Una finestra tonda (esternamente rettangolare con il lato superiore ad arco) dà luce all'ambiente (come in tutte le altre cappelle di destra). Dietro il quadro affisso sul muro di fondo in conci di pietra, nell'arco cieco a tutto sesto, è incavata una nicchia con lunetta a conchiglia, oggi vuota. (clicca sull'immagine per osservarla [foto Michele Monterisi]) Non esistono più né l'altare in marmo né la balaustra e l'inferriata con fregi di ottone visti sull'accesso nell'Ottocento.
Nella volta a botte dell'antico decoro rimane un affresco con i simboli del potere pontificio in una cornice polilobata.
Il quadro raffigurante "Cristo consegna le chiavi a San Pietro" è una pittura ad olio del secolo XVII, delle dimensioni (A. L.) di cm 213 x 137.
Da qualche mese (2023) sulla parete destra è stato affisso il quadro della Vergine incoronata con Bambino, con ai suoi piedi San Francesco di Paola e Santa Colomba, quadro un tempo presente nella cappella successiva, dedicata appunto a Santa Colomba.
Una prima semplice menzione di questa cappella è rilevata da pag.42 del “Directorium Visitatorum, ac Visitandorum, …” di mons. Luca Antonio Resta, edito nel 1593. Il vescovo, esemplificando su come condurre la visita pastorale alle varie cappelle di una Chiesa fa riferimento a quella dedicata a San Pietro, presente in questa sua Cattedrale, e scrive:
[trascrizione del testo originale in latino] | [traduzione] |
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“... Cappellas ipsius Ecclesiæ visitare decrevit: & primo incepit à Cappella Sancti Petri, quæ est in latere dextro ipsius Ecclesiæ, ....” |
“... Stabilì di visitare le cappelle della stessa Chiesa e in primo luogo iniziò dalla Cappella di S. Pietro, che sorge sul lato destro della stessa Chiesa, ....” |
A metà Seicento mons. Egizio, durante la visita pastorale del 4 luglio 1659, trova in questa cappella l’immagine devotissima della Vergine con Bambino tra S. Antonino e S. Caterina; scrive:
Visitavit etiam Cappellã Beneficij S.i Antonini prope dictã cappellã iã visitatã, et invenit iconẽ pictatã supra tabulam,
in medio d.æ iconis est imago Beatæ Mariæ Virginis cũ puero Iesu in manibus nimis devota, a dextris est imago S.i Antonini
et a sinistris imago S.æ Caterinæ Virginis, supra d.a iconẽ est imago Salvatoris n.ri Iesu, et hinc inde
imagines SS.morũ Apostolorũ Petri et Pauli, d.a icon est circumdata cornice lignea deaurata. |
Visitò anche la Cappella del Beneficio di S. Antonino sita presso la cappella già visitata,
e vi trovò un dipinto su tavola; al centro di tale quadro è raffigurata la piissima Beata Vergine Maria
col piccolo Gesù in braccio, a destra c’è l’immagine di S. Antonino e a sinistra quella di S. Caterina Vergine;
al di sopra di questa icona c’è l’immagine del SS. Salvator nostro Gesù tra gli apostoli Pietro e Paolo;
detto quadro ha una cornice di legno dorato. |
Mons. Pietro Vecchia visita poi la cappella a metà giugno del 1690 e la trova in pessime condizioni strutturali, senza suppellettili e non più utilizzata per le cerimonie da molto tempo, tanto che per la festa di San Pietro si allestiva un altare portatile sull’ingresso della cappella. Scrive:
Altare S.ti Petri
in quo adest beneficiũ S.ti Antonini
Fuit visitatũ, et repertũ ex õ[mni] sui parte denudatũ, et Cappellam ruinas minitandẽ, tũ in parte superiori,
inferiori q[am] exteriori cũ suspensione à multis annis ad celebrandi missas in d.[ict]° Altari.
Ita quod in festa S. Petri fit Altare ante ingressũ d.[ict]æ Cappellæ prò sollemnitate festivitatis,
et ideo Ill.mus et Rev.mus Dnus suspensionẽ confirmavit usque die q. institit.
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Altare di San Pietro
dotato del beneficio di S. Antonino
Visitò l’altare di S. Pietro e lo trovò totalmente spoglio, la cappella in rovina da ogni parte del tetto,
delle pareti e del pavimento, e che su di esso da molti anni vigeva la sospensione delle celebrazioni delle messe.
Così che nella festa di San Pietro si allestisce un altare [mobile] sull’ingresso della cappella per celebrarne la solennità;
di conseguenza l’Ill.mo e Rev.mo Signore confermò la sospensione finché perdurasse tale situazione.
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Tra la fine del 1693 e l’inizio del 1694 mons. Triveri ristruttura la cappella. Nella sua visita condotta il 20 aprile del 1694 scrive:
Altare S. Petri situm in fine ecclesiæ
Hæc Cappella renovata fuit mensibus elapsis expensis Ecclesiæ Cathedralis.
Altare autem est omnino denudatũ absq[ue] ulla Sac[ra] Imagine.
In eo autẽ fundatũ est Beneficiũ sub titulo S. Antonini de iure Patronatus familiæ de Marullis, quod possidet[ur] a D. Leonardo Scarcelli eiusdẽ Ecclesiæ Sacerdote.
Decretũ fuit Quod Altare ornetur, sicut decet termino duorum mensium.
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L’Altare di S. Pietro, eretto a fine chiesa
Questa Cappella fu rimodernata nei mesi scorsi a spese della Chiesa Cattedrale.
L’altare non ha alcun ornamento, neppure un’immagine sacra.
In esso è eretto un beneficio intitolato a S. Antonino di giuspatronato della famiglia Marulli, che è posseduto da D. Leonardo Scarcelli, sacerdote di questa Chiesa.
Fu deciso [quanto segue] L’altare venga decorosamente ornato entro due mesi.
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Quando, dopo tre anni, nel 1697 mons. Ariano visita la Cappella, deve constatare che ancora manca del necessario alle celebrazioni; annota:
Altare S. Petri prope ianuam parvam … Et interim quia caret omnibus in eo cessari a divinis donec provideatur,
et provisum revideatur atque in specie parietes dealbentur … .
In dicto Altari adest beneficiũ S. Antonini, … quod est de familia de Pellegrinis …
Item in dictum Altare traslatum est beneficium B.[eat]æ M.[ari]æ dicte “de Chiancula” quod possidetur a D. Antonio Anelli cum onere annuarum missarũ viginti.
Mandavit dictis beneficiatiss quod concurrant iuxta reddditus ad providendum altare de necessarijs … .
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Visitò l’altare di S. Pietro presso la porta piccola …
Intanto poiché manca di tutto, ordinò di non celebrare messe finché non si provveda e soprattutto,
ciò fatto, si imbianchino le pareti… .
In tale altare esiste un beneficio della famiglia dei Pellegrini intitolato a S. Antonino … .
Inoltre in detto altare è trasferito un beneficio intitolato alla B. Maria detta “di Chiancola”, che è posseduto da D. Antonio Anelli con l’onere annuo di venti messe.
Ordinò che detti beneficiati concorrano in base al reddito a procurare quanto serve all’altare … .
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Si noti che uno dei benefici è intitolato ad un oratorio-cappella, S. Maria in Chiancola, che ai tempi di questo vescovo, mons. Ariano, già più non esisteva; infatti il 29 novembre del 1694 mons. Triveri si era recato in visita nella località dove aveva trovato solo delle rovine; successivamente il 18 settembre 1697 vi si era recato anche mons. Ariano, il quale allora aveva ordinato che si ponesse come segno di venerazione una croce, sia sulle rovine di questa cappella che dell’altra vicina di S. Angelo in Chiancola.
A metà Ottocento il Borsella ci descrive questa prima cappella della navata destra, così come si presentava ai suoi tempi:
"... è sacra a S. Pietro Apostolo, ornata di balaustra di pietra, e d'inferiata con dei fregi di ottone. Vi si osserva il divin Maestro in atto di affidare il sacro deposito delle chiavi a Pietro, che gli stà genuflesso ai piedi. Gli altri Apostoli stanno alle spalle del Redentore. In cima vi è un quadretto di S. Antonino martire, vestito con una specie di Ferraiuolo alla greca orlato di pelli, con mustacchi, che tiene, poggiata la destra sull'elsa della spada e con l'altra stringe la palma del martirio. Questa figurina da sè mostra il suo pregio."
[tratto da "Andria sacra", di Giacinto Borsella, tip. F. Rossignoli, Andria, 1918, pag. 52].
Agli inizi del Novecento la cappella di San Pietro risulta in abbandono; l'Agresti infatti nel 1911 annota:
"Questa Cappella, chiusa da un ruvido tavolato con porticina, è ora adibita a sacrestia del Parroco Arciprete della Cattedrale! Non sappiamo quanto ci guadagni il culto e l'estetica!"
[tratto da "Il Capitolo Cattedrale di Andria ed i suoi tempi", di Michele Agresti, tip. F. Rossignoli, Andria, 1912, vol.II, pag. 11].
Sul finire del 2017 in questa cappella è stato collocato un antico altare ligneo (foto sottostante)
fiancheggiato da due pregevoli colonne di legno complete di capitello, sei-settecentesche, riccamente scolpite a rilievo con decori fogliari dorati,
due teste di Serafino nella parte alta e due cartigli centrali con le diciture "ALTARE PRIVILEGIATUM" e "QUOTIDIANUM PERPETUUM".
Probabilmente le due colonne barocche provengono dall'antico dossale un tempo esistente intorno
al quadro della Incoronata (ora affisso in questa Cattedrale nella
cappella d'Ognissanti, sul lato opposto),
in tempo collocato nella Chiesa annessa al Convento dei Cappuccini di Minervino; lo scrive, documentando con fotografia, mons. Giuseppe Lanave
a pag. 32 del citato testo "Ho raccolto per voi":
"Il bellissimo quadro della Madonna Incoronata della Chiesa dei Cappuccini di Minervino che viene portato di seguito (pag. 97) era inqudradrato fra due COLONNE IONICHE bianche, con scanalature dorate, poggiate su un basamento molto decorato, che e quello, che si vede qui [pagina 33 a lato] riprodotto. Manca la base più bassa e larga; sul basamanto, che si vede, è poggiato il caratteristico capitello."
Nella cappella del Crocifisso (5ª a destra), così come scrive il Borsella a pag, 47 della citata "Andria Sacra", esisteva, presso l'altare, una simile struttura barocca.
[altare ligneo barocco - foto Sabino Di Tommaso, 12/2017]
[il testo e le immagini della pagina sono di Sabino Di Tommaso (se non diversamente indicato)]