Per il grande Presbiterio l’esposizione sia dei dati storici che delle analisi affettuate dagli studiosi,
considerata la vastità dell'argomento, è qui frammentata nelle seguenti pagine:
- L’ampio presbiterio, visione d'insieme,
- Il profondo abside con il Coro del Quattrocento,
- Le tre recenti strutture liturgiche, (in questa pagina)
- Il trecentesco "Crocifisso doloroso",
- L'antico Altare-Cappella della Natività di Maria Vergine,
- I demoliti Trono e Coretto Baronale,
- L’altare di Jacopo Colombo nel Presbiterio d’inizio Novecento.
Imponente e grandioso si presenta il presbiterio, con l'istallazione delle nuove strutture liturgiche: guardando l'insieme dall'abside (come in foto sopra) emerge centrale la mensa eucaristica, a destra si affaccia la cattedra episcopale, verso i fedeli leggermente a sinistra s'erge l'ambone dedicato alla proclamazione della Parola; domina sull'insieme il pregevole crocifisso trecentesco che si staglia monumentale quasi voglia abbracciare l'ecclesia in preghiera e accogliere nel suo dolore tuute le sofferenze dei devoti.
[le nuove strutture liturgiche: cattedra mensa e ambone (foto di Michele Monterisi, 2011)]
“... Affascinato, condizionato, provocato dall'eccezionale ampiezza del volume presbiterale, in valori assoluti ed in termini relativi al contesto edilizio, ho determinato l'entrata in scena di robuste masse, il cui slancio è commisurato al ruolo, le cui proporzioni raggiungono forme e volumi definiti dalle proporzioni auree, dai canoni formali dovuti al rispetto dell'aulico disegno dei ‘padri’.”“... La cattedra del Vescovo, Maestro vivo della fede, è costituita da una struttura architravata; posta sulla debita piattaforma, rende visibili i celebranti, rilevandone presenza e gerarchia ed esaltandone la funzione. La verticalità dello ‘schienale’ è la risposta all'altezza dell'ambiente in cui si pone, visibile da ogni parte della navata centrale; la collocazione planimetrica è lungo l'ideale circonferenza che abbraccia presbiteri e fedeli; nella parte posteriore dello schienale è posto, come negli antichi piviali, lo stemma vescovile, firma e suggello del restauro e dell'adeguamento liturgico.”“... La mensa, dimensionalmente ergometrica, è proporzionata secondo la sezione aurea; compatta come un'ara ed apparentemente monolitica, costituisce il fulcro della lettura complessiva; posta sull'ampia predella, risulta massa visiva tale da divenire medio-proporzionale tra Sede ed Ambone.”“L'Ambone - La pianta trapezoidale ne accorcia l'aggetto e ne radica la posizione, in coerente relazione con la pilastratura Coro-Cappella della Sacra Spina.
Il volume quadrangolare in base a quello curvilineo di prora, sono a rappresentare la pietra angolare della Parola, quella scritta e quella proclamata, la stessa che viene valorizzata duplice ed unica.
Risulta legittima anche l'intuizione interpretativa che rileva nella coerenza e nella continuità dei due volumi, intimamente uniti ed esteticamente diversificati, il significato della continuità e della cesura vetero e neotesta¬mentaria.”“Il Crocifisso - L'antica e venerata opera è stata posta su di una croce con la base a terra, evitando ogni soluzione appesa, inquinante l'ampio respiro che il Guadagno ebbe ad imprimere all'arco trionfale; risulta al centro della lettura della navata centrale, sull'asse planimetrico della stessa, in un'ottica di centralità morale, oltre che geometrica, divenendo fulcro architettonico e cerniera visiva della lettura dinamica del complesso presbiterio e coro-cappella laterale.”
[tratto da "La Cattedrale di Andria", AA.VV., Grafiche Guglielmi, Andria, 2009, pagg. 61-63]
Questo stupendo "crocifisso doloroso", certamente di mano spagnola in quanto portato in Andria dal vescovo Martino De Soto Major, simile ad altri scolpiti nel Duecento, come, ad esempio, il "Dévôt Christ" della Cattedrale di Perpignan (foto sotto) o il "Crocifisso svelato" della basilica del Carmine a Napoli, è ampiamente illustrato in una pagina dedicata del museo virtuale.
Il 25 marzo 2009, dopo quattro anni di restauri, fu riaperta al culto
la Chiesa Cattedrale e con una cerimonia eucaristica solenne
alle ore 19,00 si celebrò la DEDICA dell'ALTARE, ponendo sotto di esso
l'urna con le reliquie del Patrono San Riccardo, delle quali nella stessa giornata
era stata eseguita una ricognizione ufficiale.
Nella biblioteca di questo sito è possibile
leggere una trascrizione dei due documenti.
[il testo e le immagini della pagina sono di Sabino Di Tommaso (se non diversamente indicato)]