce la parte più importante della facciata.
Vi si accede con gradinata ed il portale è decorato con due colonne di pietra calcarea a pulimento.
La muratura della facciata è a paramento in pietra calcarea e mattoni; il basamento in pietra.
Nel mezzo della facciata elevasi il campanile ad un piano su pianta ottagonale
con basamento quadrato, e sui suoi otto spigoli stanno altrettante colonnette della stessa
pietra calcarea; è terminato da ricca cornice di pietra, e sormontato da una piramide ottagonale.
Il campanile è in muratura a paramento come la facciata, e porta nei lati e sul fronte una bifora dello stesso calcare.”
[testo tratto da "L’immagine del SS. Salvatore in Santa Maria di Trimoggia"
in "Monografie Andriesi" di E. Merra,
Tip. Pontificia Mareggiani, Bologna, 1906, Vol.I, pagg. 279-334,]
[foto panoramica di Sabino Di Tommaso - 20/02/2015]