Antica cappella del Crocifisso

Contenuto

    Portale della scomparsa Cappella del Crocifisso       
[La parete del transetto ove s'apriva la cappella del Crocifisso; il suo arco, attualmente nel cortile dell'episcopio - il Crocifisso, oggi nel presbiterio; tracce della cappella sull'esterno della Cattedrale]

La (demolita) Cappella del Crocifisso
sulla parete destra del transetto

Il primo documento disponibile che descrive la Cappella del Crocifisso in Cattedrale è del marzo 1656: la relazione della Visita Pastorale condotta da mons. Ascanio Cassiano.
Scrive il Cancelliere in detta relazione:

… Ill.mus D.nus Visitator descendit cũ plerumq. assumptis ad Ecc.[lesi]ã Cathedralẽ, … de more &, visitavit Cappellã S.mi Crucifixi.
Posita est hæc Cappella eod[em] ord[in]e quo supra, naviq.[ue] eadem subtus organum.
Loco cancillos sunt balaustra ex ligno nucis.
Fornix est depictus, et medio insignia familia de Thesoreriis.
Sunt in parietibus collateralibus fenestræ ad lumen cum clavis ferreis, et tela cerata.
Altare est firmũ, et lapis integer super eũ cũ ara lapidea sacrata sed non ad formã, mand.[avi]t fieri infra dies quindecim, et in … eosd. repleat[ur] altare in anteriori parte, et ad latera muro firmari. … …
Icone loco est Crucifixus magnus ex ligno, cuius Crux est parieti af[fixa] et sané magnam redolet devotione, et sapit antiquitate.
Subtus pedes duo cherubin lignei auro hic’ [inde], é lateribus duo Angeli lignei inaurati
.
Ornatus Cappellæ ex ligno inciso inaurato cũ duabus columnis hinc, et hunc, et architrave omnia elaborata cũ folijs deauratis, … altare insignæ familiæ de Vulpis.
Int[errogavi]t an in hac Cappella sit aliquis beneficiatus. D. Fran[cic]cus Thesorerius exibuit l.ras … institut.isiuspatronatus laicus familiæ de Thesaurerij per nos expeditus die 14 februarij 165_ …
… L’Ill.mo Signor Visitatore con molti co-assunti discese nella Chiesa Cattedrale e, fatte le operazioni di rito solite, visitò la Cappella del SS.mo Crocifisso.
Questa Cappella si trova, nello stesso ordine e nella suddetta stessa navata, sotto l’organo.
Al posto della cancellata c’è una balaustra di legno noce.
La volta è dipinta e nel mezzo di essa c’è l’insegna della famiglia Tesorieri.
Sulle pareti collaterali
[sinistra e di fondo] stanno le finestre per dar luce, con inferriata e tela cerata.
L’Altare è stabile e la mensa di pietra è integra, ma la pietra sacra non è della giusta dimensione; [il Visitatore] ordinò che entro 15 giorni la si renda a misura; nello stesso tempo si chiuda l’altare nella parte anteriore ed ai lati si stabilizzi con un muro. … …
Come Icona c’è un grande Crocifisso di legno con la croce fissata alla parete, il quale in verità desta grande devozione e denota antichità.
Sotto i piedi stanno due Cherubini di legno dorato e due Angeli di legno dorato sui due lati
.
L’ornamento della Cappella è di legno intagliato e dorato con due colonne sui lati e l’architrave è tutta scolpita con foglie dorate, … presso l’altare l’insegna della famiglia De Vulpis.
Interrogò se in questa Cappella qualcuno fosse beneficiato. D. Francesco Tesorieri esibì le … carte della istituzione del giuspatronato laicale della famiglia Tesorieri da noi redatto il 14 febbraio 165_ …

Alcune osservazioni sul documento.
- Questa Cappella del Crocifisso a metà Seicento si apriva sotto un magnifico arco cinquecentesco nella parete sinistra del transetto, di fronte al Cappellone di S. Riccardo, sotto un organo e in un corpo di fabbrica che doveva svilupparsi oltre la parete di detto transetto, occupando un tratto di Largo La Corte, a lato quindi dell'attuale uscita laterale.
- Come Icona, dossale d'altare, c’è un grande Crocifisso di legno con la croce fissata alla parete, il quale in verità desta grande devozione e denota antichità;
è probabilmente il magnifico "Cristo doloroso" duecentesco che oggi è tornato a dominare il presbiterio e l'intera Cattedrale.
- La decorazione lignea è identica a quella vista dal Borsella a metà Ottocento (di seguito trascritta);
scrive in questa Visita il vescovo Cassiano: "Sotto i piedi [del Crocifisso] stanno due Cherubini di legno dorato e due Angeli di legno dorato sui due lati.
L’ornamento della Cappella è di legno intagliato e dorato con due colonne sui lati e l’architrave è tutta scolpita con foglie dorate, … presso l’altare l’insegna della famiglia De Vulpis.
"

Nella Visita Pastorale del luglio del 1659 mons. Alessandro Egizio vede e descrive all'incirca la stessa situazione osservata dal suo predecessore.
Scrive il Cancelliere in detta relazione:

Deinde accessit ad Cappellã SS.mi Crucifixi, quæ est sub fornice depicto, et pro Icona deservit Imago SS.mi Crucifixi pervetusta et nimis devota hinc inde adstant duo Angeli ex ligno deaurato, nec non alter sub pedibus dicti SS.mi Crucifixi adsunt a lateribus columnæ ligneæ pariter deauratæ opera anaglifico, et in parte superiori adsunt insignia familiæ de Thesaurerijs sub cuius iure patronatus existit; supra dicta Imago aperit.ur velo sericeo vulgo taffetà cũ imagine depicta eiusdem SS.mi Crucifixi, nec non adest aliud tegumen seu operariũ ex tab.’
Altare est lapideũ, cui est inclusi varij lapis sacrates, adsunt duo candelabra lignea inargentata, carta textus, et cũ alia necessaria ad usu celebrandi, est pradella lignea, et dicta claudit.ur balaustrata lignea, quæ omnia Ill.mus D.nus Visitator approbavit, et permultum laudavit.

In seguito entrò nella Cappella del SS. Crocifisso, che è eretta in un fornice dipinto; come icona c’è un’antichissima immagine del SS. Crocifisso molto venerata con ai lati due angeli di legno dorato e un altro ai piedi di detto Crocifisso, ai due lati stanno due colonne anch’esse dorate e finemente cesellate; nella parte alta v’è l’insegna della famiglia Tesorieri, che della cappella possiede il giuspatronato; sulla suddetta immagine si apre una tendina di seta, detta volgarmente taffetà, con sopra dipinto lo stesso Crocifisso; c’è inoltre un’altra copertura, ad antina, di tavole.
L’altare è di pietra con accluse varie pietre sacre, vi sono due candelabri di legno dorato, la carta “gloria[3] e quanto è necessario alla celebrazione, v’è una predella lignea; detta [cappella] si chiude con una balaustra di legno. L’Ill.mo Sig. Visitatore approvò e lodò moltissimo.



Mons. Francesco Antonio Triveri nella sua visita del 19 aprile 1694, molto sinteticamente conferma i suoi predecessori.
Il notaio cancelliere della visita, D. Giovanni Gurgo, nella relazione annota:

Post hæc visitata fuit Cappella Sant.mi Crucifixi,
posita subtus organũ, quæ paritèr est fornice tecta et in Altari pro Icone adest statua Iesu Christi D. N. cruci affixa:
in hoc Altari erecta sunt tria beneficia sub titulo Sant.mi Crucifixi de familia Thesaurerij.
Unum possidet[ur] a D. Fran.co Cocco, Alterũ Clerico Philippo Tafuri, 3ũ a D. Iosepho Lupardi Romano. … …
Dopo questa fu visitata La Cappella del Sant.mo Crocifisso
si trova al di sotto dell’organo, è ugualmente voltata a botte e sull’Altare come icona c’è la statua di Gesù Cristo Signor Nostro crocifisso:
in questo Altare esistono tre benefici intitolati al SS. Crocifisso istituiti dalla famiglia Tesorieri.
Uno è posseduto da D. Francesco Cocco, il secondo dal chierico Filippo Tafuri, il 3° da D. Giuseppe Lupardi Romano. … …


Ai tempi del Borsella (prima metà dell'Ottocento) e dell'Agresti (inizi Novecento) la Cappella del Crocifisso sorgeva, come abbiamo già detto e documentato, sulla adiacente parete destra del transetto (cappella demolita a metà Novecento) e una parte delle lapidi descritte sono attualmente affisse presso il presbiterio:

"Nel primo [altare] si venera un ammirabile Crocifisso sculto in legno, di cui ne farem parola in appresso. Per ora notiamo che l'altare di questa Cappella è fiancheggiata da due colonne di legno, fornite di capitelli, e di base, e piedistalli, che poggiano a terra in fronte dei quali sono rilevati due teste di Serafini [molto simili, se non identiche, a quelle attualmente (12/2017) presenti nella 1ª cappella di destra]. L'architrave anche di legno, che siede sulle colonne, sporge dal muro con doppie cornici, dentellatura e fascia. Dietro le colonne si osservano dei medaglioni. Queste varie parti color cilestre sono rabescate con fogliami ad oro, secondo l'uso del tempo. In cima dell'architrave vi è lo stemma della famiglia Lupis, (vulpis) che mette fuori due lupi, e due lupicini sottoposti, oltre tre stelle, e due crocette, sostenuto da due angioli dorati. Nel mezzo si legge questa lapide
Antonius Lupis
Et Iohannella Cognitor
Coniuges urnam hanc
Viventes mortalitati posuere
Anno Domini MDCXLVI
La entrata della Cappella è costrutta ad arco sopra pilastri di pietra. L'arco è abbellito da rosoni."
[tratto da "Duomo", in "Andria sacra", di Giacinto Borsella, tip. F. Rossignoli, Andria, 1918, pagg. 47-48].

L'Agresti così descrive l'arredo della cappella del Crocifisso:

"La quinta Cappella, messa a capo della navata destra, è dedicata al Santissimo Crocefisso ed alla Vergine Addolorata. Essa è sita sotto l'organo, e non ha alcuna balaustra. L'entrata in questa Cappella è costruita ad arco, sostenuto da pilastri di pietra, fregiato di pregevoli rosoni.
In questa Cappella si ammira un antico e colossale Crocefisso nerognolo, sculto in legno, che sembra rimontare al secolo decimo-quinto. Sottoposto al Crocefisso, si venera una immagine di Maria Addolorata, dipinta su tela, e chiusa in una larga e pregevole cornice di argento, dono
[insieme alla teca della Sacra Spina] del pio gentoluomo Vincenzo Morselli di Andria.
L'altare di questa Cappella, nel 1907, fu costruito in marmo, con denaro accumulato nella cassetta delle oblazioni dei devoti. Anticamente l'altare era in pietra. ...

[segue una descrizione quasi identica a quella del Borsella; poi scrive].
Sulla facciata esteriore di questa Cappella leggesi la seguente epigrafe:

stemma della famiglia Lupis o Vulpis
lapide per Scipione Volpi, oggi posta sulla parete destra nel presbiterio

Scipioni Vvlpi
Matvro aevi in jvventvte excelsi indole animi
Desiderio omnivm praematvre erepto
Antonivs
Felicissimae Sobolis Pater infelix
Cvi nec ad dolorem sat vnvm fvit cor
Nec sat gemini ad lacrymas ocvli
Et Iohannella Cognitor
Maestissima Genitrix Filio svavissimo
Monvmentvm officii et doloris
Collacrymantes posvere.
Vixit Scipio ãnos septem svpra viginta
menses sex et diem vnvm
Obiit anno salvtis hvmanae MDCXIV
Clara post obitvm fama
(1)Lupis antica famiglia patrizia di Andria, imparentata alla nobil famiglia Conoscitore. Queste due nobili famiglie andriesi da parecchio sono estinte.
(2)Nel costruire il muro, di sostegno all'organo soprastante, furono nascosti tanti pregevoli lavori d'arte scultoria, che conteneva questa Cappella, riducendola anche a minori proporzioni, per costruirvi la scalinata, onde ascendere sull'organo!"

... ... ... Dal lato destro di questo vano [transetto], e propriamente sulla Cappella del Crocifisso, è messo l’Organo, dovuto alla generosità del Vescovo Egizio, e costruito dal tedesco Hircher (...). Al disotto dell’Organo vedesi, incavato nel muro il busto di marmo del Vescovo Adinolfi, fatto costruire dalla Duchessa Carafa, come è detto nel I. volume [pag.283] di quest’opera parlando di questo Vescovo [1].

(1)Nel 1907, furono scoperte alcune pregevolissime colonne in pietra con finissimi capitelli, chiuse dal muro, che sostiene il sovrapposto Organo.
[tratto da "Il Duomo di Andria" in "Il Capitolo Cattedrale di Andria ed i suoi tempi", di Michele Agresti, tip. F. Rossignoli, Andria, 1912, vol.II, pp. 14-15, 20-21].

L'Agresti nel testo citato afferma che l'organo fu realizzato da mons. Egizio, vescovo dal 1657 al 1689, ma va osservato che già i suoi predecessori ne parlano; lo indica Mons. Resta nella sua visita ad limina del 1590; mons. Cassiano, lo vede nel 1656 sulla Cappella del crocifisso un organo; mons. Egizio lo trova in precarie condizioni e quindi, afferma nella sua relazione del 1659, lo rimise praticamente a nuovo.


   
[Ai primi del '900 il portale dell'altare della Natività di Maria sulla parete dx del presbiterio diventa Cappella del crocifisso - foto Aurelio Malgherini]

Nei lavori che seguirono l'incendio del 1916 sotto il portale del 1544 allora ancora presente sul muro Sud del presbiterio (dal 1938 poi collocato sull'ingresso alla sagrestia capitolare) fu trasferito l'altare (realizzato nel 1907) sormontato dal Crocifisso nero (foto sopra), il suddetto meraviglioso crocifisso del 1300,, (che, s'è appena detto, ai tempi del Borsella e poi dell'Agresti si trovava nella cappella oggi non più esistente che allora si apriva a destra del transetto) che attualmente è innalzato sulla destra dell'ingresso absidale.

stemma della città di Andria lapide della congregazione degli Aginizzanti

Attualmente lo stemma della città di Andria e la lapide della Confraternita degli Agonizzanti (nel Seicento ubicata nella seconda cappella di sinistra, poi nel Cappellone del Santissimo) sono affissi nell'uscita laterale a piazza La Corte.

D · O · M
HÆC AGONIZÃTIŨ CŌGREGATIO
SUB PATROC: S: M · DE MÕTE CARMELO
AB ILL: D. LUCA ĀTONIO RESTA EPO
IN HAC CATHEDR: ET UNICA PAROCH.
ECCL · CANONICĒ ERECTA EST
ÃNO   DÑI   MDLXXIѮ

traduzione

[Grazie] a Dio, il più Buono e il più Grande.
Questa Congregazione degli Agonizzanti
sotto il patrocionio di S. Maria del Monte Carmelo
fu eretta dall'Ill. D. Luca Antonio Resta vescovo
in questa Cattedrale e unica chiesa parrocchiale
nell'anno del Signore MDLXXIѮ (=1570+13 ?)

La data posta in calce alla lapide della Congrega degli Agonizzanti non può essere letta per un numero inferiore al 1582, anno in cui Luca Antonio Resta fu eletto vescovo di Andria (esattamente il 30 aprile 1582); nella numerazione romana (qui utilizzata) il segno Ѯ a quel tempo indicava "est" o "½", ma in questo contesto non avrebbe molto senso; nella numerazione araba indicava il 3. Potremmo quindi ipotizzare (ma con molte perplessità!) che l'incisore abbia voluto scrivere 1583.
    [Dati sulle notazioni antiche tratti da "Dizionario di abbreviature latine ed italiane" di Adriano Cappelli, Hoepli, Milano, 1912]