prospetto e ingresso in largo La Corte

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Il prospetto e l’ingresso da piazza La Corte

Da piazza La Corte a destra del Duomo, si può ammirare il lato esposto a mezzogiorno. Un grande arco ogivale, sormontato da una finestrella quadrata, ci invita ad entrare per questo elegante ingresso laterale.
Centrale davanti alla terza finestra delle cappelle laterali s'erge l’obelisco di San Riccardo; tra tale stele e l’ingresso una meridiana segna l’ora del giorno.
Alla base della muratura due finestrelle rettangolari danno luce (insieme ad un’altra sul prospetto) agli ambienti - deposito sotterranei adiacenti alla cripta.
Sulla destra infine (di fianco al muro sud del transetto della cattedrale, nel quale appare centrale una bifora murata),  è da osservare la struttura architettonica rinascimentale di raccordo tra il Duomo ed il Palazzo Ducale, attraverso la quale, sino all’Ottocento, la famiglia ducale poteva assistere alle funzioni della Cattedrale dal coretto privato (eliminato nel 1848) che si apriva nel presbiterio.


L'ingresso laterale
Elementi architettonici e vicende storiche

   
[La Cattedrale: - in un dipinto di A. Vianelli del 1851, MET, New York - in una foto inizi Novecento, Fototeca INASA, inv. 13666 - in una foto fine Novecento]

Le tre immagini qui sopra riprodotte, aggiunte a quella attuale (2009) posta ad inizio pagina, ci informano come si è presentato esternamente il lato sud della Cattedrale negli ultimi 170 anni della sua storia e, in particolare, evidenziano l’evoluzione del suo ingresso laterale.

Soffermiamo per ora lo sguardo sulla parte di fabbricato che dall'ingresso laterale della Cattedrale giumge ad accostarsi al Palazzo Ducale.
- Il dipinto di metà Ottocento (1ª foto a sinistra) evidenzia un maestoso ingresso sotto un arco ogivale, dagli studiosi individuato del XVIII secolo. Sulla parete di fondo del vano introdotto dall'arco alcuni gradini immettono in cattedrale, alla fine della navata destra, attraverso una normale porta. Si deduce che a partire dall'anno di apertura di questo accesso e almeno fino a metà Ottocento, data del dipinto in oggetto, questo era un ingresso laterale della Cattedrale.
Immediatamente adiacente all'arco e sulla destra di chi guarda, c'è un corpo di fabbrica sporgente dalla retrostante parete dell'interno transetto, con un archetto a tutto sesto che fa supporre una sottostante finestra al momento murata; in questo vano da detto transetto si addentrava una cappella, a quel tempo, e almeno dal 1° documento disponibile del 1644, dedicata al Crocifisso.
- L'immagine d'inizio Novecento (2ª foto sopra al centro, di proprietà dell'Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell'Arte, sigla INASA) mostra la scomparsa dell'ingresso laterale, murato, con l'apertura al suo posto d'un'altra finestra.
Il transetto ha perduto le due finestre ogivali superiori, murate, e, al sottostante emergente corpo di fabbrica è stato aggiunta una ulteriore prominenza con finestra. Con queste modifiche quello che per oltre un secolo era stato un ingresso laterale è diventata sacrestia per la congrega della adiacente e precedente 4ª Cappella, allora dedicata al SS. Sacramento. Scrive infatti l'Agresti nel 1912 a pag. 14 e 21 del 2° volume sotto citato: "Accanto alla Cappella del Sacramento vi è la Sacrestia della Confraternita del Santissimo …" mentre la cappella del crocifisso si apre sempre nel transetto di fronte al Cappellone di S. Riccardo "Dal lato sinistro di questo medesimo vano, di fronte alla Cappella del Crocifisso, maestoso s’erge il Cappellone, intitolato a S. Riccardo … ."
- L'immagine di fine Novecento (3ª foto sopra a destra) mostra la situazione dopo i restauri degli anni Sessanta di quel secolo.
L'ingresso laterale funzionante dal Settecento fino a gran parte dell'Ottocento è rimasto murato.
Le due finestre ogivali superiori del transetto sono state riaperte e i corpi di fabbrica che fuoriuscivano, e che ospitavano la cappella del crocifisso, sono stati eliminati, lasciando visibile l'arco d'innesto della volta a botte di tale cappella demolita; è stata indi aperta una porta di accesso al transetto, in corrispondenza del magnifico arco cinquecentesco che fino a quei restauri sorgeva all'interno e arredava (impropriamente, in quanto probabile antico portale laterale) la suddetta Cappella del Crocifisso.
L'immagine del 2009 (foto a inizio pagina) mostra la situazione attuale dopo i reastauri del 2005-2008.
È stato riaperto l'ingresso laterale settecentesco e murata la porta che nel transetto dava nella cappella del crocifisso, lascandola visibile dall'interno forse anche a testimonianza dell'anzidetto cinquecentesco portale (foto sotto a destra) di ipotetica uscita laterale, portale eretto attualmente nel cortile dell'episcopio.

I due portali un tempo presenti nel presbiterio    
[I due portali un tempo presenti, il 1° sulla perete dx del presbiterio, il 2° sulla dx del transetto (immagini non in scala)- a dx parete esterna del transetto con tracce della demolita cappella del Crocifisso]

Qui sopra si riproducono i due portali cinquecenteschi un tempo presenti sulla parete destra della Cattedrale;
tenendo presente che il Borsella a metà Ottocento
- vede l’arco più grande (sopra a destra) sull’accesso alla cappella del Crocifisso, oggi non più esistente, (“La entrata della Cappella [del Crocifisso] è costrutta ad arco sopra pilastri di pietra. L’arco è abbellito da rosoni.”, [pag.48].);
- vede poi sul presbiterio l’arco datato 1544 (sopra a sinistra) di fronte al trono episcopale, dietro un ampio abaco di marmo che “si addentra in una antica cappella, oramai chiusa, benedetta alla nascita del Messia. [non "del Messia", ma "della Natività di Maria Vergine"] Il cornicione a triangolo che sporge fuori dall'Architrave della porta, i pilastri, le basi, i capitelli, non che una fascia arcuata che cingela, il tutto di pietra viva … Appresso la ridetta fascia miransi due quadretti, il primo dei quali porta in mezzo A. D. e l’altro l'epoca del 1544, quadretti che stanno orizzontalmente in linea retta tra loro.[pp.58-60]”
- Dell'uscita laterale dal presbiterio sia in largo La Corte che nel cortile dell'episcopio ne parla inoltre mons. Triveri nella visita effettuata nell'aprile del 1694;
inizialmente descrivendo la Cattedrale nel suo complesso scrive "Quinque habet portas duas laterales, quam una, quæ est a latere evangelij correspondens atrio Palatij ep[iscopa]lis, altera verò, quæ posita est a latere epistolæ", localizzando poi la sacrestia dice"Sacristia cuius ianua est in spatio illo quod inter Altare maius, et ianua laterale a parte evangelij."

stemma dei Mione sul portale della Natività di Maria
[stemma dei Mione]

stemma dei Tesorieri
[stemmi dei Tesorieri]

Si potrebbero avanzare le seguenti ipotesi.

- quello datato 1544 era quasi certamente l’ingresso alla cappella della Natività di Maria Vergine; è improbabile l’ipotesi che in un primo tempo possa essere stato un portale di comunicazione con l’adiacente Palazzo Ducale;
Infatti la presenza dello stemma nobiliare della famiglia Mione sul portale, scolpito per ben tre volte nei due plinti e sulla chiave, invita a considerare quest’arco eretto da tale famiglia nobile per la cappella della Natività di Maria Vergine sulla quale deteneva il giuspatronato.
- l’altro, più maestoso, potrebbe essere stato una pregevole uscita laterale in largo La Corte. È certo tuttavia che tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento parte della parete sottostante l’arco era rimossa ed introduceva ad una cappella dedicata al Crocifisso, sottraendo la necessaria superficie a piazza la Corte; il portale, occupato superiormente da un organo, funzionava da accesso a detta cappella. Tale disposizione strutturale si protrarrà poi sino ai primi del Novecento.
Un dato che rafforza la convinzione che quest'arco non sia stato eretto per abbellire una uscita, ma per impreziosire la cappella davanti alla quale insisteva, è lo stemma della famiflia Tesorieri affisso nella volta di quella cappella, in quanto i Tesorieri ne detenevano il giuspatronato.

Altri elementi architettonici di rilievo

obelisco di S. Riccardo  meridiana, tra l'obelisco di S.Riccardo e l'ingresso laterale  stemma del Balzo
[L'obelisco di S.Riccardo, la meridiana e lo stemma della famiglia del Balzo un tempo sulla facciata ora in Chiesa (le immagini non sono in scala)]

Il Borsella, parlando dei primordi della Cattedrale, a metà Ottocento, descrive gli elementi scultorei presenti e scrive:
"Uscendo dal Tempio vedesi elevata una guglia, che attacca al muro laterale del medesimo, nella cui cima è allogata la statua lapidea di S. Riccardo, in atto di benedire, ornato Pontificalmente. Questo obelisco di pietra vennegli eretto per avere liberato le campagne dal flagello dei bruchi, che la devastavano secondo indica la iscrizione. ... In faccia al muro istesso, vicino un orologio solare, su piccola base poggia un Leoncino di pietra sporgente, sopra una gran lapide che offre la effige d'un Vescovo col pastorale avendo le mani incrociate al petto, di gusto gotico ignorandosene il nome. Accanto al Leoncino sopra altra lastra lapidea infissa nel muro si scorge una stella raggiante stemmi degli Svevi, e dei Bauci o Balzi."

[tratto da "Duomo", in "Andria Sacra", di Giacinto Borsella, tip. F. Rossignoli, Andria, 1918, pp.123-124].

In merito all'ingresso laterale l'Agresti nei primi anni del Novecento ipotizza la primitiva chiesa e scrive (ai suoi tempi l'ingresso settecentesco era già murato):
"L'antica Chiesa, al dire dei medesimi storici paesani, consisteva nell'attuale presbiterio, e sottopresbiterio, messo fra quello e le navate, aventi a soccorpo la Cripta, che, in origine, fu la primitiva Chiesa. L'altare maggiore era sito là dove oggi trovasi la Cappella di S. Riccardo. Il suo ingresso era di prospetto al largo della Corte. Ciò confermano le antiche finestre della Chiesa e della Cripta [ora murate], prospicienti sul largo di detta Corte."

[tratto da "Il Duomo di Andria", in "Il Capitolo Cattedrale di Andria ed i suoi tempi", di Michele Agresti, tip. F. Rossignoli, Andria, 1912, vol.II, pag.5].

Sulla meridiana posta su questo lato sud (foto a sinistra) sono incise le dodici ore del giorno, in latino e abbreviate alle prime due o tre lettere; da sinistra a destra: hora PRIma (all'incirca dalle sei alle sette attuali), SEcunda, TERtia, QVArta, QVinta, SEXta, SEPtima, OCTava, NOna, DEcima, UNdecima, DUOdecima (all'incirca dalle diciassette alle diciotto attuali).
In ogni segmento di ora sono incisi anche cinque forellini che dividono l'ora in sei parti di 10 minuti. L'ombra dello gnomone, nel momento in cui il 16 maggio 2015 è stata scattata la foto qui riprodotta, segna poco più di 20 minuti dopo l'ora Quinta, cioè circa le ore 10:23 solari (11:23 dell'ora legale vigente in quell'anno).

[elaborazioni elettroniche su foto di Michele Monterisi - Sabino Di Tommaso]