[Il campanile osservato dalla facciata e particolare del 3° registro - foto di Michele Monterisi - 2009]
Il campanile, in duro tufo calcarenile delle Murge, si sviluppa su tre piani; gran parte di quanto oggi vediamo emergere dal livello della chiesa fu ricostruito nel 1854 dal muratore andriese Raffaele Fuzio [1].
Racconta il Merra nelle sue "Monografie Andriesi"
[testo tratto da "La Chiesa e il Convento del Carmine" in "Monografie Andriesi" di E. Merra, Tip.Mareggiani, Bologna, 1906, Vol. II, pp.495-498, 506]
[il campanile visto dal retro e particolare del 2° registro con le campane - foto di Sabino Di Tommaso - 2005]
Sulla ricostruzione del campanile avvenuta durante il rettorato dei Gesuiti,
p. Grassi il 6/11/1857 scrive al suo superiore:
“un campanile già terminato alto 130 palmi [palmi 130 x m 0,265 = m 34,45]
con bellissimo disegno ed ornato di colonna, con campane del costo di 1.200 ducati”,
indicandoci così anche l’altezza di progetto, e penso reale, dello stesso. [lettera riportata nei documenti]
Prima della ricostruzione, nel luglio del 1838, mons. Cosenza era stato autorizzato dal Ministero degli affari ecclesiastici ad utilizzare “alcuni materiali ricavati dal diruto Campanile di cotesto soppresso Spedale militare, onde servirsene per le migliorazioni a fare in quel locale per ridurlo ad uso di Seminario ” (vedi nella sezione documenti).
Il primo piano ha nella base l'attuale piccola sacrestia (foto a destra), supera di poco il tetto della chiesa ed è una semplice torre quadrata rifinita da un cornicione nella quale si apre una monofora con arco a tutto sesto per l'accesso all'interno della struttura.
Il secondo piano, a base quadrata, presenta quattro monofore, una per lato, balaustrate
in ferro, ed è dotato di campane.
Ogni lato è impreziosito da semicolonne tonde con basamenti quadrati e
capitelli con volute.
Il terzo piano, ottagonale come quasi tutti quelli della città ed
interamente balaustrato con ringhiera in ferro, presenta anch'esso
quattro monofore sui lati corrispondenti a quelli sottostanti. Esso
è impreziosito da colonne in stile corinzio che intendono supportare il cornicione superiore,
dal quale s'innalza la cupoletta rivestita (in rame?) in mosaico rosa, e termina con una snella struttura
in ferro con palla, croce e banderuola a stella.
La monofora visibile con la facciata della chiesa,
utilizzata come una nicchia, accoglie, esemplare unico tra tutti
quelli della città, una statua della Madonna del Carmine con Bambino.
Pasquale Cafaro nel suo opuscolo su "Campane e campanili di Andria" riporta la seguente descrizione delle campane presenti nel campanile del Carmine.
[da P. Cafaro "Campane e campanili di Andria", Tip. F. Rossignoli, Andria, 1943, pagg 18-19]
La prima sacrestia di cui si ha notizia è quella riccamente arredata [3] negli ambienti che attualmente ospitano la cappella del Seminario.
Nel 1857, P. Pasquale Grassi, rettore del complesso del Carmine spostò la sacrestia dietro l’altare maggiore della Chiesa al posto del coro trasferito sulla controfacciata (notizia estratta dalla su citata lettera del 1857).
Come sìè detto sopra la sacrestia è attualmente collocata nella base del campanile.
[1]
Scrive l'Agresti nel volume sotto citato:
Quattro pregevoli campane sorregge questo bellissimo campanile (costruito dal bravo
muratore Raffaele Fuzio di Andria), una donata dal magnanimo Re Ferdinando II,
l’altra dal nobiluomo Sig. Nicola Iannuzzi fu Giovanni, la terza dal Vescovo Cosenza,
la quarta dalla generosità dei fedeli.
[da "7. La Chiesa del Carmine" in "
Il Capitolo Cattedrale di Andria ..", di M. Agresti,
tip. F. Rossignoli, Andria, 1912, Vol.II,
pagg. 114]
[2] La misura dell'altezza del campanile, probabilmente esatta, è quella sopra riferita dal gesuita P. Grassi, di circa m. 34.
[3] Dal testo citato del Merra, che fa riferimento al f. 169t della “Platea omnium bonorum tam stabilium quam Censuum Conv. Carmelitarum Andriae, confecta a R. Padre Alberto Morselli Andriensi Vicario Prioreque huius novae fundationis Conv. primo alunno”. A. D. 1716, fol. 2. (Curia. Vescovile)”.